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Sabato, 27 Aprile 2024 - 09:32
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Altro che «unità popolare» auspicata da Sergio Mattarella. Dopo il tutti contro tutti tra pro Palestina, Brigata ebraica, dem e centri sociali il fronte progressista è a pezzi. E Massimo Cacciari svela l’ipocrisia: «Le abiure generazionali antifasciste servono a non parlare dell’oggi».

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“Associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro” e alla “gestione di un'attività di trasmissione di denaro non autorizzata”: sono questi i due capi di accusa che hanno portato all’arr…

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È già stato ampiamente detto in tempi non sospetti, ma occorre rimarcare di nuovo l’ipocrisia della presidenza Biden nei confronti della ricchezza e delle cosiddette big corporations. L’attuale amministrazione vorrebbe proseguire nell’intento di colpire le grandi imprese, dopo aver al contempo aumentato i sussidi federali rivolti proprio a una parte di loro. Con l’effetto deleterio di punire il sistema imprenditoriale sia aumentando gli oneri fiscali, sia distorcendo ulteriormente il mercato favorendone alcuni attori piuttosto che altri.

È la classica giravolta economica del Partito Democratico: impugnare il bastone contro la ricchezza in astratto (in funzione puramente elettorale), ma porgere la carota ai propri ricchissimi e arcinoti amici nel mondo delle grandi imprese. Un approccio punitivo che colpisce il resto dei business, ma che nasconde una generosa elargizione di risorse dei contribuenti ai miliardari a loro più vicini.

Tasse e sussidi

Nell’anno conclusivo di questo mandato presidenziale, per cercare di ridurre il deficit e rendere più equo il sistema tributario, l’amministrazione Dem prevede di aumentare di nuovo la corporate tax, dopo aver inspiegabilmente incrementato le corporate tax expenditures, ovvero le agevolazioni fiscali. Queste ultime sarebbero aumentate annualmente del 92 per cento (da 109 a 209 miliardi di dollari), come riporta Chris Edwards del think tank libertario CATO Institute.

Utilizzando le parole di Edwards, questi “non sono tagli fiscali trasversali volti a semplificare il sistema, ma al contrario sono un complesso di scappatoie fiscali (loopholes) e trattamenti speciali rivolti a settori privilegiati”. Non si tratta perciò di una riforma fiscale “across-the-board”, storicamente vituperata dalla sinistra e promossa dai Repubblicani (ad eccezione dei tagli di Kennedy), e di cui beneficiano tutti trasversalmente, come accaduto con i tagli fiscali del 2001 e del 2003 attuati da George W. Bush e quello reso esecutivo da Donald Trump nel 2017.

Per tornare alle agevolazioni, sia nell’Infrastructure Investment and Jobs Act del 2021 che nell’Inflation Reduction Act del 2022, il governo federale ha aumentato i sussidi federali rispettivamente di 548 miliardi di dollari e di 868 miliardi di dollari. I sostanziali beneficiari di questo flusso di denaro pubblico sono per la gran parte big corporations del mondo dell’energia, in particolare delle rinnovabili, tra le più vicine agli interessi strategici del Partito Democratico. Nei pochi ambienti rimasti del conservatorismo fiscale si è giustamente parlato di “Niagara Falls of subsidies flooding from Washington to the president’s favored industries”.

A fronte di un’evidente ipocrisia ideologica per cui si fa credere di punire i colossi economici per poi invece creare corridoi preferenziali ad alcuni di loro, si aggiunge anche una forte discrepanza fra intenti e risultati. Joe Biden e i Democratici vogliono rendere più equo il sistema fiscale americano aumentando le distorsive tax expenditures che, si è dimostrato, riducono proprio il grado di equità del sistema tributario, in quanto sono i soggetti più ricchi a beneficiarne in maggior misura a discapito degli altri, creando un clima di favoritismo.

Lo stratagemma è ovviamente già noto e non dice nulla di nuovo rispetto all’incoerenza retorica dei progressisti, ma è utile ricordare il modus operandi dei Democratici proprio a coloro che vedono nel Partito dell’Asinello l’agente politico capace di placare quella che per il mondo progressista è l’inaccettabile presenza della disuguaglianza nella realtà americana.

È bene ribadire la singolarità di un approccio di questo tipo, per distinguerlo dalle posizioni fiscali degli avversari Repubblicani. Ad onor del vero, la prassi consolidata di introdurre furbamente nei propri programmi corridoi preferenziali per favorire partner o finanziatori caratterizza l’intera classe politica, senza grandi distinzioni fra uno schieramento e l’altro. Allo stesso modo, con questa analisi non si vuole presentare un quadro politico che dipinga i Repubblicani come esenti da sbagli e occasioni perdute in materia fiscale o di spesa, quando sono loro a detenere il potere.

Semmai, si è cercato di mettere in luce quanto spesso i Democratici riescano a provocare gravi danni collaterali a fronte di una retorica meschina. Affossano tutti nel tentativo di affossare pochi, con aumenti fiscali punitivi, rivelandosi invece i veri maestri del corporate welfare per i propri amici, in barba alla competitività e all’equità. A pagarne il prezzo sono sempre gli altri, compresi gli stessi elettori convinti di votare per qualcuno che non sta dalla parte dei ricchi.


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Il deputato del Partito Democratico Piero Fassino è di recente finito al centro di un’indagine per un presunto tentativo di furto in un duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Fassino è stato denunciato il 15 aprile dopo essere stato sorpreso con una confezione di profumo Chanel in tasca, senza che fosse stata pagata. Le indagini hanno portato alla luce un video che sembrerebbero contraddire la sua versione dei fatti, in cui sosteneva di aver messo involontariamente la confezione in tasca a causa di una distrazione durante una telefonata. Gli agenti della Polaria, dopo aver consultato le immagini delle telecamere e ascoltato le testimonianze del personale del negozio, hanno proceduto alla denuncia per il reato di furto. “Non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”, ha dichiarato Fassino, difendendo la propria posizione e sostenendo di essersi offerto subito di pagare la confezione.

Il caso ha sollevato ampie discussioni, considerando la possibilità che non sia stato un episodio isolato. Il parlamentare del Pd infatti pare che fosse già sospettato di azioni simili in precedenza, secondo quanto riportato da fonti interne allo scalo aeroportuale. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che le riprese video potrebbero dimostrare la premeditazione dell’atto, con Fassino che, dopo aver preso la confezione di profumo, avrebbe cercato di occultarla senza mostrare segnali di essere impegnato in una telefonata.

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Il politico e ex sindaco di Torino ha vissuto la vicenda con grande disagio, ritenendo di essere stato vittima di un malinteso. Nonostante le prove sembrino non essere a suo favore, Fassino ha continuato a ribadire la propria innocenza, asserendo che l’intera faccenda si sarebbe dovuta risolvere sul posto nel momento in cui si è mostrato disponibile ad effettuare il pagamento. La Procura di Roma ha ora in esame il caso e le decisioni che verranno prese potrebbero portare Fassino a rispondere di tentato furto.

“Un banale e increscioso episodio che avrebbe meritato un approfondimento pacato si sta clamorosamente trasformando in una aggressione mediatica – dice l’avvocato Fulvio Gianaria – un vero e proprio processo parallelo che trova come unica spiegazione il cognome noto del cittadino coinvolto. Per questa ragione, d’accordo con Piero Fassino, rimando ogni commento alla futura piena lettura degli atti”.


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Di ZOLTAN VARDAI

L’autorità di regolamentazione finanziaria di Hong Kong ha ufficialmente approvato la negoziazione del primo lotto di ETF a pronti su Bitcoin ed Ether.

Il primo gruppo di ETF approvati con sede a Hong Kong comprende anche gli ETF basati su Bitcoin ed Ether di China Asset Management (ChinaAMC), che inizieranno a essere negoziati il 30 aprile.

Gli ETF offriranno agli investitori retail e istituzionali un modo più sicuro e conveniente di investire negli asset digitali sottostanti in un quadro regolamentato, secondo Thomas Zhu, responsabile degli asset digitali e delle attività dei family office presso ChinaAMC. Ha scritto nell’annuncio ufficiale:

“La funzione in-kind attira anche i possessori di monete offrendo la facilità di convertirle in ETF completamente regolamentati e gestiti da gestori di fondi professionali e depositari regolamentati. Con la crescente adozione degli ETF nell’asset allocation istituzionale e nel trading al dettaglio a Hong Kong, ci aspettiamo una forte domanda per le nostre offerte”.

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Hong Kong vedrà il lancio di tre ETF spot su Bitcoin e tre su Ether il 30 aprile, secondo un comunicato del 2 aprile.

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A differenza del modello di creazione in contanti degli ETF Bitcoin spot degli Stati Uniti, Hong Kong intende offrire modelli di creazione in natura per gli ETF che consentano la creazione di nuove quote dell’ETF utilizzando BTC ed ETH.

Il modello di creazione di ETF in-kind di Hong Kong potrebbe rappresentare un’opportunità significativa per aumentare considerevolmente il patrimonio in gestione (AUM) e il volume di trading di questi prodotti, secondo una nota di ricerca dell’analista di ETF di Bloomberg Rebecca Sin, condivisa in un post di Eric Balchunas del 26 marzo:

“Hong Kong punta alla creazione in-kind dell’ETF, a differenza degli Stati Uniti, dove la transazione avviene solo in contanti – negli Stati Uniti è cash in, Bitcoin ETF out, mentre Hong Kong punta a Bitcoin in, ETF out. Questa potrebbe essere un’opportunità per il mercato”.

Gli ETF di Hong Kong potrebbero essere oggetto di una potenziale guerra delle commissioni

Il lancio dei primi ETF a Hong Kong potrebbe portare gli emittenti a fare a gara per offrire ai clienti le commissioni più basse, secondo un post del 24 aprile dell’analista Bloomberg ETF James Seyffart. Egli ha scritto:

“Una potenziale guerra delle commissioni potrebbe scoppiare a Hong Kong per questi ETF su Bitcoin ed Ethereum. Harvest si presenta con un’esenzione totale dalle commissioni e la commissione più bassa, pari allo 0,3% dopo l’esenzione”.

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Le commissioni per i primi ETF sono già inferiori a quanto previsto in precedenza, il che è un segnale promettente, secondo Eric Balchunas, analista senior di ETF presso Bloomberg, che ha scritto in un post del 24 aprile X:

“Le commissioni sono di 30 pb, 60 pb e 99 pb, mediamente più basse di quanto pensassimo, un buon segno”.

Di ZOLTAN VARDAI


TRANS STUDENT BRUTALLY ATTACKS GIRL IN INDIANA SCHOOL

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A boy who identifies as a girl reportedly brutally attacked a female student in the Lebanon School District in Indiana. According to sources in the school district, the male student has a known history of attacking other female students.

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PLANET FITNESS CALL SCRIPTS REVEAL DOUBLING DOWN OF TRANS POLICIES

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A source has provided us with the alleged call script Planet Fitness is giving staff when customers call asking about bathroom policies. Employees are instructed to double down on their LGBTQ policies, reinforcing that people can enter the bathroom they self-identify with.

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NEW MEXICO SCHOOL HIRES DRAG QUEEN STRIPPER FOR PROM

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A school in New Mexico in the Albuquerque Public School System hired a drag queen stripper to perform a provocative and sexually explicit routine for kids.

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JOHN HOPKINS DEAN PUSHES PRONOUN USAGE ON STUDENT BODY

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Dean of John Hopkins University Carey Business School, Alexander Triantis, wants to inject DEI and pronoun usage into school culture. He also wants students to spread gender ideology into society once they graduate.

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Di Nikkei Asia

GUANGZHOU — XPeng, EHang e altre aziende cinesi stanno commercializzando quest’anno auto volanti, sfruttando i vantaggi del Paese nelle tecnologie delle auto elettriche per conquistare un’ampia fetta del mercato globale emergente.

XPeng AeroHT, una filiale della startup di veicoli elettrici, mira a vendere un veicolo elettrico a doppia modalità di decollo e atterraggio verticale (eVTOL), che può guidare sulla terraferma come un’automobile e staccare un modulo volante per viaggiare in aereo.

“I normali veicoli eVTOL non possono guidare a terra, ma il nostro modello è a doppio uso”, ha dichiarato Qiu Mingquan, vicepresidente di XPeng AeroHT.

L’Amministrazione dell’aviazione civile cinese ha iniziato l’esame per la certificazione del tipo di aeromobile, un requisito per l’operatività commerciale.

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L’XPeng AeroHT inizierà ad accettare i pre-ordini in Cina già da ottobre, con l’intenzione di iniziare la produzione di massa già dal prossimo anno. La domanda è attesa dalle aziende del settore turistico e dagli appassionati di outdoor.

Il prezzo dell’aereo sarà di 1 milione di yuan (138.000 dollari). Qiu ha dichiarato che l’azienda spera di riuscire a ridurre il prezzo fino a centinaia di migliaia di yuan.

“Se la produzione di massa su larga scala diventerà possibile, potremo ridurre drasticamente i costi” di materiali come la fibra di carbonio.

L’azienda intende espandersi all’estero. “Il Medio Oriente è un mercato importante per noi, dato il livello di regolamentazione, l’apertura alle novità e i costi“, ha dichiarato Qiu.

L’azienda mira inoltre a commercializzare un velivolo eVTOL integrato a doppio uso che non richiede la separazione, in cui l’elica di volo viene ripiegata e riposta sulla parte superiore del veicolo durante la guida. Un modello concettuale è stato presentato a gennaio alla fiera tecnologica di Las Vegas.

EHang ha ottenuto la certificazione di tipo per il suo modello EH216-S in ottobre. Il biposto può volare per 25 minuti con una sola carica. È stato messo in vendita il 1° aprile per 2,39 milioni di yuan in Cina e 410.000 dollari.

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Il mese scorso la startup ha ricevuto l’autorizzazione a produrre in serie il velivolo. Spera di collaborare con alberghi e altre aziende per commercializzare i servizi turistici.

“Abbiamo ricevuto richieste di informazioni dal Medio Oriente e dal Sud-Est asiatico”, ha dichiarato il vicepresidente He Tianxing.

Secondo un rapporto di China Merchants Securities del mese scorso, la Cina rappresenta il 50% del totale dei modelli eVTOL del mondo, superando di gran lunga il 18% degli Stati Uniti e l’8% della Germania.

Alla base del rapido progresso del settore delle auto volanti in Cina c’è l’accumulo di tecnologie legate ai veicoli elettrici, tra cui le batterie.

Si dice che le batterie per i veicoli eVTOL richiedano un’elevata densità energetica, superiore a 400 wattora per chilogrammo di peso. I produttori cinesi di batterie, come CATL, leader mondiale nel settore delle batterie per veicoli, stanno sviluppando prodotti per gli aerei eVTOL, offrendo ai produttori cinesi un vantaggio nell’approvvigionamento.

Molte tecnologie possono essere condivise tra il settore automobilistico e quello degli eVTOL. CITIC Securities ha affermato che “la tecnologia di produzione automobilistica per la riduzione del peso sostiene la realizzazione delle auto volanti”.

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La principale casa automobilistica statale Guangzhou Automobile Group sta sviluppando il veicolo GOVE eVTOL, in cui la sezione aeromobile si separa dal telaio del veicolo, con voli di prova che inizieranno il prossimo anno.

Aerofugia, società controllata da Geely, produce un aereo eVTOL che può ospitare sei persone e volare su lunghe distanze.

Molte città cinesi sono afflitte da gravi ingorghi, il che fa sperare che i veicoli eVTOL offrano mezzi di trasporto e logistica alternativi.

Le attività di eVTOL, droni ed elicotteri in Cina sono collettivamente note come economia a bassa quota. In occasione di una conferenza tenutasi a dicembre, il Partito Comunista Cinese ha dichiarato che quest’anno si impegnerà a promuovere l’economia a bassa quota, insieme alle industrie biotecnologiche e spaziali.

Anche i governi locali stanno fornendo un sostegno. A dicembre Shenzhen ha avviato misure di sostegno alle aziende del settore per incrementare i capitali ed espandere la produzione. Anche Guangzhou ha annunciato l’intenzione di istituire un’area per i test sul campo per le aziende collegate.

Tuttavia, permangono ostacoli all’utilizzo diffuso. I punti di decollo e di atterraggio sono ancora pochi e le norme di circolazione per i singoli conducenti non sono ancora in vigore.

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“Saremo costretti a volare con una frequenza relativamente bassa per i prossimi anni”, ha dichiarato un dirigente della società eVTOL.

Anche generare profitti non è facile. L’anno scorso EHang ha registrato una perdita netta di 300 milioni di yuan. Le aziende non sono ancora in grado di ridurre i costi della produzione di massa.

A novembre, lo short seller statunitense Hindenburg Research ha messo in dubbio la validità della certificazione di tipo e dei dati di preordine di EHang, accuse che l’azienda ha negato.

Per soddisfare un’ampia gamma di richieste, i costruttori di velivoli eVTOL stanno puntando sui mercati esteri.

Secondo le società di ricerca Global Information e MarketsandMarkets, il mercato globale degli eVTOL dovrebbe raggiungere i 23,4 miliardi di dollari nel 2030, circa 19 volte le dimensioni dello scorso anno. Oltre alla Cina, si prevede una crescita in Nord America, Europa e Medio Oriente.

Per effettuare operazioni commerciali all’estero, sono necessarie le certificazioni di tipo da parte di ciascun Paese. La startup statunitense Joby Aviation ha già richiesto la certificazione negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone.

Di Nikkei Asia


Nell’ultima seduta prima del voto luce verde al nuovo comitato interistituzionale: ci costerà 3,29 milioni. Sprint dei socialisti per blindare le norme sul Green deal.

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Scarica l’intervento di Roberto Borghini – Relazioni Accademiche, The Adam Smith Society ETS

L'articolo Roberto Borghini – X Energy Forum proviene da The Adam Smith Society ETS.


di JUAN NAVARRETE Da quando esiste lo Stato esistono le tasse. Oggi il cittadino medio si è abituato ad avere tasse tremendamente aggressive. Finanziare lo Stato attraverso queste imposizioni è diventato naturale come qualsiasi altra azione quotidiana della nostra vita. Ma non è sempre stato così! Anche le tasse comportano reazioni. Quando lo Stato non…

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Azteco offre a tutti un modo per mettere le mani sulla “moneta sintetica” senza rivelare la propria identità, creando un mondo in cui bitcoin è così onnipresente e facile da usare da risultare noioso.

Tradotto dall’originale di Frank Corva - pubblicato il 16 apr 2024 Azteco - acquistare bitcoin senza rivelare la tua identità

Nome della società: Azteco

Fondatori: Alexander Fernandez e Paul Ferguson

Data di fondazione: 2014

Sede centrale: Santa Monica, CA

Quantità di Bitcoin in cassa: Non divulgato

Numero di dipendenti: 12

Sito web: https://azte.co/

Pubblica o privata? Privata


Quando Alexander “Akin” Fernandez ha ideato Azteco più di dieci anni fa, voleva semplicemente rendere il bitcoin più facile da ottenere. Voleva che le persone potessero acquistare bitcoin con la stessa facilità con cui potevano acquistare una carta regalo prepagata, e così ha sviluppato un sistema in cui le persone possono acquistare buoni bitcoin prepagati per soli 10 dollari, riscattabili in un minuto.

I buoni Azteco sono ora disponibili in oltre 190 Paesi, acquistabili online o in contanti presso i venditori. Il vantaggio principale dell'acquisto di BTC tramite i buoni Azteco è il fatto che non è necessario rivelare la propria identità per farlo, senza contare che il processo di acquisto di un buono è semplice e veloce. Azteco offre funzionalità sia on-chain che Lightning, dando agli utenti la possibilità di riscattare i loro BTC sia sulla main chain di Bitcoin che sulla Lightning Network, una rete di pagamenti di livello 2 costruita sulla blockchain di Bitcoin.

Secondo le stime di Fernandez, oltre un milione di persone ha già acquistato i buoni Azteco. Ma le sue aspirazioni vanno ben oltre il numero già impressionante di voucher venduti: egli mira a servire una base di clienti di oltre 30 volte superiore, in quanto Azteco fa la sua parte nella “normalizzazione” di Bitcoin.


Di seguito viene riportata la trascrizione della nostra conversazione, modificata per ragioni di lunghezza e chiarezza.


Frank Corva: Da dove nasce l'ispirazione per Azteco?

Akin Fernandez: È nato dalla mia esperienza personale, quando ho scoperto che ottenere bitcoin è molto difficile. Ho capito che non deve essere così. Potremmo usare un sistema familiare come un buono di ricarica, che miliardi di persone usano per ricaricare i loro telefoni cellulari, e applicare questo processo all'ottenimento di bitcoin. Tutto ciò che dobbiamo fare è costruire un software, mettere in atto la distribuzione e poi dovrebbe funzionare. Ed guarda un pò, funziona.

Corva: Aveva in mente una clientela particolare quando ha progettato Azteco?

Fernandez: Sì, avevo in mente me stesso. Volevo essere in grado di ottenere bitcoin senza dover fare alcun tipo di sforzo. Volevo poter andare al supermercato, comprare 20 dollari di bitcoin e metterli direttamente nel mio portafoglio. E non sono l’unico. Posso supporre che ci siano altre persone come me, in grado di capire la proposta e la facilità d'uso e che si adatterebbero naturalmente.

Spesso le invenzioni nascono perché le persone risolvono i problemi per se stesse, non per arricchirsi o per qualsiasi altro motivo che non sia quello di risolvere i propri problemi. E poiché le persone sono simili, risolvono anche i problemi degli altri.

Corva: Parlando della sua esperienza personale. Ho letto che per un periodo di tempo lei non ha avuto una banca. È vero e, in caso di risposta affermativa, potrebbe spiegarci meglio?

Fernandez: Beh, sono diventato un “senza banca” per un motivo che, ancora oggi, non conosco. Sono andato nella “mia” banca per incassare un assegno e non hanno trovato il mio conto nel sistema. Non avevo ricevuto alcuna comunicazione da loro, né per iscritto né in alcun modo. All'improvviso, non avevo più un conto in banca. Così, per molti anni, non ho avuto accesso alle carte di credito o a tutto ciò che le altre persone in Occidente danno per scontato.

Questo mi ha insegnato una lezione molto, molto importante su quanto sia difficile fare qualsiasi cosa nel 21° secolo se non si ha accesso alle strutture bancarie. Potete dimenticarvi di fare acquisti online. Potete dimenticare qualsiasi tipo di comodità di entrare in un negozio e pagare con una carta. Tutto questo scompare.

Quindi, mentre lavoravo ad Azteco, mi è stato chiaro quanto sarebbe stato potente questo strumento, perché con Bitcoin non si può essere estromessi da terzi. Si ha il controllo sul proprio denaro sintetico.

Corva: L'ho già sentita usare l'espressione “denaro sintetico” e ha parlato di come non dovremmo riferirci al bitcoin come denaro vero e proprio. Perché è importante farlo?

Fernandez: È importante perché è vero. Il Bitcoin non è denaro, è un database. Può essere usato come denaro? Certamente. Può essere usato come denaro molto, molto bene. È una buona simulazione di denaro. Ma non è necessario che sia denaro perché sia utile.

Inoltre, se si chiama denaro il bitcoin, tutte le norme che lo Stato ha imposto sul denaro reale possono essere sovrapposte o spazzolate sul Bitcoin in modo inappropriato, rendendolo difficile da usare e più lento a diffondersi. È quindi molto importante dire la verità sul Bitcoin. Il Bitcoin ha impiegato così tanto tempo per entrare in tutti gli angoli perché è stato mal interpretato come denaro.

WhatsApp ha raggiunto un miliardo di persone in quattro anni e mezzo. Questo è il tipo di diffusione nei telefoni delle persone che ci aspetteremmo se i binari per accedere al Bitcoin fossero privi di attrito, proprio come lo sono per WhatsApp.

Il fatto che il Bitcoin non abbia raggiunto quel numero di persone indica che c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui la gente pensa a questo prodotto, e quindi è importante per noi pensarlo correttamente.

Corva: Quante persone sta raggiungendo Azteco? In altre parole, quanti voucher ha venduto Azteco nel terzo o quarto trimestre del 2023?

Fernandez: Non ho a disposizione i numeri veri e propri, essendo il CEO e non il CFO. Ma il mese scorso abbiamo avuto il nostro mese più importante di sempre. Me l'hanno detto ieri. Il numero di voucher che stiamo vendendo è in aumento, e questo è il risultato diretto dell'incremento della nostra distribuzione e anche del cambiamento del sentimento verso il Bitcoin su scala globale.

Siamo il modo più semplice per ottenere bitcoin. Quando le persone ci scoprono, dicono due cose: “Prima di tutto, perché non è tutto così facile?” e “Come mai non ne ho mai sentito parlare prima?”.

Le cose si stanno sinergizzando e unendo per portarci a un punto in cui siamo una forza globale per il bene e per portare il Bitcoin alle persone che ne hanno più bisogno - i non bancarizzati e le persone che non hanno accesso ai circuiti finanziari o che semplicemente non vogliono essere vittime dei circuiti finanziari.

Le aziende Bitcoin della vecchia scuola che hanno servito le persone negli ultimi 10 anni credono tutte che il Bitcoin sia denaro e rendono molto difficile ottenere un conto. Tutti sono così abituati all'idea di avere un conto bancario o un conto di qualsiasi tipo, che sia tramite e-mail o altro. Il presupposto immediato è: “Beh, ovviamente devo avere un conto per poter usare questo servizio”.

Con il Bitcoin, però, questo non è vero. Non è necessario avere un account. [Alcune] società che operano nel campo dei wallet lo fanno correttamente. Una di queste è Samourai Wallet e un'altra è Wallet of Satoshi, dove non è necessario aprire un conto per utilizzare il proprio denaro.

Stanno cercando di far passare l’idea che non si dovrebbe essere in grado di usare il bitcoin senza avere un conto. È quello che stanno cercando di fare nell'UE.

Corva: Lo stiamo facendo anche qui negli Stati Uniti con il Digital Asset Anti-Money Laundering Act (DAAMLA), la legge redatta da Elizabeth Warren.

Fernandez: Queste persone sono venute meno al loro giuramento. Hanno giurato di difendere e sostenere la Costituzione, che garantisce la libertà di parola di ogni singolo americano. Il Bitcoin è un discorso. È un database in cui il discorso viene scritto, memorizzato e trasmesso da una persona all'altra.

E se qualcuno pensa che io me la stia prendendo con i Democratici e non con i Repubblicani, Cynthia Lummis ha scritto una proposta di legge assolutamente spaventosa che ho fatto con grande piacere a pezzi sul mio blog.

Non capiscono qual è il loro ruolo di funzionari pubblici. Un servo non ha il controllo dei suoi padroni. Un servitore è obbediente agli elettori. Non è compito loro dire alle persone che devono fare il KYC per usare bitcoin.

Corva: Per quanto riguarda l'America e il bitcoin senza KYC, vede persone che usano Azteco perché vogliono un bitcoin senza KYC?

Fernandez: Per penetrare nel mercato americano, il servizio deve essere spiegato. Le persone devono essere deprogrammate. Non capiscono che il bitcoin non è un veicolo per guadagnare più fiat.

È necessario liberare le persone da queste cattive abitudini e mostrare loro che esistono modi migliori per fare le cose. L'esempio perfetto è WhatsApp.

Prima di WhatsApp, le persone erano solite pagare per gli SMS, mentre ora l'idea è impensabile. Un processo simile deve avvenire con il Bitcoin, dove è possibile inviare denaro ai familiari senza dover passare attraverso una terza parte o pagare tariffe esorbitanti o identificarsi o cose del genere.

Con il Bitcoin si ottengono anche altri sottili vantaggi. L'iperinflazione sta iniziando a farsi sentire e la gente comincia a capire che c'è qualcosa di sbagliato nel denaro.

Per le persone è molto difficile risalire alla causa principale dell'aumento dei prezzi da McDonalds. Ammettiamo che riescano a scoprire la causa, cosa potrebbero fare? Potrebbero andare a procurarsi il bitcoin, ma ci sono diversi passi in avanti prima che queste persone vedano il bitcoin come la risposta.

Corva: Sono d'accordo.

Fernandez: Inoltre, le aziende attuali - grandi aziende come Binance, Coinbase - sono sinonimo di bitcoin. Azteco deve essere sinonimo di ottenere bitcoin. La stragrande maggioranza delle persone sulla terra non è ricca. Non hanno 100.000 dollari da spendere in bitcoin. Vivono giorno per giorno.

Dato che queste persone non sono investitori e non hanno soldi da parte da tenere in bitcoin nella speranza che salga - cosa che ovviamente accadrà - hanno bisogno di avere bitcoin come denaro quotidiano per le spese di tutti i giorni.

Una volta che si inizia a parlare di queste cose, le opportunità e i modelli di business iniziano a cadere fuori dalla conversazione. Tutte queste Cynthia Lummises ed Elizabeth Warrens impediscono l'emergere di questi modelli di business perché stanno regolamentando qualcosa che non hanno il diritto di regolamentare.

Corva: Parlando di altre aziende, l'ho sentita parlare bene di Machankura, un protocollo che rende più facile per gli africani usare bitcoin in modo KYC, e che è un complimento per Azteco. Quali altre aziende nello spazio Bitcoin sono da elogiare per Azteco?

Fernandez: I portafogli Bitcoin etici sono da elogiare. Per etici intendo Samourai Wallet e Wallet of Satoshi. So che ad alcuni non piace Wallet of Satoshi perché l'architettura del backend non è di loro gradimento, ma queste persone non gestiscono aziende e non sanno quanto sia difficile fare queste cose.

L'ultimo arrivato è il portafoglio Bitkey che, secondo me, è assolutamente incredibile. Lo hanno progettato bene. Sia l'interfaccia utente che l'esperienza d'uso piaceranno a molti se non a tutti.

È da molto tempo che dico che qualcuno come Apple, Microsoft o qualche altra azienda entrerà nel mondo Bitcoin e porterà tutta l'esperienza accumulata nel pensare e progettare le interfacce utente nel processo di utilizzo del Bitcoin. Le aziende attuali non hanno pensato all'esperienza dell'utente.

Bitkey di Jack Dorsey ha rappresentato un “segnale” per molte persone che si sono finalmente rese conto che non possiamo continuare a fare quello che vogliamo e aspettarci che la gente lo accetti - l'idea di dover scrivere il proprio mnemonico prima di ricevere la prima transazione. È completamente folle.

Se Apple sviluppasse il proprio portafoglio Bitcoin o clonasse uno dei portafogli Bitcoin esistenti, il Bitcoin verrebbe esposto alle persone in un modo molto facile da capire e da consumare. Ci sarà una nuova generazione di utenti di Bitcoin per i quali il Bitcoin sarà del tutto normale, non minaccioso, intimidatorio o spaventoso.

Corva: Allo stesso modo in cui usare WhatsApp o Uber è ora normale...

Fernandez: È esattamente così. Il Bitcoin deve diventare noioso.

Frank Corva


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James Joyce - foto via Getty Images

Roma Capoccia

Per lo scrittore la Città eterna fu sede di intense riflessioni che avrebbero avuto un peso notevolissimo nello sviluppo della sua opera e nel germogliare dei suoi interessi

Se per Giorgio Manganelli, la città di Roma aveva assunto le fattezze ombrose della figura mitografica del labirinto, da sempre presenza fondante della poetica del Manga, per James Joyce la capitale fu epitome dei reticoli, delle ragnatele e degli spettri che, al pari di specchi, sarebbero stati capaci di rimandare, riflettere e connettere tra loro pulsioni inespresse e forme latenti della sua stessa personalità. Sede di intense riflessioni che avrebbero avuto un peso notevolissimo nello sviluppo della sua opera e nel germogliare dei suoi interessi, come quello per la condizione sociale irlandese e per la politica attiva, entrambi mutuati per paradosso proprio durante i giorni romani. Merito di aver saputo scandagliare nel pozzo stratificato e luminescente dell’opera di Joyce, va ascritto a Enrico Terrinoni, uno dei massimi esperti a livello internazionale dell’autore irlandese: Terrinoni, nel suo “Su tutti i vivi e i morti”, edito da Feltrinelli nel 2022, passa al setaccio le corrispondenze romane di Joyce.  

In particolare, e con operazione non tentata prima in Italia, Terrinoni è abile nel dimostrare come sia plausibile ritenere che alcuni snodi narrativi, alcuni aspetti salienti, la caratterizzazione stessa di determinati personaggi delle principali opere dell’autore irlandese presentino un forte debito con il soggiorno di Joyce a Roma. Joyce arrivò nella Capitale nel luglio del 1906, prendendo casa a via Frattina, con la moglie e il figlio. E nella città eterna, dove era giunto perché attratto dalla miglior paga di missione per il settore estero dell’istituto di credito per cui lavorava in Irlanda, trascorse sette mesi e sette giorni. Numeri estremamente ricchi di simbolismi.  

A Roma, Joyce ammira, come è inevitabile che sia, lo splendore dei panorami, delle opere d’arte, delle Chiese, ma coltiva del pari un ambiguo rapporto con il misticismo e con l’esoterismo, affascinato dalla figura e dal pensiero di Giordano Bruno. Si commuove pensando a Shelley, di cui rimira la targa apposta in onore e memoria. Roma è città di spettri. Di una insondabile morte che si fa presenza. La memoria di chi l’ha popolata, vissuta, amata, per chi l’ha attraversata come una stella cometa, è viva, forte, permea i marmi e gli steli d’erba. Non per caso, qui Joyce redigerà il capitolo conclusivo di “Gente di Dublino”, dal significativo ed evocativo titolo “I morti”. Proprio in quel capitolo, appare la meravigliosa, rivelatoria frase che sembra lasciar trasparire l’enigmatica personalità di Joyce; "assenza, la forma più alta di presenza".  

Durante i mesi romani, Joyce si interrogherà a lungo sul senso profondo e devastante del tradimento. Emotivo e relazionale, poiché egli stesso finirà al centro di uno scherzo crudele di amici irlandesi che gli faranno credere di essere stato tradito dalla moglie, ma anche politico, nella figura di Charles Stewart Parnell. Le ossessioni e le paure nutrite da Joyce saranno immerse nel lavacro di Roma, che finirà con l’operare quale potente esorcismo e come strumento di catarsi profonda. Il rapporto con la religione, visto anche il maturare del suo avvicinarsi al socialismo e Joyce intratterrà corrispondenza con socialisti italiani tra cui il fratello dell’economista Labriola, nella coltre profondamente spirituale ma anche, del pari, istituzionale e monolitica del cattolicesimo a Roma, giungerà a una crisi consapevole. Il clericalismo per Joyce si renderà spettro di dannazione, tanto da costituire ai suoi occhi una notevolissima colpa dei suoi amici, colpevoli in questo senso di aver tradito gli ideali e le aspirazioni. Il reticolo laocoontico dei tradimenti, come appunta con grande acume Terrinoni, diventerà saliente nell’ordito narrativo delle opere di Joyce, a partire da “Finnegans Wake”. Queste interconnessioni, queste forme scintillanti di interazioni da cui balugina la vita stessa, rappresentano uno dei più forti lasciti concettuali di Joyce. “Le storie sono fatte di interazioni, e quel che vediamo nasce da un “impatto tra il nostro vedere e l’oggetto sotto osservazione. Quando mutano le condizioni dell’osservazione, mutano insieme sia il soggetto vedente sia l’oggetto intravisto”. In un eterno labirinto rivestito di specchi.


di REDAZIONE*

«E così lei pensa che il denaro sia alla radice di tutti i mali?» disse Francisco d’Anconia. « Si è mai chiesto quali sono le radici del denaro? Il denaro è un mezzo di scambio, che non può esistere se non esistono merci prodotte e uomini capaci di produrle. Il denaro è la forma materiale del principio che se gli uomini vogliono trattare l’uno con l’altro, devono trattare scambiando valore con valore. Il denaro non è lo strumento dei miserabili, che vi chiedono il prodotto con le lacrime, né dei pescecani, che ve lo tolgono con la forza. Il denaro è reso possibile solo dagli uomini che producono. E’ questo che lei chiama male?

Quando accetta del denaro in pagamento dei suoi sforzi, lei lo accetta esclusivamente perché sa di poterlo dare in pagamento degli sforzi di qualcun altro. Non sono i miserabili o i pescecani che danno valore al denaro. Non basterebbero un oceano di lacrime né tutti i fucili del mondo per cambiare i pezzi di carta che si hanno nel portafogli col pane che ci servirà domani per sopravvivere. Quei pezzi di carta, che dovrebbero essere d’oro, sono un contrassegno d’onore… il nostro diritto sull’energia degli uomini che producono. Il portafogli è la nostra speranza che in qualche parte del mondo ci siano uomini che non tradiscano il principio morale che è alla radice del denaro. E’ questo che lei considera un male?

Ha mai osservato le radici della produzione? Dia un’occhiata a un generatore elettrico e osi dichiarare che è stato creato dagli sforzi muscolari di bruti senza cervello. Cerchi di far crescere un chicco di frumento senza la conoscenza lasciatale da uomini che l’hanno dovuta scoprire per la prima volta. Cerchi di ottenere il suo cibo solo con movimenti fisici … e scoprirà che la mente dell’uomo è alla radice di tutte le cose prodotte e di tutto il benessere che esiste sulla terra.

Ma forse vuol dire che il denaro è creato dal forte a spese del debole? Di che forza intende parlare? Non della forza dei muscoli o dei fucili. Il benessere è il prodotto della capacità dell’uomo di pensare. Allora il denaro è fatto dall’uomo che inventa un motore a spese di quelli che non l’hanno inventato? Il denaro è fatto dall’intelligenza a spese dell’idiozia? Dalla capacità a spese della incompetenza? Dall’ambizione a spese della pigrizia? Il denaro è fatto … prima che possa esservi tolto dai piagnistei o dai fucili … fatto dallo sforzo di ogni uomo onesto, a seconda della sua capacità. Un uomo onesto sa che non può consumare più di quanto abbia prodotto.

commercioCommerciare per mezzo del denaro è il codice degli uomini di buona volontà.Il denaro poggia sull’assioma che ogni uomo è il proprietario della propria mente e dei propri sforzi. Il denaro non permette di valutare i nostri sforzi se non con la scelta volontaria dell’uomo disposto a commerciare in cambio i suoi sforzi. Il denaro ci permette di ottenere per i nostri prodotti e per il nostro lavoro quello che valgono per gli uomini che li acquistano, non di più. Il denaro non permette alcun affare all’infuori di quelli a beneficio reciproco secondo il libero giudizio dei contraenti. Il denaro ci impone il principio che gli uomini devono lavorare per il propriobenessere, non per la propria sofferenza, per guadagnare, non per rimetterci … il principio che non esistono bestie da soma, destinate a portare il peso della nostra cattiveria … che bisogna offrir loro valori, non ferite … che il vincolo che unisce gli uomini non è lo scambio di sofferenze ma lo scambio di merci. Il denaro ci impone di vendere, non la nostra debolezza alla stupidità degli uomini, ma il nostro talento alla loro intelligenza; ci impone di comprare non quello che ci offrono, ma quello che più soddisfa le nostre esigenze. E quando gli uomini vivono di commercio … avendo la ragione, non la forza, come arbitro finale … è il miglior prodotto che vince, la migliore realizzazione, l’uomo che ha più criterio e più abilità. E il grado della produttività dell’uomo determina la sua ricompensa. Questo é il codice dell’esistenza, il cui simbolo è il denaro. E’ questo che lei considera un male?

Ma il denaro è solo uno strumento. Ci condurrà ovunque vogliamo, ma non prenderà il nostro posto. Ci darà i mezzi per la soddisfazione dei nostri desideri, ma non ci procurerà i desideri. Il denaro è la frusta per gli uomini che tentano di invertire la legge della causalità

… per gli uomini che cercano di rimpiazzare la mente rubando i prodotti della mente.

Il denaro non comprerà la felicità all’uomo che non sa quello che vuole: il denaro non gli darà un codice di valori, se quest’uomo evade la conoscenza di ciò che deve valutare, e non gli procurerà uno scopo, se evade la scelta di quello che cerca. Il denaro non comprerà l’intelligenza allo sciocco, né l’ammirazione al codardo, né il rispetto all’incompetente. L’uomo che tenta di comprare il cervello di coloro che gli sono superiori, sostituendo il denaro al discernimento, finirà con l’essere vittima di quanti gli sono inferiori. Gli uomini intelligenti lo sfuggiranno, e gli imbrogli e le frodi si ritorceranno su di lui, spinte da una legge che non ha scoperto: che l’uomo non può essere più piccolo del suo denaro. E’ per questa ragione che lei lo chiama un male? Solo l’uomo che non ne ha bisogno, è adatto a ereditare il benessere … l’uomo capace di farsi una fortuna anche se non l’avesse. Se un erede è uguale al suo denaro, il denaro lo servirà: altrimenti lo distruggerà. Ma voi che guardate gridereste che è stato il denaro a corromperlo. Davvero? Non è stato lui, invece, a corrompere il suo denaro? Non invidiate un erede che non vale niente; la sua fortuna non è vostra, e voi non avreste agito meglio di lui. Non pensate che dovrebbe venir distribuita fra voi; gravare il mondo di cinquanta parassiti, invece che di uno, non farebbe rimanere la virtù che ha creato quella fortuna. Il denaro è una potenza vivente che muore senza le sue radici. Il denaro non servirà la mente incapace di esserne degna. E’ per questa ragione che lei lo chiama un male?

denaroIl denaro è il mezzo per sopravvivere. Il verdetto che pronunciamo sulla nostra fonte di guadagno è un verdetto che pronunciamo sulla nostra vita. Se la fonte è corrotta, avremo dannato tutta la nostra esistenza. Abbiamo ottenuto il denaro con una frode? Sfruttando i vizi o la stupidità degli uomini? Imbrogliando gli sciocchi, in modo da ottenere più di quanto la nostra abilità meriti?

Scendendo a compromessi con i nostri principi? Facendo un lavoro che disprezziamo per gente che non stimiamo? Allora il denaro non ci darà un attimo né un centesimo di gioia. Allora le cose che acquisteremo diverranno non un tributo, ma un rimprovero. Non una conquista, ma il ricordo di una vergogna. Allora grideremo che il denaro è un male. Un male, solo perché non ci aiuterà a trovare il rispetto in noi stessi? Un male, perché non ci permetterà di goderci la nostra depravazione? E’ questa la radice del suo vero odio per il denaro?

Il denaro rimarrà sempre un effetto e si rifiuterà di divenire una causa.Il denaro è il prodotto della virtù, ma non ci darà la virtù né redimerà i nostri vizi. Il denaro non ci procurerà quello che non abbiamo guadagnato, né in materia né in spirito. E’ questa la radice del suo odio per il denaro?

O ha detto che é l’amore per il denaro, la radice di tutti i mali? Amare una cosa vuol dire conoscerne e amarne la natura. Amare il denaro vuol dire conoscere e amare il fatto che il denaro è la creazione di quanto di meglio abbiamo in noi, il mezzo di scambiare i nostri sforzi con gli sforzi di quanto di meglio c’é negli uomini. La prima a proclamare il suo odio per il denaro è proprio la persona disposta a vendere la propria anima per un centesimo … e ha tutte le ragioni per odiarlo. Quelli che amano il denaro sono disposti a lavorare, per procurarselo. Sanno di meritarselo.

Lasciate che vi dia un consiglio che vi aiuterà a capire il carattere degli uomini: l’uomo che detesta il denaro è quello che l’ha ottenuto in modo poco onorevole; l’uomo che lo rispetta se l’è guadagnato.

Sfuggite gli uomini che vi dicono che il denaro è un male. Questa frase è il campanello d’allarme, vi avvisa che c’è un pescecane in arrivo. Finché gli uomini vivranno insieme sulla terra e avranno bisogno di qualcosa per commerciare gli uni con gli altri … l’unico surrogato, se scartano il denaro, è il calcio di un fucile.

Ma il denaro esige da noi le più alte virtù, se vogliamo guadagnarcelo e mantenercelo. Gli uomini privi di coraggio, di orgoglio e di stima in se stessi, gli uomini che non hanno alcun senso morale del loro diritto al denaro e che non sono disposti a difenderlo come difenderebbero le loro stesse vite, gli uomini che chiedeono scusa perché sono ricchi … non rimarranno ricchi a lungo. Essi sono la preda naturale dei pescecani che stanno nascosti sotto gli scogli per secoli, pronti a saltar fuori al primo odore di un uomo che chiede di essere perdonato perché possiede il benessere. Si affretteranno a liberarlo della colpa … e della vita, come si merita.

Allora assisteremo al cammino degli uomini di due tipi … degli uomini che vivono con la forza, pur contando su quelli che vivono di commercio perché creino il valore del loro denaro … e degli uomini che vivono secondo virtù.

DENAROIn una società morale, questi sono i criminali, e i codici sono fatti apposta per difenderci da loro. Ma quando una società stabilisce dei criminali-per-diritto e dei pescecani-per-legge, uomini che usano la forza per appropriarsi del benessere di vittime disarmate, allora il denaro diventa il vendicatore di colui che lo ha creato. Questi pescecani pensano che non ci sia pericolo a derubare degli uomini indifesi, una volta approvata una legge che li disarmi. Ma il loro furto diventa un magnete per gli altri ladri, che ruberanno il denaro a coloro che l’hanno a loro volta rubato. E così la gara continua non per quelli che sono i più abili a produrre, ma per quelli che posseggono la maggior dose di spietata brutalità. Quando si agisce secondo forza, l’assassino vince sul borsaiolo. E allora la società scompare, in un nuvolo di rovine.

Volete sapere se questo giorno arriverà? Attenti al denaro. Il denaro è il barometro delle virtù di una società. Quando vi accorgerete che il commercio é fatto non per consenso, ma per costrizione, quando vedrete che per poter produrre avete bisogno di un permesso da parte di uomini che non producono, quando vi renderete conto che il denaro vi sfuma dalle mani non per merci, ma per favori, quando osserverete che gli uomini diventaono più ricchi rubano e costringendo che lavorando, e che le leggi non vi proteggono contro di essi, ma proteggono loro contro di voi … quando vedrete che la corruzione viene ricompensata e l’onestà diventa un olocausto … allora capirete che la vostra società è condannata. Il denaro è una cosa tanto nobile che non scende a patti con i fucili o con la brutalità. Non permetterà ad una società di sopravvivere fra i pescecani e i ladri.

Ogni qualvolta fra gli uomini appaiono dei distruttori, cominciano prima di tutto a distruggere il denaro, perché il denaro è la protezione degli uomini e la base di un’esistenza morale. I distruttori si impossessano dell’oro, dando in cambio un mucchio di carta. Questouccide tutti i principi obbiettivi e consegna gli uomini al potere arbitrario, un arbitrario giudice dei valori. L’oro era un valore oggettivo, un equivalente della ricchezza prodotta. La carta é un’ipoteca su una ricchezza che non esiste, appoggiata da un fucile puntato su coloro che devono produrre. La carta é un assegno rilasciato dai pescecani legali su un conto che non é il loro: sulle virtù delle vittime. Attenti al giorno in cui l’assegno vi sarà rimandato indietro con sopra scritto: “Per mancanza di fondi”.

Quando avrete fatto del male un mezzo per sopravvivere, non vi aspettate che gli uomini rimangano buoni. Non vi aspettate che rimangano morali per far cuscino agli immorali. Non vi aspettate che producano, quando la produzione viene punita e il ladrocinio ricompensato. Non chiedetevi: “Chi distrugge il mondo?” Siete voi.

Siete in mezzo alle più grandi conquiste della più grande civiltà produttiva e vi chiedete perché vi cade a pezzi intorno, mentre condannate la sua linfa vitale … il denaro. Considerate il denaro come lo consideravano i selvaggi prima di voi, e vi chiedete perchè la giungla sta man mano inghiottendo le vostre città. Nella storia dell’uomo, il denaro è sempre stato rubato da pescecani di un tipo o dell’altro, i cui nomi cambiavano, ma i metodi rimanevano gli stessi: impossessarsi della ricchezza con la forza e tenere i produttori legati, diffamati, oppressi, privati dell’onore.

Quella frase sul male del denaro, che pronunciate con tanta virtuosa indifferenza, proviene da un’epoca in cui il denaro veniva prodotto dal lavoro degli schiavi … schiavi che continuavano a ripeterla, dopo che fu scoperta dalla mente di qualcuno, e rimasta così per secoli. Finché la produzione veniva regolata dalla forza e la ricchezza veniva conquistata con la violenza, poteva andar bene.

BurocraziaPerò, attraverso secoli di miseria e di fame, gli uomini hanno continuato a esaltare i pescecani, a considerarli aristocratici della spada, aristocratici per nascita, aristocratici della burocrazia, e a disprezzare i produttori, a considerarli schivi, commercianti … e industriali.

Per la gloria dell’umanità, c’é stata, per la prima e ultima volta nella storia, una nazione del denaro

e non trovo miglior tributo da offrire all’America, perché questo significa: una nazione di ragione, di giustizia, di libertà, di produzione, di conquista. Per la prima volta, la mente dell’uomo e il denaro furono liberati e non esistevano più fortune-per-conqusta, ma fortune-per lavoro, e al posto degli uomini con la spada in mano apparvero i reali costruttori del benessere, i più grandi lavoratori, gli esseri umani più evoluti… gli uomini fatti da sé … gli industriali americani.

Se mi chiedete di nominare la più orgogliosa distinzione degli americani sceglierei… perché contiene tutte le altre… il fatto che sono stati loro a creare la frase “far soldi”. Nessun altro popolo e nessun’altra nazione aveva mai usato prima qeuste parole; gli uomini avevano sempre pensato alla ricchezza come a una quantità statica… da ereditare, chiedere, rubare, dividere o ottenere come un favore. Gli americani sono stati i primi a capire che la ricchezza deve essere creata. Le parole “far soldi” contengono l’essenza della moralità umana.

Eppure queste furono le parole per le quali gli americani furono condannati dalla cultura dei continenti dei pescecani. Ora il credo dei pescecani vi ha convinti a considerare le vostre più grandi conquiste come un marchio di infamia, la vostra prosperità come una colpa, gli industriali come delinquenti, e le vostre meravigliose fabbriche com il prodotto e la proprietà di un lavoro muscolare, il lavoro di schiavi, frustati come quelli delle piramidi d’Egitto. Il farabutto che dice di non vedere alcuna differenza fra il potere del dollaro e quello della frusta, dovrebbe imparare la differenza sulla sua stessa schiena … come penso che avverrà.

Finché e a meno che non scoprirete che il denaro è alla radice di ogni bene, sarete voi stessi gli artefici della vostra rovina. Quando il denaro finirà di essere il mezzo di scambio fra gli uomini, allora gli uomini diverranno gli schiavi degli uomini. Sangue, fruste e fucili … o dollari. Fate la vostra scelta … non c’è n’é altra … è giunto il momento”.

*Discorso sul denaro di Francisco D’Anconia (La Rivolta di Atlante, di Ayn Rand, Corbaccio editore)

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Nella trasmissione Prima di Domani, a fronte della speranza manifestata di una Festa della Liberazione condivisa espressa in maniera un po’ scontata da un partecipante, Gad Lerner riaffermava seccamente che era bene che fosse e restasse divisiva. Si può tranquillamente riconoscere che la sua voce fosse quella dell’intera sinistra, che lucra su tale festa per affermare la sua presenza quale unica autentica erede della guerra partigiana, elevata a protagonista principale della liberazione, tanto che nella sua ricorrenza viene di fatto del tutto marginalizzata la presenza degli alleati.

È una falsificazione storica, perché è vero che la data prescelta, il 25 aprile, lo è stata per essere quella della cacciata da Milano delle truppe tedesche ad opera di forze partigiane, ma effettuata di fronte ad una loro ritirata a seguito dello sfondamento della linea gotica, a guerra persa, poco prima dell’entrata in città degli anglo-americani. Ma questa precisazione sarebbe bene tenerla presente, per non esagerare l’importanza militare della Resistenza, senza per questo diminuirne la rilevanza etica e politica, di cui c’è certo traccia profonda nella nostra carta costituzionale.

La Costituzione “antifascista”

Definirla antifascista può essere corretto se si guarda alla congiuntura storica in cui vide la luce, nel segno di un ritorno alla libertà dopo il Ventennio, ma nella veste assunta è una carta che configura una democrazia liberale e sociale, di per sé contraria ad ogni sistema autoritario e totalitario, fascista o comunista, il fascismo di Mussolini e il comunismo di Stalin, con in vista una sorta di pacificazione nazionale, in sintonia con l’amnistia per i reati commessi dall’una e dall’altra parte nella guerra civile.

Ne rappresenta una chiara conferma la disposizione transitoria n. 12, che, al primo comma, guardando al futuro, vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”; ma, poi, al secondo comma, volgendo lo sguardo al futuro, ammette sì di poter introdurre per legge “limitazioni … al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”, ma solo se “temporanei” e, comunque “non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione”.

D’altronde, è in tale spirito che la Festa venne proposta da Alcide de Gasperi, allora presidente di un governo di “unità nazionale”, nel 1946 e tradotta in un decreto di Umberto II, “A celebrazione della totale liberazione dell’intero territorio italiano”, quindi senza ricollegarla affatto alla azione della sola resistenza; e venne istituzionalizzata nel 1949, insieme alla Festa della Repubblica, il 2 di giugno, ricorrenza del referendum, sempre con De Gasperi, questa volta presidente di un governo centrista.

Il monopolio del 25 aprile

Non occorre qui ritornare sul come e perché il PCI riuscì a realizzare un monopolio della Festa del 25 aprile, con a sua madrina l’Associazione nazionale partigiani, utilizzandola come l’occasione di una grande mobilitazione antifascista: da un canto, legittimando e in pieno come “democrazia progressista” quella dell’Unione Sovietica e dei Paesi satelliti, solo per il fatto che l’Urss era stata una protagonista determinante nella guerra contro il nazi-fascismo; dall’altro, coltivando l’accusa di fascismo nei confronti dei governi che lo escludevano, mettendo alla gogna la loro azione politica come anti-resistenziale e anticostituzionale.

La prima ragione è venuta meno, ma non per scelta consapevole del PCI, tanto che lo stesso Enrico Berlinguer non si spinse oltre al riconoscere che la spinta propulsiva della rivoluzione di ottobre era venuta meno; ma per la fine traumatica della stessa Urss, a partire dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989.

La seconda è rimasta, come una caratteristica essenziale dello stesso genoma del partito, a prescindere dalla sigla via via adottata, che nel rivendicare l’eredità esclusiva della Resistenza, come fondamento di una Carta costituzionale antifascista, si considera l’unica forza politica autorizzata a definire la legittimità costituzionale di qualsiasi altra. Col che viene a violare la regola prima della democrazia, che è quella per cui, a sensi dell’art. 1, co. 2, “La sovranità appartiene al popolo”, che le esercita in primis nelle elezioni politiche.

Del tutto conseguente è la svalutazione dei risultati elettorali, dai quali emerge la coesistenza di una maggioranza e di una opposizione, perché le elezioni politiche relativamente libere sarebbero compatibili con una democratura tipo Orban o, almeno, secondo il nuovo guru della sinistra, Antonio Scurati, con una maggioranza fascistoide.

Una festa divisiva

Per questo la voce di Lerner è la voce dell’intera sinistra, che il 25 aprile resti una festa divisiva, tanto da rendere ipocrita la richiesta di una partecipazione di Giorgia Meloni, cui basterebbe recitare la formula sacramentale di “essere antifascista”. La cosa che non si vuole capire è che dirsi “antifascista”, con riguardo non al fenomeno storico ma al comportamento del governo in carica, come di fatto è successo in maniera eclatante durante questo 25 aprile, significherebbe non solo smentire sé stessi, ma addirittura il consenso elettorale ottenuto.

L’errore del PCI, condiviso se non addirittura esaltato col tempo, è quello di non tenere conto che il fattore K, della conventio ad excludendum, è stato superato a livello istituzionale ma non a livello del corpo elettorale. Secondo Silvio Berlusconi il comunismo era morto, ma i comunisti erano sopravvissuti. Una battuta, ma a prescindere da quanti si considerino oggi tali, quelli che sono sopravvissuti stratificati nella memoria collettiva sono i ricordi del pericolo rappresentato per decenni dal PCI, allineato in tutto e per tutto all’Unione sovietica, così come tradotti nelle elezioni del 18 aprile 1948, dove si giocava la partita fra essere una democrazia pluralista o una democrazia progressista.

Saranno pochi i comunisti sopravvissuti, ma sono a tutt’oggi molti che solo con estrema fatica si dichiarerebbero anticomunisti, per non voler fare i conti con il passato. Il che alimenta l’anticomunismo ancora ben diffuso, che non coincide affatto con un fascismo di ritorno. Criticare per generico e ambiguo l’opposizione ad ogni totalitarismo, perché riferito sia al fascismo e al comunismo, mentre in Italia c’è stata una dittatura fascista ma non una dittatura comunista, significa, qui sì, non voler fare i conti col proprio passato, di un PCI post-bellico ancora sostanzialmente antidemocratico, fino al punto di ravvisare nella rivolta ungherese una controrivoluzione fascista.

Finita la Festa, gabbato lo Santo, dove qui lo Santo è il credere che ci sia una larga maggioranza anti-governativa, quale testimoniata dalla mobilitazione di alcune decine di migliaia. No, purtroppo non contano le piazze, ma le urne. Qui sta il problema di un Pd che, inchiodato al 20 per cento, vorrebbe essere il partito egemone di un “campo aperto”, da un voto all’altro, sempre più ristretto.


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Hey Everyone! It’s 95 degrees and gorgeous down here in Nicaragua where I’m wrapping up a week-long Passover celebration. But just because I’m on vacation, it doesn’t mean Libs of TikTok stops catching creeps and groomers; the culture war stops for no one. TWO BIG WINS this week — both involve protecting children in our nation’s schools.

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Globalism, the grand illusion, peddles a spatial delusion where billions are neatly slotted into their “optimal” positions. A grand narrative, meticulously crafted and sold with an evangelical fervor that suggests the world cannot endure in any other form.

This is the modus operandi of all such 'isms'. A definition is artfully laid down, a fictitious field is meticulously mapped, and the unsuspecting masses are herded towards their designated spots.

The threat of cataclysmic consequences looms large for those who dare to resist. Yet, the ordinary folk remain blissfully unaware of these fictitious spaces and their profound psychological influence. So, they comply, like lambs to the slaughter.

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A museum, a repository of a thousand paintings, each a unique universe of space, can offer invaluable lessons. I'm not referring to the physical spot on a wall, but the inner realm, the space that the artist conjures up and molds on the canvas.

Globalism's space is a game of control and distribution, a ruthless chessboard of goods and services. It's a covert operation to obliterate borders and nations, masquerading as a unified planet, selling a “Star Trek”-like world to the unsuspecting masses. It's a sly manipulation to broadcast saccharine messages of universal “share and care,” while ensuring every individual “knows their place.”

Globalism is just another con in a long line of planetary scams. It constructs a space and audaciously claims it as the future for all. It's a mediocre painting by a group of unremarkable artists, hardly deserving of a place in a run-of-the-mill gallery, let alone a prestigious museum.

In a society that values awareness and introspection, individuals would be prompted to ask themselves, “What space do I wish to create, and to what end?” This shifts the focus back to the individual and their inner potential, away from sweeping ideologies with their warped narratives.

If you were an artist, what would your masterpiece look like? This question is akin to asking: if you could shape your future and all the space that accompanies it, what would you create?

To arrive at an answer, you don't need the GPS coordinates of Globalism. They would only serve as a hindrance, a distraction from your true path. They would be illusions, veiling your inherent power.

A Lily Bit is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber.

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David Rockefeller, in his memoirs, proudly admits to being part of a clandestine cabal working against the best interests of the United States. He boasts of conspiring with others to construct a more integrated global political and economic structure. If that is the charge, he declares, he stands guilty and wears his guilt as a badge of honor.

The Rockefeller family, represented by this man, has been a dominant force in banking, oil, modern medicine, covert politics, and powerhouses of Globalism (such as the Council on Foreign Relations) for a century. They are the puppet masters, orchestrating the world's events from behind the scenes. Yet, their power is illusory, a facade that crumbles under scrutiny.

In the face of such power, one might ask, “What can I, as an individual, do?” The answer lies in recognizing that the power of these global puppet masters is a mirage, a grand illusion that relies on our compliance and belief. Once we see through this, we can begin to reclaim our own power, our own space.

The space you create is your canvas, your masterpiece. It is not bound by the constraints of Globalism or any other 'ism'. It is a reflection of your inner resources, your dreams, your aspirations. It is a testament to your power, your potential, your ability to shape your own future.

So, I ask you again, “What space do you wish to create, and to what end?” The answer lies within you, not in the grand narratives of Globalism or the machinations of the Rockefellers. The answer is your power, your space, your future. Reclaim it, shape it, own it.


Globalism, with its self-righteous assertion, posits that no nation can exist independently from the “family” of other nations. It paints a nation that claims its sovereignty as a lunatic traitor, defying the natural order of things. Yet, what truly binds nations together is not a shared destiny or common values, but a web of propaganda and treaties that serve the interests of mega-corporations and their insatiable appetite for super-profits.

Globalism is a secular piece of messianic hype, a Disneyesque altruism that masks its true intentions. Spend ten minutes explaining the principles of Globalism to any street hustler, and they would recognize it as a standard con, a scam of epic proportions.

Obama's warning to the British, that their withdrawal from the Globalist European Union would put them at the back of the line in negotiating a separate trade treaty with the United States, was sheer fiction. A blatant lie, a fear-mongering tactic to keep the British in line.

Britain, or any nation for that matter, that has goods to sell and a desire to buy will always find trade partners. An agreement could be scribbled on a napkin over dinner, sealed with a handshake and a mutual understanding of mutual benefit.

Trade deals like the TPP and TTIP are thousands of pages long and take years to negotiate, not because they are complex, but because the heavy hitters at the negotiating table are looking for new, ingenious ways to carve up the world into larger profits for themselves.

Globalism, hiding behind thousands of academic analyses and theoretical frameworks, picks up jobs from one nation, where wages are reasonable and working conditions are tolerable, and dumps them in hellholes where wages are nearly invisible and conditions are poisonous. It's that simple, and any moron could see how the job-exporting nations would suffer ... if by nations we meant people, not criminal corporations and criminal investors.

Yet, the proponents of Globalism continue to peddle their lies, masquerading as saviors of the world while perpetuating a system that benefits only a select few. They preach unity and cooperation, while orchestrating a global race to the bottom, where the only winners are the ones who already hold the reins of power.

In the face of such blatant manipulation, one must ask, “Who truly benefits from Globalism?” The answer, my friends, is not the ordinary people, the workers, the dreamers, the builders. It is the mega-corporations, the criminal investors, the puppet masters who pull the strings from behind the scenes.

Yet, the narrative of Globalism is sugarcoated with “share and care” rhetoric, a thinly veiled attempt to mask its true nature. The United States government could have repealed the NAFTA, CAFTA, and GATT trade treaties a minute after they were ratified, and tossed the TPP and TTIP documents out the window the moment they were proposed; and all would have been well. In fact, it would be better, much better.

For instance, without NAFTA, US producers wouldn't have been able to flood Mexico with cheap corn, forcing 1.5 million Mexican corn farmers into bankruptcy and driving many of them to cross the border and come to the US to find work.

No US President since Nixon has challenged the march of Globalist “free trade.” All Presidents since then have been complicit in the Rockefeller plan. And the US economy, which is to say jobs, has suffered as a result. The 2008 financial crash was just one factor in the decline. The promise of cheap imports for sale in the US, the justification for free trade, doesn't work when people here have no jobs and no purchasing power.

Major media, fronting for free trade, have panicked over Donald Trump's claim that he would reject Globalism. They would have panicked over Bernie Sanders' similar promise, if they ever thought he had any chance of becoming President. The media have their marching orders from on high, the deck is stacked, the cards were dealt long ago.

The Biden administration spouts pathetic and empty generalities about creating jobs. Small tax breaks for small businesses that “share profits with employees,” the “removal of government red tape,” “funding breakthroughs in scientific and medical research,” “expanding job training opportunities,” the truth is, their basic method for stimulating the economy has always been: find a war, any war, and fight it.

But what of The Individual? Is he just a tiny force pitted against a colossus? No, not unless he sees himself that way. So, what can he do? First, he must find the thing within himself that defies the odds, supersedes the “normal response,” casts aside all ordinary formulations of what he is. That thing, that power, is imagination.

Imagination has the ability to come up with solutions and strategies, on both a personal and planetary level, that have never been considered before. Imagination is the wild card, and it belongs to the Individual. The individual is not the group, he is a unique entity, capable of extraordinary things when he liberates himself from petty ideas and limitations about what he is.

That journey of liberation is his own, a journey of imagination. It is not anybody else's journey, it is his alone. He has everything he is capable of doing when he frees himself from the constraints of society and political allegiance and unleashes the power of his imagination. Exercises and techniques for accessing and deploying imagination are essential, exercises that allow the individual to reinstate his basic creative position in life, to use his imagination in many different ways, ramping up his power.


So, let us not be fooled by the false promises of Globalism, the empty rhetoric of “share and care.” Let us recognize the power of the Individual, the power of imagination, and let us embark on a journey of liberation, a journey that will lead us to a brighter, better future. A future that is not dictated by the machinations of the Rockefellers and their ilk, but by the limitless potential of the Individual and his imagination.

Imagination is the key to unlocking a person's potential, allowing them to see what could exist but doesn't now exist. It is the gateway to invention, the knowledge that one can think thoughts that have never been thought before. The journey of individual liberation is not simply about discovering what already exists in one's own mind, it is about harnessing the power of imagination to shape the world as it could be.

The world as it is, things as they are, Globalism as it is, collectivism, the group, all of these represent a sensation of depleted imagination. But imagination never diminishes, it simply waits for you to tap into its limitless potential. When you deploy your imagination, hidden energies are unlocked, and a power that was sought after and never found in other endeavors appears.

Imagination is larger than any universe, it needs no sanction from the world, it is not some secret form of physics, it is not religion, it is not cosmology, it is not any one picture of anything. It is what you invent. The Collective does not have imagination, it poaches on individuals with imagination, it is a graveyard where imagination has been downgraded and forgotten.

The true power to shape this world has always lain in your hands. Choose well!

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Imagination soars, it is the individual at the edge of their own exploration. It was the source for the building of modern civilization, but then civilization became dedicated to itself as the group, stifling the creative power of the individual. But the individual never goes away, and neither does their imagination. Imagination can light up a room, a house, a city, a nation, a planet, a galaxy, a universe!

So, what will the individual do about Globalism? The challenge isn't going to be resolved by taking mere traditional approaches, it isn't going to be solved by thinking along traditional lines.

People tend to ask for answers, but what if the ordinary answers don't work? What if something else has to happen? What if many individuals have to wake up to the range and scope and power of their own imaginations and come up with new answers? What if that's the case? What if that's the exit from the situation in which we find ourselves?

It is the exit, and it starts with harnessing the power of imagination.


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Di Clyde Russell

LAUNCESTON, Australia, 23 aprile (Reuters) – La Cina domina la produzione e la vendita di veicoli elettrici a livello mondiale, ma un nuovo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) indica che il Paese sta estendendo la sua influenza nel settore automobilistico alle economie asiatiche in rapida crescita.

Il rapporto Global Electric Vehicle (EV) Outlook 2024 dell’AIE, pubblicato martedì, mostra che la Cina ha rappresentato il 60% di tutte le vendite di veicoli elettrici nel 2023 e che la sua rapida adozione continuerà, con una vettura su tre sulle strade cinesi nel 2030 che dovrebbe essere elettrica.

Forse, in modo più significativo, l’AIE vede l’influenza e la leadership della Cina nel settore dei veicoli elettrici diffondersi in tutta l’Asia, in quanto sfrutta le sue vaste risorse industriali per investire e promuovere veicoli elettrici più economici in paesi come la Tailandia, il Vietnam e l’Indonesia.

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La chiave del successo dei veicoli elettrici cinesi, rispetto a quelli prodotti in Europa e in Nord America, è il costo.

“In Cina, stimiamo che più del 60% delle auto elettriche vendute nel 2023 saranno già più economiche dell’equivalente medio dei motori a combustione”, si legge nel rapporto.

“Tuttavia, in Europa e negli Stati Uniti le auto elettriche continuano a costare dal 10% al 50% in più rispetto alle equivalenti con motore a combustione, a seconda del Paese e del segmento di auto”, ha dichiarato l’AIE.

La Cina sta seguendo un percorso diverso con i veicoli elettrici rispetto all’Europa e al Nord America, scegliendo di puntare su city car più piccole e più economiche, in grado di competere e persino di superare i veicoli equivalenti con motore a combustione interna (ICE).

Al contrario, la maggior parte dei veicoli elettrici europei e statunitensi sono stati più grandi, più lussuosi e più costosi, con le case automobilistiche che apparentemente si rivolgono a una fascia demografica più ricca di utilizzatori precoci delle nuove tecnologie.

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La Cina ha acquisito un vantaggio iniziale nel rendere i veicoli elettrici più economici e accessibili a un maggior numero di persone, una strategia che probabilmente darà i suoi frutti in Asia.

Questo vale soprattutto per i Paesi in cui il passaggio ai veicoli elettrici, sia per le auto che per i veicoli a due o tre ruote, gode di un sostegno politico e di incentivi da parte dei governi.

Di Clyde Russell

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America Last: The Right’s Century-Long Romance with Foreign Dictators by Jacob Heilbrunn Liveright, 2024; 249 pp.

Jacob Heilbrunn, who is the editor of The National Interest, is dismayed that some leading figures on the American Right show an affinity for European dictators; he has in mind especially the “Hungarian strongman” Viktor Orbán and the Russian president Vladimir Putin. This admiration, not the foreign policy realism they claim to champion, leads these figures on the Right to sympathize with Putin’s expansionist war against Ukraine rather than defend democracy by coming to the victim’s aid. The affinity is nothing new, Heilbrunn argues, but has been a pattern for over a century. Heilbrunn writes:

A variety of politicians on the Right, too, have regularly embarked upon quixotic quests for a utopia abroad, whether in Kaiser Wilhelm’s Germany or Mussolini’s Italy, in Augusto Pinochet’s Chile or Viktor Orbán’s Hungary. The desire to live in a personal dream palace has repeatedly manifested itself over the decades, and usually ended in blaming rather than celebrating America first. Aggrieved, or at least disappointed, by what they perceived as their own society’s failings—its liberalism, its tolerance, its increasing secularism—conservatives have searched for a paradise abroad that can serve as a model at home.

Heilbrunn’s book is a veritable maze of conceptual confusions, and though Heilbrunn has read a considerable amount, he is often inaccurate and misleading. In what follows, I will give a few examples of these confusions and mistakes.

Probably the most important of these confusions involves war. When a war breaks out outside the United States, it faces a choice on whether to get involved. Until Woodrow Wilson decided otherwise, the policy of the United States was to stay out of European wars, and the so-called isolationists and “America firsters” wished—in continuation of traditional US foreign policy—to stay out of both of the world wars. This desire to do so must be distinguished from admiring the German kaiser, much less Adolf Hitler. One can claim that these leaders posed no direct threat to America without admiring them, and one can admire aspects of their personalities or rule while rejecting others.

Heilbrunn’s failure to distinguish between the wish to stay out of war and admiration for an authoritarian ruler is particularly evident in what he says about historical revisionism, the movement of prominent American historians that rejected Article 231 of the Treaty of Versailles, which assigned exclusive responsibility for World War I to Germany. It was not devotion to the kaiser that led Sidney Bradshaw Fay, Harry Elmer Barnes, and other leading historians to their accounts of the war’s origins but rather their study of the documents and memoirs now available to them after the war had ended. One strong indication that this is so is that by no means did Fay and Barnes exonerate Germany from blame for the war, though they did put the primary responsibility elsewhere.

The view that Heilbrunn takes of the war’s origins is the opposite of the one he attributes to the revisionists. He thinks that they exonerate Germany because they love the kaiser; he blames Germany because he hates the kaiser: “Kaiser Wilhelm II was a monster.” He says that had Wilson failed to enter the war, the result would have been disaster for the world. The opponents of entering the war feared the malign consequence of doing so for domestic liberty, and they were right. Nevertheless, Wilson’s policy was justified:

[The opponent of the war] opposed militarism and maintained that entry into the war would destroy Wilson’s domestic reform program. It did. After he led the US into the war in April 1917, Wilson rapidly established a surveillance state to quash domestic dissent and whipped up a good deal of hysteria about the loyalty of German Americans. . . .

What [Michael] Kazin calls the “anti-warriors” had legitimate grounds for balking at America’s involvement in Europe’s horrific war, but they refused to recognize that it would have been tantamount to abandoning Europe to German tyranny, an outcome that would only have heightened the Kaiser’s desire for world supremacy and, eventually, led to a direct military confrontation between Berlin and Washington.

This conjuration of doom is belied by Germany’s peace offer in late 1916 and early 1917, which Heilbrunn does not mention. In his account of Wilson’s policy, Heilbrunn stresses Germany’s resumption of unrestricted submarine warfare, but the illegal British starvation blockade of Germany—and Wilson’s unneutral condonation of it—is ignored.

Heilbrunn’s treatment of America’s entry into World War II is, if anything, worse. He mentions with apparent incredulity George Morgenstern’s brilliantly written Pearl Harbor: The Story of the Secret War, but he does not tell readers that its thesis that Franklin Roosevelt willfully exposed the American fleet at Pearl Harbor to a Japanese attack was endorsed by Charles Beard, America’s most renowned historian at the time of the book’s publication. Heilbrunn also takes it as obvious that the historian William Henry Chamberlin, whose surname he misspells, is mistaken in arguing that the war against Hitler paved the way for Joseph Stalin’s conquest of Eastern Europe. For Heilbrunn, it must be true that such a view is motivated by admiration for Hitler.

Heilbrunn cannot distinguish between “Stalin is no better, and perhaps worse, than Hitler” and “Hitler is a great leader whom we ought to venerate.” He should have been able to do so, since he himself mentions that some opponents of Roosevelt’s New Deal argued that it was bringing fascism to America. One can hardly use this argument and at the same time like fascism, but Heilbrunn oddly does not take this consideration to be a reason against his own view that these foes of Roosevelt were fascist sympathizers.

It is apparent that Heilbrunn has no interest in a careful analysis of the noninterventionists. He is simply looking for ammunition against them. To show my own exemplary fairness, by contrast, I’ll mention two cases in which Heilbrunn overlooked material that would have helped him. He does not note that Harry Elmer Barnes and Henry Ford were friends, and in his indictment of Pat Buchanan for questioning the prevailing orthodoxy about World War II, he does not mention Buchanan’s book Churchill, Hitler, and the “Unnecessary War.” Perhaps it is just as well, considering the hash he would have made of it.

I shall close with two howlers. Heilbrunn has the wrong king appointing Benito Mussolini prime minister, and the “benedict option” of Rod Dreher refers to Benedict of Nursia, not Pope Benedict XVI.

Note: The views expressed on Mises.org are not necessarily those of the Mises Institute.


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Arturo Portillo

FEE en Español Director

Arturo is an economist and entrepreneur, he is currently enrolled in a Master's degree in International Business. He is also the co-founder of FEE en Español, an initiative that has been successful in reducing economic illiteracy, having educated over 80,000 students in 12 countries since 2019.

Fellow of prestigious organizations such as the Naumann Foundation, Cato Institute, Atlas Network, George Mason University, and State Policy Network. In 2021, he received the National Leadership Award in Mexico for his impact on the defense of liberty through his initiatives Economics in One Lesson and FEE en Español.

Arturo has delivered over 350 lectures on economics, finance, and business education. He is also a collaborator for various liberal organizations in Latin America and has contributed to numerous research programs and projects.

Arturo es economista y emprendedor, actualmente cursa un Máster en Negocios Internacionales. También es cofundador de FEE en Español, una iniciativa que ha conseguido reducir el analfabetismo económico, habiendo formado a más de 80.000 estudiantes en 12 países desde 2019.

Miembro de prestigiosas organizaciones como la Fundación Naumann, el Instituto Cato, la Red Atlas, la Universidad George Mason y la State Policy Network. En 2021 recibió el Premio Nacional de Liderazgo en México por su impacto en la defensa de la libertad a través de sus iniciativas Economía en Una Lección y FEE en Español.

Arturo ha impartido más de 350 conferencias sobre economía, finanzas y educación empresarial. También es colaborador de diversas organizaciones liberales en América Latina y ha contribuido a numerosos programas y proyectos de investigación.


Anita Posch: “I governi controllano le persone attraverso il sistema finanziario tradizionale”

Le criticità del Lightning Network, l’adozione in Africa e Bitcoin come strumento di difesa delle libertà individuali. Intervista alla fondatrice del progetto Bitcoin for Fairness.

Durante il Tuscany Lightning Summit si è discusso dei prossimi sviluppi del Lightning Network. La difficoltà di utilizzare Lightning in modo non-custodial e le prospettive di scalabilità della rete sono due argomenti al centro del dibattito degli ultimi mesi.

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Per parlare di questo e altro durante i giorni del summit Atlas21 ha intervistato Anita Posch, divulgatrice, autrice e fondatrice del progetto Bitcoin for Fairness.

Utilizzare LN in maniera non-custodial può risultare difficile in periodi di fee alte, soprattutto per le persone che vivono nei Paesi del Sud del mondo, come quelli che hai visitato. Credi che l’attuale stato del LN possa essere un problema per fare onboarding delle persone che vivono in questi Paesi?

Sì e no. LN è un protocollo fondamentale per scalare Bitcoin ed è molto importante che stia funzionando. Penso sinceramente che LN non sia morto come alcuni dicono. Molte persone, soprattutto su Twitter, criticano LN e credono che sia un progetto ormai fallito per le ragioni che hai appena menzionato. Ma io non lo credo, anzi. Penso che sia il prezzo da pagare per far crescere la rete. Serve tempo prima che le tecnologie, specialmente le tecnologie decentralizzate come Bitcoin e LN, possano essere adottate e implementate in modo tale che possano servire milioni o miliardi di persone nel modo in cui dovrebbe essere fatto. Dieci anni fa Youtube non funzionava come oggi. Credo che serva molta pazienza e più coinvolgimento delle persone in tutto questo, è facile criticare le cose quando non le si utilizzano. Credo che a mano a mano che LN verrà utilizzato, più persone si accorgeranno di quanto è affidabile già oggi. Ho scaricato il mio primo wallet a gennaio 2019 e aperto il mio primo canale e mi ricordo quanto fosse difficile rispetto ad oggi. Esistono wallet come Mutiny, Phoenix e Breez che sono molto comodi e semplici da usare. Nella maggior parte dei casi non ho problemi a fare onboarding di persone su questi tipi di wallet.

Trovi più facile fare onboarding oggi rispetto al 2019 grazie a questi tipi di wallet?

Sì, assolutamente. È molto più facile perché non hai bisogno di spiegare subito concetti come il block time, le mining fee o il coin control, un argomento che devi spiegare quando le fee si alzano e che non è così semplice da esporre. È facile far scaricare un wallet a una persona: ma secondo la mia esperienza serve tempo per comprendere quali sono i concetti da conoscere per gestire i tuoi bitcoin onchain in una maniera efficiente e sicura. I wallet LN sono uno strumento d’aiuto incredibile perché offuscano tutti questi “problemi”. Ma come hai detto in precedenza a volte aprire un canale LN può essere molto costoso. Ho degli screenshot di persone dalla Zambia che sono arrabbiate e deluse perché hanno inviato $80 per aprire un canale LN su Phoenix ma ne hanno ricevuti solo $55. E in questi casi si chiedono “che cos’è successo? Dove sono finiti i miei soldi?”. È difficile spiegare loro che le fee onchain erano alte quando hanno aperto il canale. Perciò sono contenta di vedere in questi giorni al Tuscany Lightning Summit che lo sviluppo su LN prosegue. Ne ero certa, ma è stata una conferma per me vedere a che punto siamo arrivati. Naturalmente serviranno altri anni per vedere implementati miglioramenti come Bolt 12 o NWC (Nostr Wallet Connect).

Per la mia esperienza ho visto che nel Sud del mondo è utilizzato maggiormente come mezzo di scambio ma ovviamente è utilizzato anche come riserva di valore perché Bitcoin può essere ed è entrambe le cose. Credo che le persone, specialmente su Twitter, che lo vedono solo come riserva di valore, lo sostengano perché vivono in Paesi occidentale come gli Stati Uniti o l’Europa e hanno la possibilità di risparmiare. La maggioranza delle persone nella parte meridionale del mondo non può farlo. E inoltre vivono sotto governi più autoritari dei nostri. Credo che l’intera discussione sia “occidentale-centrica”: una persona che vive in un Paese occidentale non può sapere i bisogni e i problemi delle persone che vivono in quei Paesi e le soluzioni che Bitcoin offre loro.

Dalla tua esperienza le persone che utilizzano Bitcoin come mezzo di scambio, non tendono a preferire strumenti come Tether?

Sì, lo preferiscono. In Zimbabwe per esempio l’80% dei volumi delle criptovalute scambiate è rappresentato da Tether, mentre il 20% da Bitcoin.

Quindi c’è comunque una percentuale che utilizza Bitcoin come mezzo di scambio giusto?

Non ne sono sicura in realtà. Forse lo usano prevalentemente come riserva di valore, mentre per avere una moneta “stabile” utilizzano Tether. Il fatto è che non è ancora nell’immaginario delle persone che la volatilità di Bitcoin con il passare del tempo è minore dell’inflazione della loro valuta e della perdita di potere d’acquisto nella loro valuta e in dollari statunitensi. Ma credo che queste cose abbiano bisogno solo di maggiore tempo, educazione ed esperienza.

Hai raccontato più volte di essere stata vittima di discriminazione nella tua vita. Questi episodi hanno aiutato la scoperta di Bitcoin da parte tua? C’è una connessione tra le persone che sono o sono state discriminate in qualche modo e Bitcoin?

Sì assolutamente. Riflettere su questo mi ha aperto la mente sull’impatto positivo che Bitcoin può avere per le persone che sono parte di una minoranza e che possono essere escluse dalla società. Questi episodi hanno fatto sì che sia stata più aperta all’idea di Bitcoin, all’idea di uno strumento che ci aiuta a proteggerci contro regole che qualcuno fa e contro le libertà individuali basilari. Bitcoin è l’unico strumento finanziario che risponde a questi requisiti perché è l’unico tool che è veramente incensurabile. Ad esempio in Zambia ho incontrato una donna che aveva organizzato una protesta per i diritti delle donne omosessuali: venne arrestata e la prima azione che il governo intraprese fu quella di chiudere il suo conto corrente. Un episodio del genere ti fa comprendere come Bitcoin possa aiutare diverse persone e difendere i diritti umani nel mondo.

Qual è il tuo focus principale al momento con il progetto Bitcoin for Fairness?

Il mio focus principale è il programma educativo Crack the Orange, una piattaforma di apprendimento online per aspiranti ed educatori che desiderano avviare una comunità Bitcoin e condividere la loro conoscenza con le altre persone della comunità. Offriamo delle borse di studio che permettono di partecipare al programma gratuitamente e l’obiettivo è fare onboarding di 200 educatori Bitcoin in un anno. Abbiamo iniziato lo scorso agosto e finora abbiamo raggiunto i 120 partecipanti, siamo a buon punto.

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Le Maire spinge sull’Unione bancaria e propone di sfruttare il denaro sui conti per finanziare le politiche verdi Ue, congelandolo fino alla pensione. E la Lagarde parla di un’azione «dall’alto» per dare una «svolta kantiana» all’integrazione dei mercati dei capitali.

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di Francesco Simoncelli

Un brutto posto è dove siamo diretti. Tanto per cominciare cerchiamo di capire come ci arriveremo. Il periodo 1950-1980 non ha rappresentato grossi grattacapi in termini di problemi economici, ma poi è arrivato il successivo periodo di 40 anni: l'arco temporale 1980-2020 avrebbe dovuto essere il periodo più ricco della nostra storia, invece s'è rivelato un grande flop. Nonostante alcune delle più grandi innovazioni tecnologiche mai realizzate, i tassi di crescita sono diminuiti, i salari reali sono rimasti stagnanti e, secondo quasi tutti i confronti e gli indicatori, le cose sono andate male. “Cosa è andato storto?” è la domanda più importante nell’economia moderna. Le banche centrali non hanno stimolato abbastanza l'economia? Gli ultimi 40 anni sono stati il teatro dei più grandi stimoli monetari mai visti. Sfortuna? Dove? Come? Nel XIII secolo la peste colpì l’Europa e sterminò circa un terzo della popolazione; il Covid è stato un lieve fastidio al confronto. Non ci sono state grandi pestilenze negli ultimi 40 anni, nessun vero disastro climatico e nessun meteorite si è schiantato sulla Terra. Allora, cosa è andato storto? Un’ipotesi: la maggior parte del progresso degli ultimi 150 anni è venuto da macchine alimentate a combustibili fossili e quella svolta potrebbe aver raggiunto un punto naturale di declino dell’utilità marginale. Avanzamenti tecnologici in termini informatici? Certo, ma hanno generato solo guadagni marginali e incrementali.

Ciononostante non spiega ancora il sopraccitato rallentamento e certamente non spiega come i guadagni, così com'è stato, siano finiti maggiormente nelle tasche delle élite. Ed è forse più che una coincidenza che suddetto periodo abbia visto anche un’impennata mozzafiato nel numero delle stesse élite: dottorandi, ingegneri e scienziati, ma anche ingegneri sociali, policymaker e politici. Tutti si sono messi all'opera per cercare di migliorare le condizioni materiali della nostra vita. Hanno fallito tutti? Oppure il peso di così tanti miglioramenti ha trascinato al ribasso l’intera economia?

Una delle caratteristiche più insidiose delle linee di politica statali è che i “miglioramenti” sono ostinatamente duri a scomparire: le guerre vanno avanti per anni – a costi sconcertanti – anche se non c’è alcun guadagno all’orizzonte. Intere carriere vengono spese per combattere la Guerra alla droga, o la Guerra alla povertà, ad esempio, senza alcuna vittoria. Agenzie, progetti, commissioni, dipartimenti... l'elenco si allunga piuttosto che restringersi. I politici annunciano la creazione di una squadra destinata a fronteggiare l'emergenza e ottiene titoli, spazi per uffici e un budget. Dopo un po' non se ne sente più parlare; diventa eterna come il peccato, mentre le luci della ribalta si spostano sulla prossima crociata.

Questa è una caratteristica dello stato e del relativo apparato burocratico. Col passare del tempo la palude di programmi inutili, scrocconi, clientelisti e di crociate idiote diventa sempre più profonda. Imprenditori, riformatori e aspiranti innovatori lottano nel fango delle normative e annegano nella melma della politica.

QUANDO LE ÈLITE AL COMANDO RAGGIUNGONO LA DATA DI SCADENZA

Le élite controllano i media e la tendenza, in ogni sistema politico stabile, è quella in cui “la casta politica” manipola le leggi e il governo in modo da aumentare la propria ricchezza e potere. Il processo viene interrotto solo da qualche evento importante che le élite non possono controllare. Guerre o rivoluzioni hanno questo effetto – spesso cambiano le persone al vertice della piramide sociale, o le uccidono. Prima della rivoluzione francese, ad esempio, l’aristocrazia si era concessa privilegi esorbitanti – inclusa l’esenzione dalle tasse – permettendole di vivere nel lusso mentre la maggior parte delle persone era sull’orlo della fame. Le élite avevano il sistema che volevano e pensavano che sarebbe durato per sempre... solo che poi hanno tagliato loro la testa.

L’altra cosa che può forzare un grande cambiamento è una crisi finanziaria. L’iperinflazione cancella il valore dei crediti esistenti, sconvolge i rapporti tra chi ha/chi non ha e distrugge le promesse e le pretese delle élite. In una democrazia, ad esempio, queste ultime possono ancora promettere ricompense agli elettori, ma ormai la realtà è evidente a tutti: “Non ci sono più i soldi... degli altri”. Senza grossi shock, le persone al comando rimangono al comando e continuano a derubare tutti gli altri. I ricchi diventano ancora più ricchi; i poveri diventano (relativamente) più poveri. E il malcontento cresce. I 40 anni, dal 1980 al 2020, che avrebbero dovuto essere i più gloriosi della storia umana, si sono trasformati in un periodo sconcertante di patetica sottoperformance.

“Che cosa è andato storto?” è la domanda sul tavolo. Eppure gli economisti mainstream non se la pongono mai, perché sollevarla metterebbe in dubbio la loro competenza. Sono stati al posto di guida negli ultimi 40 anni; il fosso in cui si trova ora l'autobus economico è quello in cui hanno contribuito anche loro a farci finire. Fanno parte della “casta politica”, o dell’élite manageriale, che ha guadagnato tanto negli ultimi 40 anni. In Argentina sono loro le persone di cui Milei vuole ridurre la ricchezza e il potere; in confronto la roccia di Sisifo dev'essere stata un gioco da ragazzi.

La storia, quindi, per quanto possa mutare fa sempre rima con sé stessa e il periodo attuale non è diverso: una guerra e una rivoluzione sono in corso e stanno cambiando le componenti al vertice. Quando la gestione di un'azienda si rivela incompetente dopo l'ultima promessa di rimettere le cose a posto, non si può far altro che cambiare la classe manageriale e sostituirla con personale competente. I dipendenti nel frattempo soffrono per la mancanza di una guida che porti stabilità e prosperità alla “grande famiglia” dell'azienda e spesso vengono chiamati a compiere sacrifici. Ovviamente di durata temporanea. Vi ricorda qualcosa? Più che essere andato storto qualcosa, potremmo dire che l'avidità, l'arrivismo e la scarsa competenza di alcuni personaggi nella sfera pubblica hanno accelerato il processo di disintegrazione socioeconomico di cui parlava Mises quando, in Planned Chaos, descrisse la deriva che intraprende la società quando il linguaggio base attraverso il quale parla viene costantemente contaminato: i prezzi.

I PREZZI: CINGHIA DI TRASMISSIONE DEL MALESSERE ECONOMICO

La manomissione delle normali fluttuazioni dei prezzi è portata avanti tramite due fattori principali. Il primo è la creazione di denaro, ovvero troppe unità monetarie rispetto ai beni disponibili. Le banche centrali di tutto il mondo hanno inondato il sistema con valuta fiat sin dalla crisi del 2008 e la crisi sanitaria del 2020 ha fatto deragliare ancor di più questa tendenza disastrosa. Gli stimoli monetari e fiscali che hanno caratterizzato quel periodo hanno rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’altra causa principale è la carenza, o l’interruzione, delle risorse chiave, tra cui petrolio ed energia. Tenete presente che la guerra in Ucraina ha tagliato fuori l’Occidente da ampie porzioni del mercato russo e la guerra a Gaza ha portato gruppi in Medio Oriente, come gli Houthi, a impedire a una moltitudine di navi mercantili e petroliere di attraversare il Mar Rosso.

Di per sé ciascuno di questi eventi sembra una piccola minaccia per le catene di approvvigionamento mondiali, ma quando si accumulano gli effetti essi diventano dannosi. Per ora il fattore più importante è l’aumento dei prezzi dell’energia, perché questa è la risorsa chiave che consente a tutta l’agricoltura e al settore manifatturiero di funzionare. Ogni volta che i prezzi del petrolio aumentano, vedrete aumentare i prezzi di tutto il resto. Questo è il motivo esatto per cui l’amministrazione Biden ha continuato a vendere sul mercato le riserve petrolifere strategiche negli ultimi due anni. Era il loro modo di abbassare i prezzi del petrolio al fine di mitigare o nascondere gli effetti maggiori dell’inflazione. Ora che tali riserve devono essere ricostruite e il petrolio acquistato (a un prezzo molto più alto), i prezzi mondiali dell'oro nero, e i prezzi al consumo in particolare, si stanno nuovamente impennando.

Finora infatti i prezzi alimentari hanno mostrato un aumento a doppia cifra e anche se l’IPC fa registrare un “rallentamento” dell’inflazione complessiva, ciò non significa che i prezzi scenderanno tanto presto. Quando i media generalisti pubblicizzano un ribasso nell'indice dei prezzi al consumo, quello che di solito non menzionano è che tale statistica rappresenta solo l’aumento dei prezzi: un IPC più basso non significa che i costi delle cose sugli scaffali scenderanno. L’inflazione dei prezzi è cumulativa. Ciò significa che l’aumento dei prezzi alimentari non scomparirà, solo che non sta aumentando tanto velocemente come prima. Non è un caso, poi, trovare articoli sul Corriere come questo in cui la colpa viene addossata principalmente “all’avidità”: le aziende fanno pagare troppo i prodotti alimentari. In altre parole, dare la colpa alle imprese e lasciare fuori del tutto banca centrale e stato. Finora non ci sono prove concrete a sostegno della cosiddetta Greedflation. Ogni azienda ha spese uniche, spese generali uniche, costi industriali unici, controllo di qualità unico e costi delle risorse unici; i profitti di un’azienda saranno diversi da quelli di un’altra azienda. Detto questo, ci sono costi universali che sono direttamente correlati all’aumento dei prezzi, indipendentemente dall’azienda, e che includono energia, manodopera e materie prime.

Il PPI è molto più alto oggi rispetto al 2020, insieme ai prezzi del petrolio e del gas. Ogni risorsa di base utilizzata dalle aziende per realizzare prodotti è aumentata di valore e quindi costa di più produrla. L’agricoltura in particolare è fortemente influenzata dai prezzi del petrolio, nonché dai prezzi dei fertilizzanti e delle attrezzature agricole, per non parlare dell’aumento dei costi della manodopera. I media generalisti vogliono farvi credere che i prezzi alti dei prodotti alimentari presto saranno un ricordo del passato e, per ingannarvi, devono convincervi che la causa è qualcosa che può essere “controllato” o “regolamentato”. Non vi è alcuna indicazione che i costi agricoli smetteranno di aumentare nel prossimo futuro, quindi ciò significa che ogni anno il cibo costerà di più rispetto all’anno precedente.

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L'IPC è uno strumento per misurare gli aumenti medi dei prezzi di prodotti e servizi in un ampio spettro. Molte di queste voci non sono necessarie e quindi diluiscono l’inflazione effettiva che vediamo nelle spese quotidiane. Se dovessimo considerare la media delle necessità quotidiane, come immobili, energia, cibo, ecc., l’indice dei prezzi al consumo sarebbe molto più alto. E infatti questo punto è stato dimostrato anche empiricamente da un recente paper di Marijn Bolhuis, Judd Cramer, Karl Schulz e Larry Summers. Per quanto questa scoperta non sia niente di nuovo nell'ambiente accademico, gli autori del documento sopraccitato hanno costruito una versione alternativa dell'IPC che includesse “pagamenti degli interessi sui mutui, pagamenti degli interessi per prestiti auto e per altri consumi non immobiliari, e prezzi di leasing per veicoli”. Ciò che hanno scoperto è che la loro misura alternativa del tasso d'inflazione ha raggiunto il picco intorno al 18% nel novembre 2022 ed è rimasta notevolmente più in alto rispetto a quanto abbiano mostrato i calcoli ufficiali dell’IPC.

Gli autori di tale paper hanno mostrato che la loro misura alternativa dell’inflazione dei prezzi è in grado di spiegare perché la fiducia dei consumatori rimane bassa. Inoltre hanno mostrato che questo non è un fenomeno esclusivo degli Stati Uniti, dato che forniscono prove provenienti da 10 Paesi che le variazioni dei tassi d'interesse possono spiegare le fluttuazioni della fiducia dei consumatori che altri indicatori economici non possono spiegare. Indipendentemente dal fatto che si pensi che l’IPC debba includere i tassi d'interesse e/o i prezzi degli asset, è chiaro che i consumatori tengono conto di questi costi quando valutano il costo della vita e descrivono le loro opinioni sullo stato dell’economia.

MISMATCH DOMANDA/OFFERTA

Abbiamo ricordato di come l’inflazione dei prezzi sia principalmente il risultato dell’offerta di denaro che cresce più velocemente della domanda, ma anche la domanda e l’offerta dei beni fluttuano nel tempo il che si traduce in cambiamenti nei prezzi (relativi) e nelle quantità. Tali cambiamenti sono diventati più marcati dall'inizio dei lockdown, i quali hanno segnato un'accelerazione della de-globalizzazione e un accorciamento delle catene di approvvigionamento. Gli Stati Uniti, in particolar modo, hanno iniziato a rimpatriare a ritmo battente quelle società che in passato avevano delocalizzato altrove (soprattutto in Cina) e a incentivare l'importazione di capitali finanziari. In breve, hanno capito che la guerra finanziaria contro il resto del mondo stava entrando in una nuova fase e l'indipendenza energetica/finanziaria sarebbe diventata cruciale per ottenere un vantaggio strategico. Il periodo pre-2016, il quale aveva portato a una distensione mondiale e a un allungamento delle supply chain, è finito e con esso adesso le supply chain si stanno accorciando. Questo processo porterà inevitabilmente degli scossoni di prezzo improvvisi all'interno dei mercati finanziari mondiali, soprattutto in quello delle commodity e materie prime.

Anche qui, “Che cosa è andato storto?” In parole povere, la ZIRP delle banche centrali ha alimentato un mercato sintetico (derivati) nel settore delle commodity che ha creato (artificialmente) un'offerta illusoria a fronte di una domanda del sottostante in organica salita. Nel momento in cui il treno delle banche centrali ha staccato la spina alla linea di politica dei tassi a zero, l'offerta illusoria ha smesso d'essere tenuta in vita artificialmente e ha iniziato il suo percorso di doveroso ravvedimento con la realtà. Al contrario la domanda del sottostante ha continuato a salire in modo naturale. Inutile dire che man mano che viene a galla l'ingegneria finanziaria del passato e i player coinvolti fanno i salti mortali per non finire a gambe all'aria, ecco che i movimenti nervosi dei prezzi diventeranno una norma che ci accompagnerà nel tempo a venire.

A tal proposito, quindi, non sorprende più di tanto vedere prezzi del caffè o del cacao che schizzano alle stelle. Né sorprende vedere l'oro fare nuovi massimi. La radice di tutti i mali in questa storia è solo una: il mercato degli eurodollari. Per quanto le banche centrali abbiano la loro parte di colpe nel caos economico che si sta dipanando oggigiorno, la riserva frazionaria e la leva finanziaria cui è stato sottoposto tal mercato hanno rappresentato un danno ben peggiore. L'abuso degli eurodollari, a scapito degli Stati Uniti usati come garanzia, ha creato una selva intricata di titoli tossici che adesso vagano per i bilanci dei vari player finanziari del mondo i quali pregano (letteralmente) di non essere loro ad avere questa immondizia qualora dovessero scattare gli allarmi di una prossima criticità sistemica. Avere flussi di capitali finanziari in entrata, rimpatriare industrie strategiche, accorciare la filiera industriale, ecc., tutte queste mosse sono un vantaggio non indifferente alla proverbiale race to the bottom che stiamo vendendo. Impediscono d'avere forti contraccolpi nel momento in cui i vari vasi di vermi vengono scoperchiati. Ecco perché in Europa si sta parlando di come affrontare il “problema” dei risparmi europei che volano disperati negli Stati Uniti per trovare sicurezza. Solo che la “soluzione” proposta prevede Letta e il potenziamento dei criteri ESG.

Si ha la CERTEZZA che l'UE è morta quando la nuova riunione ha come ordine del giorno il documento di Letta in cui si vuole "armonizzare il mercato dei capitali europei in modo da fermare i risparmi che volano negli USA". Come? Potenziando i criteri ESG.🤡https://t.co/B8QHx0qw0F

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) April 20, 2024

A parte l'unica azienda olandese che è coinvolta nella filiera dei semiconduttori, l'industria europea ormai non ha niente che produca valore aggiunto. L'unica cosa che sa fare è rubarlo agli altri attraverso la regolamentazione. Ma questo a sua volta è un disincentivo a fare affari nel continente, spalancando invece le porte ai Paesi arabi, asiatici e africani. Il sintomo di questa malattia è evidente nel seguente grafico, il quale ci mostra  come l'euro abbia perso appetibilità a livello internazionale come mezzo di saldo commerciale.

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Ed essendo anche un Paese importatore di materie prime, diventa ulteriormente chiaro il motivo per cui le fluttuazioni violente nel mercato delle commodity siano destinate a rimanere alte. Oltre ai meri scopi industriali qui si tratta sostanzialmente di tornare ad avere qualcosa di tangibile a fronte di un mercato finanziario che in passato ha creato talmente tante illusioni (nell'offerta) da impedire di capire a un certo punto cosa fosse vero e cosa no. Di conseguenza la narrativa a supporto della salita dell'oro, dei metalli preziosi e delle commodity in generale che li raffigura come una protezione contro l'inflazione dei prezzi, è incompatibile con quanto sta accadendo oggi e con quanto accaduto anche in passato: non abbiamo una crisi monetaria bensì una finanziaria, quindi la percezione di riserva di valore è quel fattore che sta determinando la salita degli asset sopraccitati. Altrimenti non avremo il dollaro, nonché i T-bond, che si apprezzano e che rappresentano altresì strumenti finanziari indispensabili per superare la tempesta in atto. Forse è proprio con il passaggio all'SOFR e alla conseguente contrazione del mercato dei “dollari ombra” che gli USA hanno ricoperto infine il ruolo di nazione con la valuta di riserva mondiale: adesso chiunque voglia accedere a un mercato finanziario e dei capitali liquido deve comprare dollari; adesso chi vuole proteggere la propria divisa dalle fluttuazioni violente nei mercati dei cambi deve vendere titoli di stato americani oppure usarli come collaterale per ottenere prestiti. Niente più pasti gratis dal sistema bancario ombra.

E questo ci riporta al discorso delle commodity, perché rappresentano una via di fuga da un sistema al collasso. Nonostante la spesa in deficit dello zio Sam rappresenti una criticità per il Paese a livello fiscale e di tenuta dei conti, i titoli del Tesoro sono relativamente scarsi se si osservano le cose a livello internazionale e di un sistema finanziario che per decenni ha fatto ricorsi ai finanziamenti a tassi ridicoli per operare. In assenza di questa opzione bisogna accontentarsi di qualcosa che sia tangibile e abbia usabilità nel mondo reale, non un titolo alla cui base non c'è sottostante credibile. A tal proposito anche Bitcoin rientra in questa categoria, data la certezza matematica con la quale funziona il suo protocollo e l'immutabilità della sua blockchain. Per ricordarlo, adesso gli investitori non vanno cercando una protezione contro l'inflazione dei prezzi, ma una riserva di valore credibile che permetta di avere per le mani qualcosa di concreto in un mondo finanziario che deve ripulirsi da decenni di distorsioni, contorsioni e artifici vari. Nel frattempo il comparto industriale deve anch'esso sopravvivere e data l'estensione che è arrivato nel tempo a incarnare, avrà bisogno di input la cui domanda/offerta deve riallinearsi con la realtà.

Tutto ciò è sostanzialmente alla base del rialzo marcato dei prezzi di Bitcoin, delle commodity e dei metalli preziosi. Di conseguenza, a parità di domanda, bisogna aspettarsi ulteriori squeeze nell'offerta delle commodity, come ci ricorda anche HSBC.

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Infatti, dopo caffè e cacao, il prossimo candidato per un'impennata dei prezzi potrebbe essere lo stagno. Come il nichel e altre materie prime, lo stagno è soggetto a forti short squeeze e i trader lo hanno scoperto nel 2022 dopo che un evento simile ha interrotto le negoziazioni del nichel sull’LME. La riduzione dell'offerta avviene in un momento in cui le scorte di stagno sono crollate del 47% quest'anno a 4.045 tonnellate. Il prezzo spot del metallo viene scambiato con un premio rispetto al contratto futures a tre mesi, producendo una struttura nota come backwardation. Una situazione simile l'abbiamo sperimentata negli ultimi due anni con l'impennata del litio, la cui domanda, però, è stata pompata ad hoc dal chiacchiericcio Green sulle auto elettriche. Ora che la bolla di quest'ultime si sta sgonfiando, soprattutto perché i criteri ESG vengono abbandonati da Wall Street, il prezzo del litio sta subendo anch'esso una correzione.

Ohibò! Senza più i tassi a zero le scelte industriali scellerate non sono più perseguibili a cuor leggero.https://t.co/u7PulBEV9E

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) April 16, 2024

Discorso diverso per il comparto energetico, soprattutto i combustibili fossili e l'uranio, dove quest'ultimo è il “diamante grezzo” di quello che si prospetta essere la vera energia pulita del futuro.

SOBRIETÀ FISCALE = DISINTOSSICAZIONE DIFFICILE DA ACCETTARE

La guerra tra le élite, l'azzardo morale per sopravvivere alle sconsideratezze economiche del passato, i tradimenti usando l'eurodollaro e il caos nelle catene di approvvigionamento sono tutti legati da un filo rosso che rende la spesa in deficit degli Stati Uniti l'unico parametro che tiene ancora in vita i suoi aguzzini. Ecco perché c'è stata lotta serrata e senza esclusioni di colpi affinché venisse approvato l'ultimo pacchetto di aiuti di guerra. L'amministrazione Biden, così come il Congresso degli Stati Uniti, è infiltrato da personaggi che lavorano contro la nazione e sanno quali leve muovere durante le situazioni di emergenza. Quella di oggi è una situazione di super emergenza per loro, dato che il rubinetto monetario che alimentava il flusso degli eurodollari è stato chiuso. Powell, infatti, sta forzando sobrietà monetaria alla Federal Reserve, cercando al tempo stesso di forzarla anche a livello fiscale, ma quest'ultimo è un compito di gran lunga più arduo di quello che sta portando avanti col suo “higher for longer”.

Matt Gaetz warns about a motion to vacate Speaker Johnson. GOP could possibly lose Speakership to Democrat. "In a one-seat majority, there could be 1-3 of my GOP colleagues who would take a bribe in order to deprive the GOP of our majority." pic.twitter.com/mOVYn5Wzp7

— Citizen Free Press (@CitizenFreePres) April 19, 2024

Più gli Stati Uniti vengono impantanati in un conflitto estero, più saranno costretti a spendere dal punto di vista fiscale e quindi far circolare dollari e T-bill/T-bond in giro per il mondo. L'espansione dei BRICS per permettere alla Cina di allungare l'elenco di nazioni da cui poter attingere in caso di crisi, la decrescita volontaria dell'Europa in una sorta di modalità stand-by e il saccheggio della propria classe media per sopravvivere al cambiamento epocale introdotto dal 2022 dagli USA, rappresentano una riorganizzazione dettata dalla disperazione e dal panico. Bisogna ricordare, per l'ennesima volta, che i confini nazionali servono solo a giustificare davanti alla popolazione il loro uso come “scudi umani fiscali”. A tal proposito la scuola pubblica è un'ottima fucina per il lavaggio del cervello. Sopra la loro testa c'è una cupola mafiosa che usa la popolazione come carne da cannone nei propri giochi geopolitici e come ogni cupola mafiosa che si rispetti essa è composta da clan/famiglie che possono finire in lotta tra loro.

Quindi non sorprende se a volte un personaggio pubblico o un partito politico che sembravano dalla “nostra parte” fanno inversione di marcia e abbracciano nuove idee. Le alleanze vengono strette per essere rispettate... almeno all'inizio. Poi il tempo e le circostanze dettano il passo. Il punto è che le persone che muovono i personaggi pubblici (addetti alla comunicazione) non hanno pagine su Wikipedia, né hanno bisogno di ottenere visibilità. Sono quelle stesse forze che, ad esempio, stanno lavorando per disinnescare un'escalation in Medio Oriente. Infatti la recente risposta dell'Iran all'attacco di una sua sede diplomatica in Siria da parte di Israele è il perfetto esempio di guerra asimmetrica. Le regole d'ingaggio sono cambiate, far sciamare droni è più economico, ciononostante non sono cambiate le manovre sotterranee per evitare guai più grossi a seguito di errori di valutazioni. Quando, ad esempio, venne ucciso Soleimani la rappresaglia iraniana si scagliò su truppe statunitensi di stanza in Iraq; fu un attacco mirato e senza grosso clamore. Un messaggio mafioso. Gli USA compresero, Trump in particolare, di essere stati spinti a fare un passo più lungo della gamba (molto probabilmente dallo stesso Netanyahu) e lasciarono cadere la cosa.

Oggi accade la stessa cosa con gli americani che suggeriscono a Israele di lasciar cadere la cosa, il problema però è che la carriera politica di Netanyahu è agli sgoccioli e l'unica cosa che la tiene in piedi è la sua aggressività bellica. In assenza di nemici, lui è bello che cotto. È un animale all'angolo, potremmo dire, e in quanto tale pericoloso. Per quanto l'opposizione interna al partito di Netanyahu sia un male peggiore (esseno in sintonia con la cricca di Davos), i suoi interessi personali stanno avendo la meglio sulle alleanze. Ricordate che non è un caso che lo stato d'Israele si trovi proprio lì dov'è, dato che è circondato da popoli tanto violenti quanto quello israeliano. Gli attentati terroristici sono stati perpetrati sia dai palestinesi che dagli israeliani, non c'è nessuna verginella illibata in questa storia ma tanta intromissione inglese (come al solito) a scatenare inutili vespai. Temo quindi che l'unica soluzione per Netanyahu sia quella di cercare a tutti i costi l'escalation con l'Iran e un confronto diretto, tirandoci dentro anche gli Stati Uniti che si vedrebbero conseguentemente confrontati con la Cina.

Quest'ultima, infatti, ha interessi economici in Iran e ovviamente farà il possibile per proteggere i propri asset. Interverrà direttamente a quel punto? Probabilmente no, incanalando supporto militare e finanziario in Iran attraverso la Russia. Ciononostante è una pentola a pressione che fischia rumorosamente: la risposta dell'Iran è stata necessaria per non perdere la faccia, ma al contempo testare il sistema di difesa israeliano senza offrire il fianco a un'ulteriore risposta della controparte. Ma dato il contesto storico e la carriera politica di Netanyahu in gioco (e forse non solo quella), c'è da aspettarsi che la polvere ricada a terra da qui in poi? Attualmente i mercati del petrolio stanno scontando un rallentamento delle ostilità, anche perché le guerre sono troppo costose per essere combattute con tassi alti, inflazione dei prezzi alta e prezzi dell’energia alti.

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Gli stati produttori di petrolio possono continuare a rallentare la produzione e recuperare i barili perduti con prezzi più alti. Jerome Powell ha ribadito la sua posizione: non c'è alcun motivo per prendere in considerazione un taglio dei tassi in questo contesto. I mercati obbligazionari cominciano a credergli, avendo ormai scontato quasi tutti i tagli dei tassi previsti all'inizio dell'anno. Chissà che a questo punto non sorprenda tutti e prima della fine dell'anno faccia entrare in scena un nuovo rialzo dei tassi. Malgrado ciò sarà felice di mantenere il 5,5% e di continuare a ridurre il bilancio della FED, lasciando al Congresso il compito di correggere il lato fiscale dell’equazione.

CONCLUSIONE

“Cos'è andato storto?” è la domanda che ci siamo posti oggi. Come mai le persone più ricche del mondo, in quello che avrebbe dovuto essere il periodo più ricco della loro storia – 1980-2020 – hanno fatto così pochi progressi e, in realtà, sono regredite in base alla maggior parte dei parametri?

La potatura, così come nel settore botanico, è altrettanto vitale nella vita di tutti i giorni: le imprese vanno a gambe all’aria, gli investimenti falliscono, le persone vengono licenziate, le mogli chiedono il divorzio, i clienti si rivolgono al concorrente, la gente muore. Il rumore delle motoseghe è continuo e i rami non necessari, o improduttivi, vengono tagliati. In un certo senso, l’idea alla base delle politiche statali e delle banche centrali negli ultimi vent’anni e più è stata quella di spegnere le motoseghe. Il legno morto è stato sostenuto da tassi d'interesse artificialmente bassi; le cattive idee sono state finanziate con prestiti al di sotto del tasso d’inflazione; gli “investimenti” senza speranza hanno attirato miliardi di denaro. Non c'era disciplina, nessuna correzione. Con i prezzi fasulli, molto spesso non c’era modo di dire cosa fosse un buon uso del denaro e cosa no.

E l'esempio di potatura e motoseghe non è stato preso a caso. Infatti la prima cosa che viene in mente è l'Argentina, quel Paese che era il più ricco in termini di prodotto interno lordo pro capite verso la fine del diciannovesimo secolo, ma che ora si colloca al sessantatreesimo posto. Non c’è nulla di sorprendente nella spirale discendente in termini di prosperità di cui ha sofferto: è stato il risultato di un ingrandimento ipertrofico dello stato e delle sue agenzie governative. Rispetto ad altri Paesi del Sud America, le amministrazioni dell’Argentina non hanno usato il militarismo per controllare le persone, bensì il controllo burocratico. Invece di un esercito di soldati, gli argentini si trovano di fronte a un esercito di burocrati che vivono a spese del settore produttivo. In nome del cosiddetto “interesse nazionale” ciò che dovrebbe essere gestito dall’impresa privata viene invece controllato dai burocrati. L'inefficienza è diventata dilagante.

Lo stato incoraggia il collettivismo perché crea divisioni all'interno della società e crea una distinzione “amico-nemico”: Divide et impera attraverso la creazione di miti. Uno di questi è l'interventismo statale negli affari economici per aggiustare le cose, ma è ormai evidente il danno causato da questo approccio ideologico. Fortunatamente la più recente elezione di Milei potrebbe spingere l’opinione pubblica verso il libero mercato, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Egli infatti sta cercando di ridimensionare l'apparato burocratico e le sue regolamentazioni, oltre a risolvere i problemi monetari della nazione. Smantellare l’esercito di burocrati si rivelerà un compito arduo da portare a termine, perché non è in gioco solo l'interesse di questa casta, ma anche quello di molte persone che non fanno parte di tal sistema di saccheggio ma ne sono comunque vittime e, al tempo tesso, beneficiari. In questa guerra sono usati come scudi umani dai burocrati.

1/ Quattro anni fa ho scritto il pezzo "L'ultimo pilastro" (https://t.co/3VUn4bYSVX) in cui descrivevo la natura del sistema pensionistico e come esso fosse l'ultima colonna a reggere la credibilità/affidabilità dell'apparato statale agli della maggior parte delle persone.

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) April 13, 2024

L’elemento più significativo del periodo 1980-2020 è stato il debito pubblico. Ogni unità monetaria è un segno di vergogna. I baby boomer volevano “qualcosa in cambio di niente” e l’hanno ottenuta lasciando il conto ai loro figli e alle loro figlie. Le generazioni più giovani pagheranno, probabilmente per tutta la vita e probabilmente sotto forma di caos finanziario, guerra e prezzi più alti per beni e servizi forniti ai loro predecessori.

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Tradotto dall’originale di Frank Corva - pubblicato il 16 apr 2024

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Nome della società: Azteco

Fondatori: Alexander Fernandez e Paul Ferguson

Data di fondazione: 2014

Sede centrale: Santa Monica, CA

Quantità di Bitcoin in cassa: Non divulgato

Numero di dipendenti: 12

Sito web: https://azte.co/

Pubblica o privata? Privata


Quando Alexander “Akin” Fernandez ha ideato Azteco più di dieci anni fa, voleva semplicemente rendere il bitcoin più facile da ottenere. Voleva che le persone potessero acquistare bitcoin con la stessa facilità con cui potevano acquistare una carta regalo prepagata, e così ha sviluppato un sistema in cui le persone possono acquistare buoni bitcoin prepagati per soli 10 dollari, riscattabili in un minuto.

I buoni Azteco sono ora disponibili in oltre 190 Paesi, acquistabili online o in contanti presso i venditori. Il vantaggio principale dell'acquisto di BTC tramite i buoni Azteco è il fatto che non è necessario rivelare la propria identità per farlo, senza contare che il processo di acquisto di un buono è semplice e veloce. Azteco offre funzionalità sia on-chain che Lightning, dando agli utenti la possibilità di riscattare i loro BTC sia sulla main chain di Bitcoin che sulla Lightning Network, una rete di pagamenti di livello 2 costruita sulla blockchain di Bitcoin.

Secondo le stime di Fernandez, oltre un milione di persone ha già acquistato i buoni Azteco. Ma le sue aspirazioni vanno ben oltre il numero già impressionante di voucher venduti: egli mira a servire una base di clienti di oltre 30 volte superiore, in quanto Azteco fa la sua parte nella “normalizzazione” di Bitcoin.


Di seguito viene riportata la trascrizione della nostra conversazione, modificata per ragioni di lunghezza e chiarezza.


Frank Corva: Da dove nasce l'ispirazione per Azteco?

Akin Fernandez: È nato dalla mia esperienza personale, quando ho scoperto che ottenere bitcoin è molto difficile. Ho capito che non deve essere così. Potremmo usare un sistema familiare come un buono di ricarica, che miliardi di persone usano per ricaricare i loro telefoni cellulari, e applicare questo processo all'ottenimento di bitcoin. Tutto ciò che dobbiamo fare è costruire un software, mettere in atto la distribuzione e poi dovrebbe funzionare. Ed guarda un pò, funziona.

Corva: Aveva in mente una clientela particolare quando ha progettato Azteco?

Fernandez: Sì, avevo in mente me stesso. Volevo essere in grado di ottenere bitcoin senza dover fare alcun tipo di sforzo. Volevo poter andare al supermercato, comprare 20 dollari di bitcoin e metterli direttamente nel mio portafoglio. E non sono l’unico. Posso supporre che ci siano altre persone come me, in grado di capire la proposta e la facilità d'uso e che si adatterebbero naturalmente.

Spesso le invenzioni nascono perché le persone risolvono i problemi per se stesse, non per arricchirsi o per qualsiasi altro motivo che non sia quello di risolvere i propri problemi. E poiché le persone sono simili, risolvono anche i problemi degli altri.

Corva: Parlando della sua esperienza personale. Ho letto che per un periodo di tempo lei non ha avuto una banca. È vero e, in caso di risposta affermativa, potrebbe spiegarci meglio?

Fernandez: Beh, sono diventato un “senza banca” per un motivo che, ancora oggi, non conosco. Sono andato nella “mia” banca per incassare un assegno e non hanno trovato il mio conto nel sistema. Non avevo ricevuto alcuna comunicazione da loro, né per iscritto né in alcun modo. All'improvviso, non avevo più un conto in banca. Così, per molti anni, non ho avuto accesso alle carte di credito o a tutto ciò che le altre persone in Occidente danno per scontato.

Questo mi ha insegnato una lezione molto, molto importante su quanto sia difficile fare qualsiasi cosa nel 21° secolo se non si ha accesso alle strutture bancarie. Potete dimenticarvi di fare acquisti online. Potete dimenticare qualsiasi tipo di comodità di entrare in un negozio e pagare con una carta. Tutto questo scompare.

Quindi, mentre lavoravo ad Azteco, mi è stato chiaro quanto sarebbe stato potente questo strumento, perché con Bitcoin non si può essere estromessi da terzi. Si ha il controllo sul proprio denaro sintetico.

Corva: L'ho già sentita usare l'espressione “denaro sintetico” e ha parlato di come non dovremmo riferirci al bitcoin come denaro vero e proprio. Perché è importante farlo?

Fernandez: È importante perché è vero. Il Bitcoin non è denaro, è un database. Può essere usato come denaro? Certamente. Può essere usato come denaro molto, molto bene. È una buona simulazione di denaro. Ma non è necessario che sia denaro perché sia utile.

Inoltre, se si chiama denaro il bitcoin, tutte le norme che lo Stato ha imposto sul denaro reale possono essere sovrapposte o spazzolate sul Bitcoin in modo inappropriato, rendendolo difficile da usare e più lento a diffondersi. È quindi molto importante dire la verità sul Bitcoin. Il Bitcoin ha impiegato così tanto tempo per entrare in tutti gli angoli perché è stato mal interpretato come denaro.

WhatsApp ha raggiunto un miliardo di persone in quattro anni e mezzo. Questo è il tipo di diffusione nei telefoni delle persone che ci aspetteremmo se i binari per accedere al Bitcoin fossero privi di attrito, proprio come lo sono per WhatsApp.

Il fatto che il Bitcoin non abbia raggiunto quel numero di persone indica che c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui la gente pensa a questo prodotto, e quindi è importante per noi pensarlo correttamente.

Corva: Quante persone sta raggiungendo Azteco? In altre parole, quanti voucher ha venduto Azteco nel terzo o quarto trimestre del 2023?

Fernandez: Non ho a disposizione i numeri veri e propri, essendo il CEO e non il CFO. Ma il mese scorso abbiamo avuto il nostro mese più importante di sempre. Me l'hanno detto ieri. Il numero di voucher che stiamo vendendo è in aumento, e questo è il risultato diretto dell'incremento della nostra distribuzione e anche del cambiamento del sentimento verso il Bitcoin su scala globale.

Siamo il modo più semplice per ottenere bitcoin. Quando le persone ci scoprono, dicono due cose: “Prima di tutto, perché non è tutto così facile?” e “Come mai non ne ho mai sentito parlare prima?”.

Le cose si stanno sinergizzando e unendo per portarci a un punto in cui siamo una forza globale per il bene e per portare il Bitcoin alle persone che ne hanno più bisogno - i non bancarizzati e le persone che non hanno accesso ai circuiti finanziari o che semplicemente non vogliono essere vittime dei circuiti finanziari.

Le aziende Bitcoin della vecchia scuola che hanno servito le persone negli ultimi 10 anni credono tutte che il Bitcoin sia denaro e rendono molto difficile ottenere un conto. Tutti sono così abituati all'idea di avere un conto bancario o un conto di qualsiasi tipo, che sia tramite e-mail o altro. Il presupposto immediato è: “Beh, ovviamente devo avere un conto per poter usare questo servizio”.

Con il Bitcoin, però, questo non è vero. Non è necessario avere un account. [Alcune] società che operano nel campo dei wallet lo fanno correttamente. Una di queste è Samourai Wallet e un'altra è Wallet of Satoshi, dove non è necessario aprire un conto per utilizzare il proprio denaro.

Stanno cercando di far passare l’idea che non si dovrebbe essere in grado di usare il bitcoin senza avere un conto. È quello che stanno cercando di fare nell'UE.

Corva: Lo stiamo facendo anche qui negli Stati Uniti con il Digital Asset Anti-Money Laundering Act (DAAMLA), la legge redatta da Elizabeth Warren.

Fernandez: Queste persone sono venute meno al loro giuramento. Hanno giurato di difendere e sostenere la Costituzione, che garantisce la libertà di parola di ogni singolo americano. Il Bitcoin è un discorso. È un database in cui il discorso viene scritto, memorizzato e trasmesso da una persona all'altra.

E se qualcuno pensa che io me la stia prendendo con i Democratici e non con i Repubblicani, Cynthia Lummis ha scritto una proposta di legge assolutamente spaventosa che ho fatto con grande piacere a pezzi sul mio blog.

Non capiscono qual è il loro ruolo di funzionari pubblici. Un servo non ha il controllo dei suoi padroni. Un servitore è obbediente agli elettori. Non è compito loro dire alle persone che devono fare il KYC per usare bitcoin.

Corva: Per quanto riguarda l'America e il bitcoin senza KYC, vede persone che usano Azteco perché vogliono un bitcoin senza KYC?

Fernandez: Per penetrare nel mercato americano, il servizio deve essere spiegato. Le persone devono essere deprogrammate. Non capiscono che il bitcoin non è un veicolo per guadagnare più fiat.

È necessario liberare le persone da queste cattive abitudini e mostrare loro che esistono modi migliori per fare le cose. L'esempio perfetto è WhatsApp.

Prima di WhatsApp, le persone erano solite pagare per gli SMS, mentre ora l'idea è impensabile. Un processo simile deve avvenire con il Bitcoin, dove è possibile inviare denaro ai familiari senza dover passare attraverso una terza parte o pagare tariffe esorbitanti o identificarsi o cose del genere.

Con il Bitcoin si ottengono anche altri sottili vantaggi. L'iperinflazione sta iniziando a farsi sentire e la gente comincia a capire che c'è qualcosa di sbagliato nel denaro.

Per le persone è molto difficile risalire alla causa principale dell'aumento dei prezzi da McDonalds. Ammettiamo che riescano a scoprire la causa, cosa potrebbero fare? Potrebbero andare a procurarsi il bitcoin, ma ci sono diversi passi in avanti prima che queste persone vedano il bitcoin come la risposta.

Corva: Sono d'accordo.

Fernandez: Inoltre, le aziende attuali - grandi aziende come Binance, Coinbase - sono sinonimo di bitcoin. Azteco deve essere sinonimo di ottenere bitcoin. La stragrande maggioranza delle persone sulla terra non è ricca. Non hanno 100.000 dollari da spendere in bitcoin. Vivono giorno per giorno.

Dato che queste persone non sono investitori e non hanno soldi da parte da tenere in bitcoin nella speranza che salga - cosa che ovviamente accadrà - hanno bisogno di avere bitcoin come denaro quotidiano per le spese di tutti i giorni.

Una volta che si inizia a parlare di queste cose, le opportunità e i modelli di business iniziano a cadere fuori dalla conversazione. Tutte queste Cynthia Lummises ed Elizabeth Warrens impediscono l'emergere di questi modelli di business perché stanno regolamentando qualcosa che non hanno il diritto di regolamentare.

Corva: Parlando di altre aziende, l'ho sentita parlare bene di Machankura, un protocollo che rende più facile per gli africani usare bitcoin in modo KYC, e che è un complimento per Azteco. Quali altre aziende nello spazio Bitcoin sono da elogiare per Azteco?

Fernandez: I portafogli Bitcoin etici sono da elogiare. Per etici intendo Samourai Wallet e Wallet of Satoshi. So che ad alcuni non piace Wallet of Satoshi perché l'architettura del backend non è di loro gradimento, ma queste persone non gestiscono aziende e non sanno quanto sia difficile fare queste cose.

L'ultimo arrivato è il portafoglio Bitkey che, secondo me, è assolutamente incredibile. Lo hanno progettato bene. Sia l'interfaccia utente che l'esperienza d'uso piaceranno a molti se non a tutti.

È da molto tempo che dico che qualcuno come Apple, Microsoft o qualche altra azienda entrerà nel mondo Bitcoin e porterà tutta l'esperienza accumulata nel pensare e progettare le interfacce utente nel processo di utilizzo del Bitcoin. Le aziende attuali non hanno pensato all'esperienza dell'utente.

Bitkey di Jack Dorsey ha rappresentato un “segnale” per molte persone che si sono finalmente rese conto che non possiamo continuare a fare quello che vogliamo e aspettarci che la gente lo accetti - l'idea di dover scrivere il proprio mnemonico prima di ricevere la prima transazione. È completamente folle.

Se Apple sviluppasse il proprio portafoglio Bitcoin o clonasse uno dei portafogli Bitcoin esistenti, il Bitcoin verrebbe esposto alle persone in un modo molto facile da capire e da consumare. Ci sarà una nuova generazione di utenti di Bitcoin per i quali il Bitcoin sarà del tutto normale, non minaccioso, intimidatorio o spaventoso.

Corva: Allo stesso modo in cui usare WhatsApp o Uber è ora normale...

Fernandez: È esattamente così. Il Bitcoin deve diventare noioso.

Frank Corva


Come acquistare Bitcoin?

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(00:00) Sigla iniziale (00:52) Macron, Draghi e la sindrome italiana della Ue (21:56) Gli astenuti in astinenza da debito (39:55) Le peggiori prassi e il Superbonus spalmabile (58:29) Babbo Natale e la tredicesima primaverile (01:08:04) Elly e il moto perpetuo che fa bene alla salute I fatti più interessanti della settimana, secondo il vostro Titolare. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/phastidio-podcast--4672101/support.


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Indagine Mef sull’addio dell’ex presidente Crt. Risiko immobiliare: patto Intesa-Coima.

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Oggi vi racconto una storiella, una di quelle un po’ inventate e un po’ no. Una storiella tra le tante che sicuramente non merita titoloni su un giornale, ma che, proprio grazie alla sua semplicità, può riuscire a penetrare facilmente nelle persone.

 

Pietro diventò nonno nel 1970 (54 anni fa) quando era ancora un operaio, con uno stipendio di 120 mila lire al mese.

Vedendo gli occhi del suo neonato nipotino Carlo, se ne innamorò e decise di sacrificare la sua vita per lasciargli un dono incredibile: un’eredità fatta di ben 100 dei suoi stipendi.

Un sacrificio veramente enorme, ma sappiamo tutti che l’amore non conosce ostacoli. Pietro decise dunque di farlo.

Così, negli anni, riuscì ad accumulare ben 12 milioni di lire facendo una vita misera, piena di stenti e sacrifici.

Purtroppo ormai da qualche anno Pietro è passato a miglior vita (direi che non ci voleva molto…) e quello che era il suo nipotino, Carlo, oggi ha 54 anni.

Cosa resta del dono di suo nonno, frutto dei suoi enormi sacrifici?

Reggetevi forte: 12 milioni di lire, ossia circa 6 mila euro!

Seimila euro oggi sono praticamente l’equivalente di una Fiat Panda vecchia di 10 anni, o forse nemmeno.

Ecco!

Questa è la moneta Fiat signori! State facendo l’applauso?

 

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Perdita di potere d’acquisto del dollaro americano, la valuta fiat per eccellenza, in poco più di 100 anni.

 

La moneta Fiat è nata e creata per disincentivare il risparmio e incentivare il consumo.

Le persone così continuano a lavorare in qualsiasi condizione e remunerazione pur di riuscire a restare a galla. Sono costrette a farlo.

Le persone corrono come corre il criceto nella ruota sperando di arrivare un giorno ad un via d’uscita. Ma la ruota gira, gira, gira… gli anni passano e la vita volge al termine.

Una vita di sacrifici e di frustrazioni, di povertà sostanziale e di insoddisfazione latente. Di soldi che non bastano mai e di risparmi che evaporano come acqua al sole.

La moneta Fiat raggiunge così il suo scopo: spremere le persone, togliere il tempo libero e non dare via d’uscita!

Carlo oggi è confuso ma sta riflettendo molto… e tu invece?

Hai iniziato a riflettere?

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FABIO DI MARZI

Appassionato Bitcoiner

L'articolo FIAT MONEY E FIAT PANDA proviene da Villaggio Bitcoin.


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Photo by Rodrigo Flores on Unsplash

Do you like to eat chocolate?

Experts are now warning that the world's chocolate supply is under threat.

The reason being a virus that attacks the cacao trees, resulting in harvest losses of up to 50%.

One of the reasons for this is, wait for it...CLIMATE CHANGE or so they say.

Cacao trees are dying which is causing experts to fear that the global supply could be under threat.

But fear not, there is a solution. Scientists are advocating for vaccinating cacao trees to inoculate them against the virus.

Some months ago I did research into a new chemical that they are feeding cows to make them fart less. Turns out that the chemical is actually toxic! You can read my article on that here:

So we have toxic chemicals being given to cows. Recently RNA vaccines were approved to be used in swine. But now chocolate is on the agenda.

Could our entire chocolate supply come from vaccinated trees in the future? Let's take a look at what is going on.

Become a paid subscriber today to help support my work bringing you the groundbreaking stories that is being censored by the mainstream media.

Your support is highly appreciated and much needed. The media gets millions from Bill Gates. I'm an independent journalist, so the more support I get, the more I can do to expose the mainstream narrative.

And you get access to my all of my articles that are exclusive for paid subscribers, such as the rest of this article...

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Though the Western political class constantly criticizes the “authoritarian” nature of certain nations, one should sweep in front of his own door first, to paraphrase Johann von Goethe. Indeed, Western nation-states and international institutions have for years been gnawing at the freedom and rights of both individuals and businesses.

First, the exorbitant fiscal and inflationary pressures on Western populations should never be considered “normal” or “acceptable”; they are severe violations of property rights in and of themselves. These pressures alone help to explain the economic stagnation and political decadence of Western societies. Additionally, previously unthinkable powers have been given to Western police and security forces, many of them now permanent. Wikileaks and others have revealed the programs of mass surveillance of entire populations that are practiced by unaccountable Western intelligence agencies.

Censorship and propaganda are common practices by governments and mainstream media, not least in Western democracies where control of public opinion is key. But the violation of rights in the West took a dramatic turn with the unprecedented and unjustified confinements of healthy people during the covid-19 pandemic, essentially mandatory vaccination policies, and the other political scandals surrounding these vaccines.

Next on the agenda are further restrictions to the freedom of speech on certain social media platforms. New laws, like the RESTRICT Act (Restricting the Emergence of Security Threats that Risk Information and Communications Technology) in the United States and the Digital Services Act in Europe, are undemocratically pushed through, ostensibly to protect the people. However, they allow the Western oligarchic elite to increase its control over society, implement its globalist agenda, and protect itself from brewing dissent.

Yet, in the near future, things are probably going to get far worse. From the alarming potential control of individual lives through the planned digital wallets and central bank digital currencies to the grave economic and social consequences of the “Green deals,” all the alarm bells have been ringing for some time already.

In view of these severe rights violations and threats of further violations, much more pushback from the majority at the receiving end might be expected. True, there are pockets of political disobedience, like the encouraging farmers’ protests in Europe, but these are fringe movements by people who are experiencing firsthand the above-mentioned policies.

There are positive signs of disapproval among the general population, like a measurable loss of trust in both Western mainstream media and political leaders, yet there is no massive opposition to these glaring violations of individual rights. Thus, before asking what conditions are needed for radical political change in the West, it seems necessary to first look at this indifference.

The Neglect of Individual Rights

The Western world was able to produce such inspiring texts as the French Declaration of the Rights of Man and the Citizen and the US Bill of Rights, both from 1789. Their purpose was to guarantee the protection of individual rights and liberty against state coercion. For more than two centuries, these two documents have played a certain role in restraining the most egregious violations of individual rights by Western governments against their subjects.

It must be noted, however, that these documents have not only been quite “liberally” interpreted but also violated, even openly, on many occasions (e.g., forced conscription and confiscatory taxation to name but two). This is unavoidable when such rights are only protected by the willingness of legislators and judges to adhere to old parchments, however “sacred” they are often pretended to be. Considering the relatively poor protection of individual rights that these documents have in fact provided, it is not surprising that these rights—in particular the most fundamental one, the right to property—can be so easily undermined today.

Arguably, this current brazen violation of rights can happen for several reasons. First, in the prevailing postmodernist culture, the meanings of words are subjective, positivist, and not to be taken very seriously. This is reflected in the current zeitgeist which considers statist intervention as not only acceptable but also a much better means to move society than such “quaint, old principles.” A good example of this is the draconian measures that are planned to be imposed in order to fight “climate change.”

Second, individual rights are usually disregarded by the majority because they are taken for granted. This is the naïve “end of history” conviction, according to which Western “liberal democracies” are the pinnacle of mankind’s moral and political development. It is the idea, common among the good-hearted but politically ignorant, that individual rights no longer need attention because they have been acquired already, once and for all.

There is thus little recognition today in the West that the struggle for liberty never ends. As Benjamin Constant said in a famous speech to the French assembly in 1819, “In order to benefit from the liberty that they would like, the people must exercise an active and constant surveillance of their representatives.” Otherwise, as George Santayana wrote, “Unless all those concerned keep a vigilant eye on the course of public business and frequently pronounce on its conduct, they will before long awake to the fact that they have been ignored and enslaved.” Such words of wisdom have never been absorbed by Western publics.

The Focus on Positive Rights

The third way in which individual rights are undermined is when they are interpreted too widely and thus diluted. This happens when rights are expanded to include not only negative rights but also positive ones, those that the state is expected to enforce. This legitimizes both the state’s growth as well as its coercive and unjust wealth redistribution in order to assure “equality of opportunity,” or worse, “equality of outcome.”

Such thinking permeates Western society today, even in the United Nations’ Declaration of Human Rights, which hails positive “rights” such as the right to work, the right to equal pay, or the right to rest and leisure. These are obviously not “rights” in the same sense as the natural right to property, and their enforcement by the state necessarily violates the property rights of others. Indeed, as Murray Rothbard wrote in The Ethics of Liberty, “The very concept of ‘rights’ is a ‘negative’ one, demarcating the areas of a person’s action that no man may properly interfere with.”

As Ever, Education in Liberty

There can be only one result of this multifaceted neglect of individual rights among the majority in the West: the creeping violation of individual rights that is so obvious today. If the principles of natural rights were really taught, instead of the vacuous mantra repeated ad nauseam that “all men are created equal,” then the nefarious agenda of control being imposed by the Western ruling minority would be far more readily resisted.

It is worth remembering that the first sentence of the Declaration of the Rights of Man and the Citizen states, “Ignorance, forgetfulness or contempt for human rights are the only causes of public misfortunes and government corruption.” Efforts must therefore continue unabated to inform and educate the public about the principles of freedom and the importance of protecting negative rights against constant attempts to violate them.

Note: The views expressed on Mises.org are not necessarily those of the Mises Institute.


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Di ZeroHedge

Sequestrare i beni? Due possono giocare a questo gioco…

Pochi giorni dopo che Washington ha votato per autorizzare il REPO Act – aprendo la strada all’amministrazione Biden per confiscare miliardi di beni sovrani russi che si trovano nelle banche statunitensi – sembra che Mosca abbia un proprio piano (chiamiamolo REVERSE REPO Act), dato che un tribunale russo ha ordinato il sequestro di 440 milioni di dollari da JPMorgan.

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L’ordine di sequestro fa seguito all’avvio di un’azione legale da parte del finanziatore VTB, gestito dal Cremlino, contro la più grande banca statunitense per recuperare il denaro bloccato dal regime di sanzioni di Washington.

Come riporta The FT, l’ordine, pubblicato mercoledì nel registro dei tribunali russi, riguarda i fondi nei conti di JPMorgan e le azioni delle sue filiali russe, secondo la sentenza emessa dal tribunale arbitrale di San Pietroburgo.

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I beni erano stati congelati dalle autorità in seguito alle sanzioni occidentali e mettono in evidenza alcune delle conseguenze che le aziende occidentali stanno subendo a causa delle misure punitive contro Mosca.

In particolare, The FT osserva che la controversia riguarda 439 milioni di dollari di fondi che VTB deteneva in un conto di JPMorgan negli Stati Uniti.

Quando Washington ha imposto sanzioni alla banca gestita dal Cremlino, JPMorgan ha dovuto spostare i fondi su un conto vincolato separato. In base al regime sanzionatorio statunitense, né VTB né JPMorgan possono accedere ai fondi.

In risposta, la scorsa settimana VTB ha intentato una causa contro il gruppo newyorkese per ottenere dalle autorità russe il congelamento dell’importo equivalente in Russia, avvertendo che JPMorgan stava cercando di lasciare la Russia e si sarebbe rifiutata di pagare qualsiasi risarcimento.

Il giorno successivo, JPMorgan ha intentato una causa contro il prestatore russo presso un tribunale statunitense per impedire il sequestro dei suoi beni, sostenendo di non avere modo di recuperare i fondi incagliati di VTB negli Stati Uniti per compensare le proprie potenziali perdite derivanti dalla causa russa.

La decisione di ieri si è schierata a favore di VTB, ordinando il sequestro dei fondi nei conti russi di JPMorgan e di “beni mobili e immobili”, tra cui la partecipazione in una filiale russa.

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JPMorgan ha dichiarato di aver subito un “danno certo e irreparabile” dall’impegno di VTB, esponendosi a una perdita di quasi mezzo miliardo di dollari, per aver semplicemente rispettato le sanzioni statunitensi.

L’ordine è stato l’ultimo esempio di banche americane che si sono trovate tra le richieste dei regimi di sanzioni occidentali e gli interessi d’oltreoceano. La scorsa estate, un tribunale russo ha congelato circa 36 milioni di dollari di beni di proprietà della Goldman in seguito a una causa intentata dalla banca statale Otkritie. Pochi mesi dopo il tribunale ha stabilito che la banca d’investimento di Wall Street doveva pagare i fondi a Otkritie.

Il botta e risposta continua…

Di ZeroHedge


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Di Julianne Geiger di OilPrice.com

In una mossa che potrebbe ridisegnare il panorama energetico europeo, la Commissione europea è pronta a proporre nuove sanzioni contro le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia.

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Secondo fonti Reuters vicine alla questione, le misure proposte includeranno un divieto di trasporto all’interno dell’UE e sanzioni su tre progetti russi di GNL.

La decisione della Commissione europea giunge in un contesto di crescente preoccupazione per la dipendenza dell’Europa dall’energia russa, in particolare sulla scia del conflitto in corso in Ucraina. Mentre all’inizio di quest’anno l’UE ha imposto un divieto sulle importazioni di petrolio russo via mare, finora si è astenuta dal prendere provvedimenti simili contro le importazioni di GNL. Tuttavia, con l’aumento delle importazioni di GNL russo dall’inizio della guerra, che rappresentano circa il 15% delle forniture di gas dell’UE, è aumentata la pressione su Bruxelles affinché agisse.

Il divieto di trasbordo proposto all’interno dell’UE mira a prevenire il dirottamento dei carichi di GNL russo verso altre destinazioni. Attualmente, Belgio, Francia e Spagna sono i maggiori importatori di GNL russo, e molte di queste importazioni vengono riesportate in altri Paesi, tra cui la Cina. Imponendo restrizioni sui trasbordi, l’UE spera di garantire che il GNL russo non raggiunga mercati extraeuropei.

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Oltre al divieto di trasbordo, la Commissione europea sta prendendo in considerazione anche sanzioni su tre progetti russi di GNL: Arctic LNG 2, Ust Luga e Murmansk. Sebbene i dettagli di queste sanzioni siano ancora in fase di discussione, si prevede che esse siano rivolte a progetti non ancora operativi, complicando ulteriormente gli sforzi della Russia per espandere le proprie esportazioni di GNL.

La mossa della Commissione europea riflette il crescente disagio all’interno dell’UE per la sua dipendenza dall’energia russa. Con le tensioni tra la Russia e l’Occidente che non accennano a diminuire, i responsabili politici europei sono sempre più alla ricerca di modi per ridurre l’esposizione dell’Europa alle forniture energetiche russe. Prendendo di mira le importazioni russe di GNL, l’UE spera di inviare un chiaro messaggio a Mosca: le sue azioni in Ucraina non rimarranno impunite.

Tuttavia, è probabile che le sanzioni proposte incontrino la resistenza di alcuni Stati membri dell’UE, in particolare di quelli che dipendono fortemente dall’energia russa. Tuttavia, con l’aumento della pressione su Bruxelles affinché agisca, sembra sempre più probabile che il panorama energetico europeo possa subire uno scossone significativo nei prossimi mesi.

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Volevate la prova del fascismo imperante? L’avete avuta nel giorno dell’antifascismo militante. Volevate la conferma della impossibilità di integrare i balordi? L’avete ricevuta per la festa della sinistra integrazionista. Bande di maranza, ossia “italiani”, così li contrabbandano, di seconda e terza e nuova generazione, contro tutti: poliziotti, istituzioni, cittadini inermi, soprattutto ebrei. Assaltati, provocati, minacciati, insultati in fama di cani, perfino i tentativi di accoltellarli. Per Gaza? Non scherziamo, a questi farabutti della Palestina consta e importa meno di niente; al limite, avallano, senza saperlo o sapendolo alla lontana, i metodi di Hamas. La violenza pura, tracotante, per imporre loro stessi.

Nel 25 aprile rosssofuoco, denso di pretesti e di menzogne, la sconfessione di ogni valore, intento, politica: i maranza nordafricani dimostrano che Milano è roba loro, che possono fare quello che vogliono, arrivano a provocare lo stesso sindaco Sala, che non risponde. L’atteggiamento è da guappi, da bande, ma nessuno a sinistra si sente di dissociarsi né di ammonirli, sarebbe l’ammissione di un fallimento epocale sotto tutti gli aspetti: accoglienza, integrazione, naturalizzazione precoce. Si fa finta di niente, si continua a sostenerli nel segno di una avversione ebrea che è prepolitica, che discende dritta giù per li rami dell’antisemitismo moderno codificato da Marx. Ragione per cui gli ebrei incauti o ingenui sono costretti prima o dopo a far fagotto dal Pd, non parliamo poi dalle succursali dove un ebreo non entra neanche morto.

25 aprile di odio e di sopraffazione, di ambiguità e di fraintendimenti, di equivoci interessati. La sinistra piddina, con le sue agenzie, ostenta comprensione e favore per i “nuova generazione”, i maranza, i provocatori, i martiri griffati alla Ghali che non hanno alcuna consistenza politica, la loro sensibilità, se vogliamo metterla così, è, in definitiva, materialista, volere tutto, a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo a cominciare dal delinquere. E dall’odio pretestuoso, ma atavico, verso Israele. Degni discendenti di quel Gran Muftì di Gerusalemme che si alleò con Hitler nel segno della estinzione degli ebrei. Nessuno del Pd ha trovato di che condannare simili comportamenti, tutt’altro. Credono ancora che la polverizzazione sociale, la sovversione a prato basso possa agevolare l’implosione del capitalismo! Ma se non c’è razza più neocapitalista di questi, convertiti dalle masse alle borsette griffate, alle influencer milionarie, ai feticci della modernità. E ai profumi da duty free. Volevate una dimostrazione plastica della malafede dietro al 25 aprile? L’avete avuta. La violenza insita in questa ricorrenza di parte sta nella prosecuzione, nel continuum: oggi i “fascisti” vengono identificati con gli ebrei cui la destra di potere sarebbe orientata.

Così, senza andar tanto per il sottile, nel segno della subcultura da bestia, basta trovare un bersaglio, basta un capro espiatorio. La reazione di Israele, discutibile quanto si vuole, mero pretesto nella totale indifferenza, quando non condiscendenza, per l’orrore definitivo, quello sì nazista, del 7 ottobre. Per cui si spiega la totale assenza di condanna, la zero dissociazione verso i maranza antisemiti e balordi e invece la solita ossessione verso il governo, la Meloni, “le destre”, nel segno dello stalinismo dell’Anpi e del cialtronismo mercantile-letterario che ha velocemente rotto i coglioni. Ieri a fronte di attacchi indiscriminati di queste bande di teppisti “nuova generazione”, non si è fatto che sentire e risentire il compitino da scuola media di questo Scurati da tutte le parti, condito dalle incredibili uscite del padre della emula terrorista Salis, “Ilaria è il simbolo dell’antifascismo perenne”. Almeno su questo non sbaglia. Mentre già si sente parlare, e figurarsi se poteva mancare, di una candidatura del monologaro in questione “in risposta” a quella di Vannacci con la Lega.

A qualcosa il 25 aprile serve! La politica spotify, eletto chi vende di più in libreria o sui social: a questa stregua, candidate pure i maranza trapper che, dentro e fuor di galera, fanno milioni di visualizzazioni sulle piattaforme.

Max Del Papa, 26 aprile 2024

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Home / Mondo crypto e Bitcoin in CRISI? 5 fattori macro che CAMBIERANNO il mercato. L’analisi FONDAMENTALE

5 FATTORI MACRO

I cinque fattori macro che potranno cambiare il mercato crypto e Bitcoin. Che succede?

Gianluca Grossi 26/04/24 14:23 News

Il mondo crypto è un mondo anche finanziario e che risente di quanto avviene nel mondo, in particolare quello macro-economico. Con il mercato che si muove relativamente poco da tempo – fatti salvi appunto gli ultimi grandi eventi macro – ci sarà da guardare proprio a questi eventi futuri per valutare cosa potrà accadere, cosa non potrà accedere e che tipo di segnali possiamo aspettarci appunto dai mercati.

Abbiamo individuato 5 questioni che potrebbero avere un impatto importante per il mercato – anche per quello Bitcoin e crypto – eventi che potrebbero effettivamente imprimere la prossima svolta, rialzista o ribassista, al mondo che seguiamo tutti i giorni su queste pagine.

5 questioni che creano tanta ansia, ma che potremo anche discutere sul nostro Canale Telegram, anche per capire più in dettaglio quanto ciascuno dei fattori potrà impattare sul mercato crypto e Bitcoin. Impatti che certamente ci saranno, ma che comunque dovranno essere valutati a fondo prima di operare sul mercato con orizzonti di medio e lungo periodo.

I cinque fattori che possono cambiare il mercato crypto e Bitcoin: macro

La nostra analisi di oggi punta a individuare quali sono i fattori più interessanti a livello macro che potrebbero avere un impatto su Bitcoin e sul mondo crypto. Ce ne sono diversi e sono gli stessi che stanno agitando i mercati classici.

  • Inflazione, principalmente negli USA

Dei dati delle singole economie sull’inflazione quello che interessa di più è di gran lunga quello che riguarda gli Stati Uniti. Questo per tutta una serie di motivi, a partire dalla preponderanza dell’economia USA su quella mondiale, soprattutto a livello finanziario.

I dati non sembrano essere dei migliori: l’inflazione sembra essere più persistente di quanto pensassero i più ottimisti. Tutti i principali indicatori di inflazione oltre il CPI sembrano segnalare un’ulteriore persistenza. E saranno questi dati a orientare il secondo punto di questa analisi macro.

  • Tassi di interesse: c’è chi partirà coi tagli e chi invece…

In Europa si partirà certamente con i tagli a giugno. A Washington è ormai sempre meno probabile che questo possa avvenire. Oggi si è fermato anche il Giappone, per quanto però in pochi si aspettavano che si potesse procedere con un ulteriore rialzo.

attese tassi Attese sui tassi a giugno

La questione tagli non è così lineare da interpretare: Bitcoin e crypto hanno performato benissimo sul medio periodo anche con tassi molto elevati, così come hanno fatto le borse. Un taglio però sarebbe di ulteriore spinta per il ritorno di liquidità in cerca di mercati.

  • Powell che parla il 1^ maggio

A margine della classica e prevista riunione del FOMC, che lascerà i tassi di interesse invariati negli USA il prossimo 1^ maggio, ci sarà la classica conferenza stampa di Jerome Powell. Una conferenza stampa che tutti seguiranno parola per parola, alla disperata ricerca di indicazioni da parte del comandante in capo della banca centrale più potente del mondo.

Difficile che si sbottoni più del classico: “attenderemo i dati”. Tuttavia potrebbe lasciar intendere che dopo i pessimi dati sull’economia USA, che è in forte rallentamento rispetto allo scorso anno, si sbottoni di più in una direzione che piacerà, si spera, ai mercati.

  • Crescita economica

Il mantra degli ultimi mesi è stato il cosiddetto soft landing, ovvero la possibilità di chiudere il ciclo di politiche monetarie restrittive senza innescare una recessione. Un gioco di equilibri molto complesso, il cui risultato non è ancora però al 100% prevedibile.

GDPUSA-1024x329 La crescita in rallentamento negli USA

Dato che sarà la settimana anche di tante trimestrali delle top aziende USA, potremo certamente avere un quadro più chiaro. TUttia i mercati continueranno a farsi agitare da aspettative che potranno o non potranno essere confermate.


Mainstream economists believe our knowledge of the world of economics is elusive, so the criteria for choosing a theory should be its predictive power. If the theory “predicts,” it is regarded as a valid framework to assess the economy. Once a theory fails in that role, the search for a new theory begins.

For instance, an economist believes that consumer outlays on goods and services are determined by disposable income. Once this view is validated by statistical methods, it is used to assess the future direction of consumer spending. If the theory fails to produce accurate forecasts, it is either replaced or modified by adding some other explanatory variables. This way of thinking implies that our knowledge of the world of economics is elusive.

Since we cannot establish “how things really work,” then the underlying assumptions of a theory don’t matter. Anything goes, as long as the theory can yield good predictions.

According to Milton Friedman,

The relevant question to ask about the assumptions of a theory is not whether they are descriptively realistic, for they never are, but whether they are sufficiently good approximation for the purpose in hand. And this question can be answered only by seeing whether the theory works, which means whether it yields sufficiently accurate predictions.

Why Is the Predictive Capability for Accepting a Model Questionable?

Declaring predictive capability as the condition for accepting a theory is questionable. Even the natural sciences, which mainstream economics tries to emulate, don’t validate their models this way. For example, a theory used to build a rocket stipulates certain conditions that must prevail for its successful launch.

One of the conditions is good weather. Would we judge the quality of a rocket propulsion theory on whether it can accurately predict the date of the launch? The prediction that the launch will take place on a particular date in the future will only be realized if all the stipulated conditions hold.

Something like this cannot be known in advance. For instance, it may rain on the planned launch day. The rocket propulsion theory tells us that if all the necessary conditions hold, the rocket launch will be successful. The quality of this theory, however, is not tainted by an inability to make an accurate prediction of the launch date.

The same logic also applies in economics. We can say confidently, all other things being equal, that an increase in the demand for bread will raise its price. This conclusion is true, not tentative. But will the price of bread go up tomorrow, or in the future? This cannot be established by theories of supply and demand. Should we then dismiss these theories as useless because they cannot predict the future price of bread?

If the criterion for accepting a theory is its forecasting ability, then it is possible to come up with ideas that could have good forecasting capabilities. Quantitative methods would make it possible to validate these ideas. For example, one could establish that a person’s income is well correlated with the overall income in the economy, which is called curve fitting. This model can then be used to forecast gross domestic product growth rate.

Contrary to this popular way of economic thinking, a model should not be selected on its predictive ability but rather on its theoretical soundness. According to Ludwig von Mises,

Economics can predict the effects to be expected from resorting to definite measures of economic policies. It can answer the question whether a definite policy is able to attain the ends aimed at and, if the answer is in the negative, what its real effects will be. But, of course, this prediction can be only “qualitative.”

Do We Know Something about Ourselves?

Economic theory should be able to explain economic activity. Quantitative methods are unhelpful because they only compare the movements of historical pieces of information. These methods can describe but not explain, nor can they identify the driving factor of economic activity.

Contrary to popular thinking, economics is not about gross domestic product, the consumer price index, or other economic indicators; it is about how human beings interact with one another. It is about their activities promoting their lives and well-beings.

People engage in activities such as performing manual work, driving cars, and dining in restaurants. The distinguishing characteristic of these activities is that they are all purposeful.

Thus, manual work may be a means for some individuals to earn money, which enables them to achieve goals such as buying food or clothing. Dining in a restaurant could be a means to establish business relationships, while driving a car is a means for reaching a destination.

Individuals operate within a framework of means and ends, using various means to secure ends. Purposeful action implies that people assess the means at their disposal against their ends. At any time, they may have an abundance of ends that they would like to achieve but are limited by the scarcity of means. Once more means become available, a greater number of ends, or goals, can be accommodated, increasing people’s living standards.

Reaching one’s goals is limited by the availability of suitable means. For example, a man in the desert requires water to quench his thirst. Possessing diamonds in this situation does him no good.

The fact that people consciously pursue purposeful actions provides us with definite knowledge, which is always valid. This knowledge sets the base for a coherent framework that permits a meaningful assessment of the economy. For instance, during an economic slump, we see a general decline in the demand for goods and services. Do we then conclude that the decline in demand has caused the recession?

We know that people strive to improve their lives, so their demand for goods and services is likely to increase, not decrease. Consequently, the decline in general demand is because people cannot support their demand. Problems on the production side, the means by which they supply goods, are the likely cause of the decline in demand. Once we have established that the likely causes of the slump are associated with supply factors, we can assess the possible reasons behind this.

According to mainstream economists, however, countering an emerging economic slump requires the central bank to increase monetary pumping. An increase in the money supply growth rate supposedly will protect the well-being of people in the economy. Money, however, does not generate wealth, as it serves as a medium of exchange. On the contrary, an increase in the supply of money will undermine the wealth-generation process and set in motion the menace of the boom-bust cycle.

The fact that man pursues purposeful actions implies that causes in the world of economics emanate from human beings and not from outside factors. Thus, contrary to popular thinking, one’s outlays on goods are not necessarily driven by real income since every person decides how much of a given real income will be used for consumption and how much for investments.

While it is true that individuals are likely to respond to changes in their incomes, the response is not automatic. Everyone assesses the change in real income against the set of goals he wants to achieve. Thus, he might decide to increase investment in financial assets rather than increase consumption.

Conclusion

Mainstream economists believe the “right” model or the “right” theory is determined by its ability to make accurate forecasts. This is a questionable way of thinking. What matters is to have a theory that explains human activity. Once that is established, it is possible to make sense of recorded human actions.

Note: The views expressed on Mises.org are not necessarily those of the Mises Institute.


Home / ETF Bitcoin: Fidelity SHOCK perde 22 milioni. Giornata in ROSSO per il comparto: che succede?

BITCOIN ETF IN CALO

Fidelity perde per la prima volta capitale sugli ETF Bitcoin. Cosa cambia ora per il settore? L'analisi.

Gianluca Grossi 26/04/24 10:13 News

Per la prima volta anche Fidelity, il secondo degli ETF su Bitcoin per capitale accumulato, fa registrare una giornata in negativo in termini di flow: le entrate nel fondo sono state minori delle uscite, segno che la FOMO intorno a questi prodotti stanno rallentando e segno ulteriore del fatto che stiamo entrando in una nuova fase per questi prodotti.

Nuova fase che è testimoniata tra le altre cose dal secondo giorno di flow a zero per l’altro gigante del mondo ETF negli USA, iShares di BlackRock, che dopo 71 giorni di fila di inflow positivi, ha tirato i remi in barca per due giorni consecutivi.

Cosa che però – e possiamo anche discuterne sul nostro Canale Telegram in maniera aperta e franca, non sembrerebbe aver avuto questo grande impatto sul prezzo di Bitcoin. Prezzo che è stato maggiormente animato invece dalle notizie che sono arrivate dall’ambito macro, ambito che continuerà ad essere molto più rilevante di quello degli ETF.

Fidelity perde per la prima volta capitale sull’ETF Bitcoin Spot

Per la prima volta Fidelity, che è il secondo gruppo per importanza per gli ETF su Bitcoin, ha perso capitale nel corso di una singola giornata di trading. Secondo i dati che sono infatti stati diffusi da Farside, per la giornata di ieri l’ETF che è secondo per capitalizzazione del comparto di questi prodotti lanciati da poco più di 3 mesi negli USA.

Cos’è successo? Con ogni probabilità un fisiologico rallentamento dopo che questi prodotti hanno fatto registrare effettivamente un’attenzione e un afflusso di capitali che mai si erano visti prima. Un’attenzione che si è tradotta in 71 giorni consecutivi di inflow per BlackRock e per pochi meno per Fidelity.

Per avere maggiore contezza di quanto effettivamente è avvenuto in questi primi tre, mesi, c’è inoltre un ulteriore dato che è stato diffuso da Eric Balchunas di Bloomberg e che riguarda la quantità di capitale accumulato nei primi 72 giorni. La classifica, che riportiamo qui, riguarda nel complesso tutti gli ETF mai lanciati negli USA.

Altro record ETF Bitcoin Un altro dei record degli ETF Bitcoin

Un grafico che vale più di mille parole e più di quelle che erano state sprecate in fase di lancio di questi prodotti, ritenuti da diversi un fallimento, senza alcuna cognizione di causa.

Cosa aspettarsi ora dagli ETF Bitcoin?

Difficile dire cosa accadrà sul breve e medio periodo? Difficile aspettarsi un cambio di trend sul breve, per quanto in realtà da Grayscale – alleghiamo tabella degli ultimi giorni – ci siano state accelerazioni e rallentamenti imprevedibili.

Per il resto, vale quanto scrivevamo anche al picco di interesse per questi prodotti: si tratta di un mercato importante, che produrrà degli effetti di grande impatto sul medio e lungo periodo, ma che sul breve ha un impatto piuttosto ridotto nei confronti del prezzo di Bitcoin. Impatto del quale sarà certamente utile tenere conto, ma senza fasciarsi la testa prima del tempo. Bitcoin può vivere benissimo anche senza gli ETF che accumulano un miliardo a settimana.


Tradotto dall’originale di Jonathan Newman - pubblicato il 17 apr 2024

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Politica economica (Pensieri per oggi e per domani) di Ludwig von Mises è diventato molto popolare di recente. Il Mises Book Store ha esaurito le copie fisiche e il PDF, disponibile gratuitamente online, ha registrato oltre 50.000 download negli ultimi giorni.

Questa ondata di interesse per le idee di Mises è stata avviata dal lottatore UFC Renato Moicano, che ha dichiarato in un breve discorso di vittoria dopo il combattimento: “Amo l'America, amo la Costituzione... Voglio portare... le armi. Amo la proprietà privata. Lasciate che vi dica una cosa. Se avete a cuore il vostro... Paese, leggete Ludwig von Mises e le sei lezioni della scuola economica austriaca”.

Le “sei lezioni” a cui si riferisce sono il libro di Mises, Politica economica (Pensieri per oggi e per domani).

Se siete interessati a ciò che Mises ha da dire in questo libro, che è una trascrizione di conferenze tenute in Argentina nel 1959, ecco una breve anteprima, che spero vi ispiri a leggere il breve libro per intero.


Lezione 1: capitalismo

Mises inizia la sua prima lezione con una panoramica sullo sviluppo del capitalismo a partire dal feudalesimo. Le imprese iniziarono a “produrre in massa per soddisfare i bisogni delle masse” invece di concentrarsi sulla produzione di beni di lusso per l'élite. Queste grandi imprese hanno avuto successo perché servivano i bisogni di un gruppo più ampio di persone e il loro successo dipendeva interamente dalla loro capacità di dare a questa massa di consumatori ciò che volevano.

Nonostante l'incredibile e innegabile aumento del tenore di vita, anche per una popolazione in crescita, il capitalismo ha avuto i suoi detrattori, tra cui Karl Marx, che ha dato il nome al capitalismo. Mises afferma che, sebbene Marx odiasse il capitalismo e lo avesse soprannominato in questo modo per attaccare il sistema, il nome è buono.


perché descrive chiaramente la fonte dei grandi miglioramenti sociali apportati dal capitalismo. Questi miglioramenti sono il risultato dell'accumulazione di capitale; si basano sul fatto che le persone, di norma, non consumano tutto ciò che hanno prodotto, ma ne risparmiano e investono una parte.


La prosperità è il risultato della previdenza per il futuro, più precisamente è il risultato dell'accantonamento dei consumi odierni attraverso il risparmio e l'investimento delle risorse nella produzione. Secondo Mises, questo principio spiega perché alcuni Paesi sono più prosperi di altri. Quando si parla di crescita economica, “non ci sono miracoli”. Esiste solo “l'applicazione dei principi dell'economia di libero mercato, dei metodi del capitalismo”.

Lezione 2: socialismo

Nella seconda lezione, Mises analizza più da vicino il sistema proposto da Marx: il socialismo. Libertà economica significa che le persone possono scegliere la propria carriera e utilizzare le proprie risorse per raggiungere i propri scopi. La libertà economica è la base di tutte le altre libertà. Per esempio, quando il governo sequestra intere industrie, come quella della stampa, determina cosa sarà pubblicato e cosa no e la “libertà di stampa scompare”.

Mises riconosce che non esiste una “libertà perfetta” in senso metafisico. Dobbiamo obbedire alle leggi della natura, soprattutto se intendiamo usare e trasformare la natura secondo i nostri fini. E anche la libertà economica implica una fondamentale interdipendenza tra gli individui: “Libertà nella società significa che un uomo dipende dagli altri tanto quanto gli altri dipendono da lui”. Questo vale anche per le grandi imprese e per gli imprenditori che le guidano. I veri “padroni” nell'economia di mercato non sono coloro che urlano ordini ai lavoratori, ma i consumatori.

I socialisti disprezzano l'idea della sovranità dei consumatori perché significa permettere errori. Secondo loro, lo Stato dovrebbe svolgere il ruolo paternalistico di decidere cosa è bene per tutti. Così Mises non vede alcuna differenza tra il socialismo e un sistema di schiavitù: “Lo schiavo deve fare ciò che il suo superiore gli ordina di fare, ma il cittadino libero - e questo è il significato di libertà - è in grado di scegliere il proprio stile di vita”. Nel capitalismo, questa libertà rende possibile che le persone nascano in povertà, ma poi raggiungano un grande successo, provvedendo ai loro simili. Questo tipo di mobilità sociale è impossibile in sistemi come il feudalesimo e il socialismo.

Mises conclude questa lezione con una breve spiegazione della critica del calcolo economico al socialismo. Quando la proprietà privata dei mezzi di produzione è proibita, il calcolo economico è impossibile. Senza prezzi di mercato per i fattori, non possiamo economizzare la produzione e provvedere ai bisogni delle masse, indipendentemente da chi controlla il consiglio di pianificazione socialista. Il risultato è la privazione di massa e il caos.

Lezione 3: interventismo

L'interventismo descrive una situazione in cui il governo “vuole interferire con i fenomeni di mercato”. Ogni intervento comporta l'abrogazione della sovranità dei consumatori che Mises aveva spiegato nelle due lezioni precedenti.


Il governo vuole interferire per costringere gli imprenditori a condurre i loro affari in modo diverso da quello che avrebbero scelto se avessero obbedito solo ai consumatori. Pertanto, tutte le misure di interventismo del governo sono dirette a limitare la supremazia dei consumatori.


Mises fa l'esempio di un tetto al prezzo del latte. Sebbene chi mette in atto un intervento di questo tipo possa avere l'intenzione di rendere il latte più accessibile per le famiglie più povere, ci sono molte conseguenze indesiderate: aumento della domanda, diminuzione dell'offerta, razionamento non di prezzo sotto forma di lunghe code nei negozi che vendono latte e, cosa importante, motivi per il governo di intervenire in nuovi modi ora che l'intervento iniziale non ha raggiunto lo scopo prefissato. Così, nell'esempio di Mises, egli ripercorre i nuovi interventi, come il razionamento governativo, il controllo dei prezzi dei generi alimentari per il bestiame, il controllo dei prezzi dei beni di lusso, e così via fino a quando il governo non è intervenuto praticamente in ogni settore dell'economia, cioè il socialismo.

Dopo aver fornito alcuni esempi storici di questo processo, Mises fornisce il quadro generale. L'interventismo, come “politica di mezzo”, è in realtà una strada verso il totalitarismo.

Lezione 4: inflazione


Non può esistere un metodo segreto per risolvere i problemi finanziari di un governo; se ha bisogno di denaro, deve ottenerlo tassando i suoi cittadini (o, in condizioni particolari, prendendolo in prestito da persone che hanno il denaro). Ma molti governi, possiamo dire la maggior parte, pensano che ci sia un altro metodo per ottenere il denaro necessario: semplicemente stamparlo.


Se il governo tassa i cittadini per costruire un nuovo ospedale, i cittadini sono costretti a ridurre la loro spesa e il governo “sostituisce” la loro spesa con la propria. Se, invece, il governo utilizza nuova moneta stampata per finanziare la costruzione dell'ospedale, allora non c'è una sostituzione della spesa, ma un'aggiunta, e “i prezzi tenderanno a salire”.

Mises, come al solito, fa esplodere l'idea di un “livello dei prezzi” che sale e scende, come se tutti i prezzi cambiassero simultaneamente e proporzionalmente. Invece, i prezzi aumentano “passo dopo passo”. I primi destinatari del nuovo denaro aumentano la loro domanda di beni, il che fornisce nuovo reddito a coloro che vendono tali beni. I venditori possono ora aumentare la loro domanda di beni. Questo spiega il processo per cui alcuni prezzi e alcuni redditi aumentano prima di altri. Il risultato è una “rivoluzione dei prezzi”, in cui prezzi e redditi aumentano in modo graduale, a partire dall'origine della nuova moneta. In questo modo, la nuova moneta altera la distribuzione dei redditi e la disposizione delle risorse reali nell'economia, creando “vincitori” e “perdenti”.

Il gold standard offre un controllo rigoroso contro le tendenze inflazionistiche dei governi. In un sistema di questo tipo, il governo non può creare nuove unità di moneta per finanziare le sue spese, quindi deve ricorrere alla tassazione, che è notevolmente impopolare. L'inflazione Fiat, tuttavia, è sottile e i suoi effetti sono complessi e ritardati, il che la rende particolarmente attraente per i governi che possono esercitarla.

In questa conferenza Mises esegue anche un'accurata stroncatura di Keynes e del keynesismo, ma la lascio ai lettori.

Lezione 5: investimenti esteri

Mises ritorna al principio introdotto nella prima lezione, ovvero che la crescita economica deriva dall'accumulazione di capitale. Le differenze nel tenore di vita tra i Paesi non sono attribuibili alla tecnologia, alle qualità dei lavoratori o alle capacità degli imprenditori, ma alla disponibilità di capitale.

Un modo in cui il capitale può essere accumulato all'interno di un Paese è attraverso gli investimenti esteri. Gli inglesi, ad esempio, hanno fornito gran parte del capitale necessario per sviluppare il sistema ferroviario negli Stati Uniti e in Europa. Questo ha comportato un vantaggio reciproco sia per gli inglesi che per i Paesi destinatari dell'investimento. I britannici guadagnarono profitti grazie alla proprietà dei sistemi ferroviari e i Paesi destinatari, anche in presenza di una bilancia commerciale temporaneamente “sfavorevole”, ottennero i benefici del sistema ferroviario, tra cui l'aumento della produttività che, nel tempo, permise loro di acquistare dagli inglesi le azioni delle società ferroviarie.

Gli investimenti esteri permettono all'accumulo di capitale in un Paese di accelerare lo sviluppo di altri Paesi, il tutto senza un sacrificio unilaterale da parte del Paese che fornisce l'investimento. Le guerre (soprattutto quelle mondiali), il protezionismo e la tassazione interna distruggono questo processo reciprocamente vantaggioso. Quando i Paesi impongono tariffe o espropriano il capitale che appartiene agli investitori stranieri, “impediscono o rallentano l'accumulazione del capitale nazionale e pongono ostacoli al capitale straniero”.

Lezione 6: politica e idee

Le idee liberali classiche dei filosofi del diciottesimo e dell'inizio del diciannovesimo secolo hanno contribuito a creare i governi vincolati e la libertà economica che hanno portato all'esplosione della crescita economica di cui Mises ha parlato nella prima lezione. Ma l'emergere di “gruppi di pressione” di minoranza, quelli che oggi chiameremmo “gruppi di interesse speciale”, allontanò i politici dagli ideali liberali classici e li indirizzò verso l'interventismo. I gruppi che beneficerebbero di vari interventi fanno pressione sul governo affinché conceda loro favori come privilegi di monopolio, tasse sulla concorrenza (comprese le tariffe) e sussidi. E, come abbiamo visto, questa spirale interventista tende al socialismo e al totalitarismo. La “rinascita dello spirito bellicoso” nel XX secolo ha portato alle guerre mondiali e ha esacerbato le tendenze totalitarie anche nelle nazioni un tempo esemplari.

Il concomitante aumento delle spese statali ha reso troppo allettanti il denaro fiat e l'inflazione. Le guerre e i progetti speciali sostenuti dai gruppi di pressione erano costosi, e così i vincoli di bilancio furono scartati a favore dello svilimento.

Questo, secondo Mises, spiega la caduta della civiltà. Egli indica l'Impero Romano come esempio:


Cosa è successo? Qual era il problema? Che cosa ha causato la disintegrazione di un impero che, sotto tutti i punti di vista, aveva raggiunto la massima civiltà mai raggiunta prima del XVIII secolo? La verità è che a distruggere questa antica civiltà fu qualcosa di simile, quasi identico, ai pericoli che minacciano la nostra civiltà oggi: da un lato l'interventismo, dall'altro l'inflazione.


Mises trova speranza nel fatto che i detrattori della libertà economica, come Marx e Keynes, non rappresentano le masse e nemmeno la maggioranza. Marx, ad esempio, “non era un uomo del proletariato. Era figlio di un avvocato. ... Era sostenuto dal suo amico Friedrich Engels, che, essendo un industriale, era il peggior tipo di “borghese”, secondo le idee socialiste. Nel linguaggio del marxismo, era uno sfruttatore”.

Questo implica che il destino della civiltà dipende da una battaglia di idee e Mises pensava che le buone idee avrebbero vinto:


Considero un ottimo segno il fatto che, mentre cinquant'anni fa praticamente nessuno al mondo aveva il coraggio di dire qualcosa a favore dell'economia libera, oggi abbiamo, almeno in alcuni dei Paesi avanzati del mondo, istituzioni che sono centri di propagazione dell'economia libera.


Possiamo continuare il progetto di Mises e realizzare la sua speranza. Il mondo ha bisogno di “Menos Marx, Mais Mises”.

Jonathan Newman


L’incoerenza della sinistra è cosa nota. La polemica strumentale è all’ordine del giorno, un’unica stella polare: contrastare il governo. E quindi se le forze dell’ordine rispondono alle violenze di studenti e centri sociali, ecco i compagni in fila come i soldatini a delegittimare le forze dell’ordine con l’obiettivo di colpire Giorgia Meloni e i suoi ministri. Di fronte a minacce, sputi e attacchi, gli agenti non hanno lesinato manganellate. Nulla di antidemocratico, sia chiaro, ma dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle tutti d’accordo nell’assaltare le autorità, nel gettare fango sugli agenti che rischiano la pelle per garantirci la sicurezza. E poi torniamo all’incoerenza.

I poliziotti non hanno ricevuto grandi manifestazioni di solidarietà dalla sinistra di fronte alle violenze di antagonisti, centri sociali e compagnia cantante. Lo abbiamo visto negli ultimi giorni, il solito gioco al massacro e nulla più. Ma cosa accade quando è la sinistra ad avere bisogno della difesa e della protezione delle autorità? Ecco la richiesta dei manganelli. Emblematico quanto accaduto a Milano, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile. Scontri e tensioni alla manifestazione per la presenza della Brigata ebraica, con giovanissimi armati di bastoni e armi da taglio pronti a fare male. Questa la denuncia di Lia Quartapelle, volto noto di casa Partito Democratico: “Siamo stati lasciati soli dalle forze dell’ordine arrivate dopo parecchi minuti. Dobbiamo ringraziare i City Angels se non è successo qualcosa di grave”.

Leggi anche:

Quindi proviamo a capire: dopo aver attaccato senza mezzi termini i poliziotti per aver fatto il loro dovere (evitare una marcia sulla sinagoga di Pisa o l’assalto del consolato Usa a Firenze, per citare solo due esempi), ossia rispondere alle violenze, la sinistra invoca il manganello quando di mezzo ci sono i compagni? Doppiopesismo allo stato puro. Sia chiaro: la Quartapelle ha ragione a chiedere l’intervento delle autorità a difesa di chi esercita diritti costituzionali come manifestare. Ma allo stesso tempo perchè sono state spese parole ignobili nei confronti di donne e uomini che hanno fatto rispettare la legge? Perchè gli studenti aggressivi sono stati spalleggiati e coccolati? Il paradosso è visibile ad occhio nudo: prima il ministro Matteo Piantedosi veniva criticato per aver permesso i presunti abusi, mentre ora dovrà rispondere a un’interrogazione dalla Quartapelle. Evidentemente il “clima di repressione” è svanito nel nulla.

Franco Lodige, 27 aprile 2024

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Le femministe urlano allo scandalo per la presenza di esperti nei consultori, volta a fornire alternative all’interruzione di gravidanza. La tutela della maternità è però prevista proprio dalla legge del ’78 e, vista la denatalità, dovrebbe essere il primo obiettivo dello Stato.

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The Illusion of Financial Privacy

Naomi Brockwell, Founder and Director of NBTV

Over the past half-century, financial privacy has diminished significantly. In contemporary

society, individuals are required to justifying their routine financial activities, authenticating

their identity and defending their choices at every financial turn. This shift in norms has

become ingrained in our expectations of the financial ecosystem.

It appears that the collective memory has faded, and we’ve forgotten that just a few decades

ago withdrawing one's own funds was a straightforward right—No probing questions about

the intended use of those funds or one's occupation. Additionally, the routine bulk sharing of

transactional data with countless third parties was not the standard. This evolution into an era

of pervasive financial surveillance represents a stark departure from practices a few decades

ago.

A paradoxical situation has emerged wherein many continue to believe in a notion of financial

privacy that has ceased to exist. There is a widespread assumption that financial activities

remain confidential, safeguarded by banks or credit unions. Reality, however, starkly contrasts

with this belief. In truth, financial privacy in the United States is more illusory than real.

How do we explain this mismatch between what people believe is true, and the actual state of

financial privacy?

First, the systematic dismantling of our financial privacy occurred gradually over time without

people really paying attention.

Second, the bulk of this increased surveillance has actually been intentionally kept hidden

from the public.

This article will explore the history of how financial privacy slowly disappeared, unveiling the

extensive financial surveillance apparatus that remains largely opaque to the general public.

While this analysis primarily focuses on developments within the United States, the

implications of these changes are global, driven by the U.S.'s influence in exporting its

legislative and regulatory frameworks abroad. The trend towards financial surveillance is a

global phenomenon, with governments worldwide monitoring payment systems.

To understand the current state of financial privacy we should first look at what things were

like prior to 1970, when some pivotal legislation was introduced to dramatically shift privacy

norms, which we’ll look at in a moment.

The landscape of financial interaction was markedly different fifty years ago. Customers

enjoyed greater autonomy in opening accounts and managing their money, often choosing to

engage with banks based solely on the cash they possessed. The era was characterized by

less scrutinized transactions and, occasionally, the absence of ID requirements for account

setup. The discretion once afforded to banks in determining necessary information for

account creation has been supplanted by federal mandates, with customer information no

longer confined to the private domain of the bank-customer relationship.

The year 1970 heralded a transformative period in financial privacy with the enactment of the

Bank Secrecy Act (BSA). Aimed at addressing concerns over secret foreign bank accounts,

the BSA represented a significant milestone in the regulation of financial privacy, both within

the United States and globally. The Act's premise was to enhance information gathering on

financial activities to combat the concealment of wealth in overseas accounts.

The BSA introduced a paradigm shift by requiring financial institutions to maintain records of

customers' transactions and personal information and to report significant transactions,

specifically those exceeding $10,000, to the Treasury Department. This legislative move

transformed financial professionals into de facto government informants, reporting on

Americans for the mere act of engaging with their finances. The law sparked considerable

debate, drawing criticism from various quarters, including Congress, the banking sector, and

civil liberties organizations. A legal challenge ensued, questioning the BSA's constitutionality

and its compatibility with the First, Fourth, and Fifth Amendments.

Central to the legal debate was the Fourth Amendment, which safeguards against

unreasonable searches. The mandate for financial institutions to divulge personal financial

information without a warrant was perceived as an infringement of this constitutional

protection. Despite these concerns, the Supreme Court ultimately upheld the BSA, reasoning

that information shared with banks constitutes business records rather than private data, thus

not warranting the same expectation of privacy. This completely undermined the expectation

of privacy that people had always had with their banks.

The BSA marked a fundamental shift in the confidentiality dynamics between individuals and

financial institutions, effectively involving the government in financial interactions instead of

allowing people the dignity of privacy.

The Supreme Court at the time commented that the reporting requirements for the banks

were not an undue burden, because they applied only to “abnormally large transactions.”

$10,000 in 1970 was indeed seen as abnormally large, because the purchasing power of the

US dollar was so much higher back then. To put this amount in context, in 1970 it would buy

two brand new Corvettes, or even a new house in some areas. From this perspective, if you

were paying all cash for an entire, brand new house, it might be a suspicious enough and rare

enough occurrence that it was not seen as a burden on financial institutions to report this, nor

an unreasonable intrusion into people’s daily lives.

However the BSA never included any adjustment for inflation. Year after year, the purchasing

power of the US dollar disappears, which means that this financial surveillance has silently

and insidiously crept further and further into our lives. Inflation has incrementally extended the

reach of financial surveillance into everyday transactions.

Since 1970, the Bank Secrecy Act’s powers have not only expanded silently through inflation

but explicitly through all kinds of amendments that increase its scope. Subsequent

expansions of the BSA, notably the Annunzio-Wylie Anti-Money Laundering Act of 1992,

further broadened the scope of reportable activities through the introduction of Suspicious

Activity Reports (SARs). This shift from reporting threshold-based transactions to any

transaction potentially relevant to legal violations, irrespective of amount, opened the

floodgates to a firehose of financial reporting.

Financial institutions now file approximately 26 million reports annually under the BSA, often

erring on the side of over reporting to avoid potential penalties. This practice underscores the

pervasive nature of financial surveillance, with significant costs borne by both the industry and

consumers.

There was another big change that the Annunzio-Wylie Anti–Money Laundering Act ushered

in. When the Bank Secrecy Act was first introduced, it was countered with something called

the Right to Financial Privacy Act, that essentially said that if people’s finances are being

looked into, they at least need to be told about it. The 1992 Annunzio-Wylie Anti–Money

Laundering Act made it so that no one would be told about it—it became confidential that

these reports are even filed. To this day, you can't be told that your bank filed a report to the

government for you using your own money.

This really ushered in a new era of mass surveillance of the financial activity of innocent

Americans. The banking sector's role has evolved from safeguarding depositor privacy to

facilitating government surveillance. It’s also a major reason why people have this illusion of

financial privacy -- they just don’t realize what’s been happening, by design, because the

whole surveillance process has been made confidential.

Further legislative developments, such as the Patriot Act of 2001, have intensified financial

surveillance. The Patriot Act was invoked in the immediate aftermath of the September 11

attacks, and utilized the urgency of national security to enact broad surveillance powers. It

represented a watershed moment in financial surveillance, incorporating extensive provisions

that had been drafted in anticipation of a suitable legislative opportunity. Among these was

the formalization of "Know Your Customer" (KYC) regulations, which have since become a

staple in the arsenal of financial surveillance tools. KYC regulations require a thorough vetting

of a customer's identity, occupation, and financial activities, significantly reducing the realm of

financial privacy. They mandate banks to not only verify the identity of their clients but also to

conduct ongoing monitoring to detect and report suspicious activities.

This expansion of surveillance capabilities was facilitated by the passage of the Patriot Act as

an omnibus bill, which, due to its urgent framing as a necessary response to terrorism,

underwent minimal scrutiny before enactment. The complexity and volume of the legislation

meant that many lawmakers voted on the bill without fully understanding its implications, or

even having the time to actually read it, embedding extensive surveillance mechanisms within

the financial system.

The trend of utilizing omnibus bills to quietly introduce or expand surveillance measures is

ongoing. The American Rescue Plan Act of 2021, another omnibus bill, attempted to

introduce surveillance of bank accounts with transactions totaling $600 or more. In response

to pushback against this provision, the Treasury changed the reporting requirement so that

instead of applying to ALL bank accounts, it would just apply to anything including a payment

transmitter (for example, PayPal, Venmo, or Cash App). Although this specific provision was

partially amended, it is an offensive attack on the privacy expectations of innocent Americans.

It underscores the ongoing efforts to extend the reach of financial surveillance under the guise

of regulatory compliance or national security.

A recent piece of legislation on this road of increasing financial surveillance is the Special

Measures to Fight Modern Threats Act introduced in 2022, which aimed to eliminate some of

the checks and balances placed on the Treasury. The Treasury Secretary has a special ability

to sanction transactions and because this is such a powerful tool, there’s always been a

check on this power. The Treasury Secretary has to report every time they do this on the

federal register. The Fight Modern Threats act tried to remove this balance of power, by

removing this reporting requirement, which would allow it to be used more.

This bill hasn’t been passed, but it also hasn’t gone away either. And this same language to

eliminate public oversight and expand treasury powers keeps appearing in different bills -- It

was introduced as an amendment to the National Defense Authorization Act, which failed, an

amendment to the America COMPETES Act, which failed, and then as a standalone bill.

There is an ongoing onslaught of bills that try to expand financial surveillance, and each time

another one slips by, financial privacy in our lives is chiseled further and further away.

The legislative journey from the Bank Secrecy Act to the present day reflects a steady

expansion of financial surveillance, driven by various rationales from combating crime to

national security. Yet, this expansion has come at the cost of eroding financial privacy, raising

critical questions about the balance between security measures and individual rights—To

what extent should we as a society permit pervasive surveillance in the name of stopping

crime?

To answer this question, it’s important to first recognize that the optimal crime rate is not zero.

While a world with zero crime may intuitively seem better than a world with some crime, it

depends on the costs of getting to that zero-crime world. We can't bring the world to halt to

stop someone jay-walking because the cost is too high. Similarly, you can’t strip individuals of

their right to privacy by allowing omnipotent surveillance of every financial activity in order to

stop anyone from ever committing a crime, because the cost is too high. In this instance, the

cost would be sacrificing what makes a free society possible – Privacy.

It’s through surveillance that our freedoms are limited. Every totalitarian regime in existence

and maintained power through pervasive surveillance. Our financial activities reveal intimate

details about us, including our religious beliefs, daily habits, and the causes we support that

might hold powerful people accountable or demonstrate our political affiliations. Without

financial privacy, all of these aspects become vulnerable to exploitation, and those involved

are susceptible to being targeted. We must be vigilant against creeping surveillance that shifts

the balance of power away from the individual.

That being said, removing the mass-surveillance apparatus we’ve created doesn’t mean

ending the fight on terror or the fight on crime. It just means respecting Fourth amendment

protections – If the government wants your information, they can get a warrant and prove

probable cause.

It's not supposed to be absurdly easy for the government to dive into people’s private

information. The purpose of the Constitution is to restrict the powers of government and

protect the people. Yet over the past few decades, we have slowly built a system of

unchecked financial surveillance that makes it trivial for the government to search your affairs

with impunity, and with almost no oversight or accountability. It’s time to question whether this

is the world we want to live in. Instead of having a regime that generates 26 million reports on

Americans in a given year, we should have something that actually respects their rights and

only goes after criminals.

As surveillance mechanisms become increasingly embedded within the financial system, the

safeguards of freedom are slowly chipped away, and the worst part is that nobody really

recognizes that this is what is happening. Most people continue to hold on to the illusion of

privacy, because what’s actually going on has been both hidden from view and normalized.

Changing this is an uphill battle, but it’s one that’s worth fighting. The first step is just making

people aware of how far financial surveillance norms have shifted in just a few decades. The

narrative of combating terrorism and serious crimes, while compelling, must be weighed

against the potential for overreach and the erosion of fundamental liberties. It is through

ongoing dialogue, rigorous oversight, and a commitment to upholding individual rights that

society can navigate these challenges, especially in today’s increasingly interconnected

world.

A version of this article first appeared in video form on NBTV. NBTV is a non-profit educational

platform that teaches people how to reclaim control of their lives in the digital age. They give people

the tools they need to take back their privacy, money, and free online expression.

Learn more at NBTV.media


Please consider helping us publish these three new books: The World at War, Full Reserve Banking vs. Real Bills Doctrine, and Austrian Business Cycle Theory: an Introduction. 

The World at War

by Ralph Raico

edited by Edward Fuller

To understand war, you also have to understand economics. Ralph Raico’s lecture “The World at War” is a masterpiece. Recorded in 1983, it remains perhaps the best introduction to the classical-liberal interpretation of the two world wars of the twentieth century. Raico touched on many of the topics he discussed in this lecture in his other writings, but he never wove them all together as concisely as he does here. Raico’s interpretation and insights into the causes of perpetual war are much needed today in light of the war-hungry, interventionist politicians that keep the economy on a warfare footing for their own political gain.

Raico was tutored by Ludwig von Mises, Friedrich Hayek, and Murray Rothbard. All were economists and mentors of sorts, giving Raico his unique understanding of what causes war. Raico was the embodiment of Mises’s master historian, whose interpretation of the past is rooted in sound economic theory.

Full Reserve Banking vs. Real Bills Doctrine

by Philipp Bagus

The monetary theory of the Austrian School is based on Mises’s pioneering work of 1912, The Theory of Money and Credit. A recent attack on Mises’s work comes from Juan Ramón Rallo in his Una crítica a la teoría monetaria de Mises (A critique of Mises’s monetary theory), in which he points out errors in Mises’s theory of money. Rallo’s critique introduces his own particular views on monetary theory, which are constructed on Keynes’s “liquidity theory,” fractional reserve banking, and the old Real Bills doctrine.

Bagus’s Full Reserve Banking vs. Real Bills Doctrine defends Austrian monetary theory and full reserve banking against the Real Bills doctrine. It shows that Mises’s supposed errors are not errors at all. At the same time, Bagus undertakes a detailed critique of Rallo’s theory of money, exposing and showing the author’s errors. Bagus attacks the confused liquidity theory of the mainstream economists and calls for a return to full reserve banking.

Austrian Business Cycle Theory: An Introduction

by Paul Cwik

The idea for this book came from a lecture on the causes and consequences of the 2007–09 recession given by an economist from the Federal Reserve branch in Charlotte. During his talk and the subsequent question-and-answer period, which took place at the University of Mount Olive some years ago, it became obvious that the Fed economist had no idea what caused the recession. He had only justifications for the actions the Fed had taken to “fix” the recession. How can you fix something if you can’t explain what broke it? As an Austrian economist, Professor Cwik understands that you can’t fix the macroeconomics (the house) without understanding the framework of microeconomics (the foundation).

Today’s Federal Reserve and government economists are only interested in the big picture because they have never been taught how the economy actually works. In this primer on the Austrian business cycle theory for laymen, Cwik sets out to bring this knowledge to all, because only when you understand the smaller parts of how the economy works can you begin to understand how the larger system works.g

Austrian Business Cycle Theory: An Introduction is an excellent companion book to Per Bylund’s How to Think about the Economy.

Everyone giving $500 or more will appear as a Patron in each of these books. To become a Patron, contact Kristy Holmes at kristy@mises.org or donate online here.

Note: The views expressed on Mises.org are not necessarily those of the Mises Institute.


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Dopo le accuse alla moglie (che il pm chiede già di archiviare), il premier spagnolo si ritira fino a lunedì per decidere se lasciare.

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Di ZeroHedge

La Polonia si dice pronta e disposta ad aiutare l’Ucraina a risolvere i suoi problemi di reclutamento e di manodopera, e potrebbe essere pronta a radunare i maschi ucraini in età militare e a riportarli nel loro Paese. I funzionari governativi stanno ora segnalando con forza proprio questo piano controverso.

Il Ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz ha rilasciato queste parole mercoledì, in gran parte in risposta alla nuova legge e politica ucraina che impone agli uomini tra i 18 e i 59 anni che vivono all’estero di ottenere o rinnovare il passaporto solo presso gli uffici all’interno dell’Ucraina. Lo scopo è quello di impedire loro di partire per il Paese ed evitare così il servizio militare.

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“La Polonia ha suggerito in passato di aiutare l’Ucraina in modo che coloro che sono soggetti al servizio militare tornino nel loro Paese per adempiere ai loro obblighi civici, ha dichiarato Kosiniak-Kamysz alla televisione Polsat News”, secondo quanto riportato da Reuters.

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“Penso che molti polacchi siano indignati quando vedono giovani ucraini negli alberghi e nei caffè e sentono quanto sforzo dobbiamo fare per aiutare l’Ucraina”, ha detto, senza però specificare quali passi precisi Varsavia intende fare.

Secondo altre parole del ministro della Difesa polacco:

“Le autorità ucraine stanno facendo di tutto per fornire nuovi soldati al fronte, perché le esigenze sono enormi”, ha detto Kosiniak-Kamysz.

Il funzionario polacco ha detto che Varsavia si era già offerta di aiutare Kiev a rintracciare coloro che si sottraggono al loro “dovere civico”, ma ha osservato che “la forma di assistenza dipende dalla parte ucraina”.

Naturalmente, va notato che una simile politica di aiuto per togliere i giovani ucraini “dalla strada” è molto conveniente dal punto di vista polacco, dato lo storico sentimento anti-ucraino della popolazione polacca. In parole povere, le due nazionalità tendono a odiarsi a vicenda e Varsavia ora presenterà le sue politiche di pressione sugli ucraini affinché se ne vadano come in qualche modo nobili.

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Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto all’inizio della settimana su X di aver “ordinato misure per ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”, lamentando: “Come appare ora: Un uomo in età di leva è andato all’estero, ha dimostrato al suo Stato che non gli importa della sua sopravvivenza, e poi viene a voler ricevere servizi da questo Stato”.

I media russi hanno stimato che quasi un milione di ucraini ha trovato rifugio temporaneo in Polonia e che una parte significativa, ma sconosciuta, di questi è probabilmente idonea al servizio di leva.

As the West agree to send billions more to Ukraine, mass mobilisation gets underway as officers staged a mass raid in a cafe in Uzhgorod.

Eyewitnesses filmed mobilisation and police officers leading men out of the cafe who will no doubt be heading to the front shortly. pic.twitter.com/K2o1InhbTa

— Dean O'Brien (@DeanoBeano1) April 24, 2024

Nonostante i 60 miliardi di dollari di Biden per la difesa dell’Ucraina siano stati finalmente firmati dal Presidente, la realtà rimane che l’Ucraina soffre fondamentalmente di una grave crisi di personale. Ciò significa essenzialmente che, anche se arrivano armi ed equipaggiamenti statunitensi, ci sono sempre meno truppe con l’esperienza necessaria per farli funzionare.

Di ZeroHedge

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Arjene Chen, sposata a 22 anni, ha lottato contro l’infertilità per 18 anni.

Aveva provato la medicina tradizionale cinese (Mtc), le vacanze per rilassarsi, l’inseminazione artificiale e la fecondazione in vitro, ma senza successo.

Dopo tante delusioni, miracolosamente, all’età di 40 anni è riuscita a concepire e partorire in modo naturale, il che l’ha lasciata piacevolmente sorpresa, con vividi ricordi che risuonano ancora oggi.

«Non potevo credere di essere incinta a 40 anni! Il medico ha detto che tutti i risultati dei miei test erano come quelli di una donna sui vent’anni. Alla fine ho avuto un parto naturale, che mi ha riempito di gioia!» ha esclamato.

L’impegnativo percorso verso il concepimento

La signora Chen, che quest’anno compirà 61 anni, è nata a Taiwan. Si è trasferita negli Stati Uniti dopo aver sposato il marito, che studiava all’estero. Attualmente risiede a Columbus, Ohio, e lavora come insegnante di cinese nelle scuole superiori.

Dopo che suo il marito ha ottenuto il dottorato e la loro situazione finanziaria è migliorata, hanno iniziato a cercare assistenza medica per l’infertilità. Hanno scoperto che una delle sue tube di Falloppio era bloccata, il che riduceva della metà le sue possibilità di concepimento.

Inoltre, suo marito aveva un basso numero di spermatozoi.

Il medico ha suggerito di provare prima l’inseminazione artificiale, poiché era un’opzione più conveniente. Tuttavia, dopo diversi tentativi infruttuosi, alla fine hanno deciso di ricorrere alla fecondazione in vitro (Ivf).

La signora Chen spiega che «la fecondazione in vitro era molto costosa 20 anni fa, costava quasi 10 mila dollari. La compagnia assicurativa non avrebbe coperto un centesimo, ma abbiamo comunque deciso di farlo, senza mai voler rinunciare a nessuna possibilità».

Suo marito ha imparato a iniettarle quotidianamente ormoni che inducono l’ovulazione. Nel giro di un mese ha prodotto cellule 10 uovo, sei delle quali sono state fecondate con successo.

Successivamente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico in anestesia locale per trasferire tre ovuli fecondati nell’utero.

«Dopo l’intervento ero molto ansiosa, mi sentivo come se fossi incinta. Camminavo con attenzione ogni giorno, evitando di sollevare oggetti pesanti. Tuttavia, dopo tre settimane, mi è arrivato il ciclo».

Dopo aver riposato per diversi mesi, ha subito un altro intervento chirurgico per trasferire i restanti tre ovuli fecondati nell’utero, ma non è riuscita a concepire.

«A quel punto eravamo esausti, affranti ed estremamente frustrati».

Sentendo di aver esaurito tutte le opzioni dopo essersi sottoposti alla fecondazione in vitro, lei e suo marito hanno deciso di non intraprendere ulteriori trattamenti a causa delle limitate risorse finanziarie.

Sorpresa inaspettata

Nel 2001, all’età di 38 anni, un amico ha introdotto la signora Chen al Falun Gong. Noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale introdotta dal Maestro Li Hongzhi in Cina nel 1992.

La pratica si basa sui principi di verità, compassione e tolleranza, e l’esecuzione di cinque serie di esercizi, inclusa la meditazione.

La signora Chen ha deciso di praticare il Falun Gong dopo che la sua amica le ha dato il libro fondamentale della pratica, lo Zhuan Falun.

Leggendolo è entrata in sintonia con gli insegnamenti del libro sull’essere una brava persona e che incoraggiano l’introspezione quando si interagisce con gli altri e si affrontano le questioni della vita.

Dopo aver praticato il Falun Gong per un po’, ha notato alcuni cambiamenti nel suo corpo e nella sua mente: «La mia salute è migliorata notevolmente. Avevo mal di schiena, ma dopo aver praticato per alcuni mesi il dolore è scomparso.  Inoltre, sono diventata emotivamente più stabile e la mia delusione per non aver concepito è gradualmente svanita».

Inaspettatamente, sei mesi dopo aver iniziato la pratica del Falun Gong, ha scoperto di essere incinta: «Il medico ha detto che tutti i risultati dei miei test somigliavano a quelli di una donna sui vent’anni e che il feto era molto sano. Anche il mio processo di parto è stato naturale e fluido. Ero davvero felicissima. Credo che il Falun Gong abbia portato pace mentale e salute nel mio corpo. Ne sono immensamente grata».

La signora Chen ora ha 61 anni e suo figlio, 21 anni, frequenta la Ohio State University, dove suo padre insegna. È un membro della squadra e della banda di football della scuola. Ciò che dà alla signora Chen ancora più gioia è che suo figlio pratica il Falun Gong fin dall’infanzia, seguendo i principi di verità, compassione e tolleranza. Gode di buona salute e mostra considerazione per gli altri.

La meditazione aumenta i tassi di gravidanza

Il Falun Gong è un popolare metodo per migliorare la salute fisica e mentale. Gli psicologi  hanno osservato che il Falun Gong può portare ad una mentalità più calma e positiva, migliorare le capacità di cura di sé e migliorare la salute generale.

Uno studio approfondito ha evidenziato che i pazienti infertili hanno maggiori probabilità di provare emozioni negative come ansia, vergogna, senso di colpa e bassa autostima. D’altra parte, è stato dimostrato che la terapia mente-corpo aiuta ad alleviare lo stress e potenzialmente ad aumentare i tassi di gravidanza.

 

Versione in inglese: Taiwanese American Miraculously Conceives After 18 Years of Infertility

NEWSLETTER *Epoch Times Italia*

L'articolo Benefici del Falun Gong, donna concepisce dopo 18 anni di infertilità sembra essere il primo su Epoch Times Italia.


Home / Ordinals e Runes: per il capo di TeraWulf hanno salvato i miner. I numeri del nuovo trend Bitcoin

MINER PRO RUNES

Piacciano o meno, Runes hanno dato una grossa mano ai miner di Bitcoin. Parla il CEO di TeraWulf.

Gianluca Grossi 26/04/24 16:14 News

È stato uno dei temi che abbiamo coperto con maggiore frequenza nel corso delle ultime settimane. E continuerà ad essere uno dei temi più importanti dopo l’halving di Bitcoin. Il nostro Ionut Gaucan ha dedicato a Runes e Ordinals uno speciale che anticipava proprio quanto si sta verificando, con la conferma che ora arriva anche dal CEO di TeraWulf, importante player del mondo del mining.

Il boom di Runes, che ha portato alle stelle – anche se per un periodo limitato – le fee per effettuare transazioni su Bitcoin è stato di aiuto per i miner, che pur trovandosi i ricavi fissi dimezzati, hanno potuto contare appunto sull’enorme quantità di denaro che gli utilizzatori di Runes hanno appunto riversato nelle tasche dei miner stessi.

Una questione importante, che ci permette di aggiungere un altro tassello all’intera vicenda Bitcoin post-halving – con il parere informato del CEO e co-fondatore di TeraWulf che… conferma quelli che erano i nostri sospetti.

Le fee pagate da Runes hanno salvato i miner

Forse salvare è troppo, ma quanto racconta Nazar Khan, CEO di TeraWulf, ha i toni proprio dei salvataggi epici.

Runes ha incrementato significativamente le commissioni per le transazioni, così c’è stato comunque un aumento nell’hash price nelle prime 24-30 ore. Ora anche se sono tornate in basso, sono comunque alte rispetto alle medie del 2023. Sono ancora piuttosto alte.

Nazar Khan, CEO di Terawulf

Una visione che è la stessa della quale abbiamo già parlato su queste pagine, con lo speciale di Ionut Gaucan e più in generale anche con approfondimenti diretti sul nostro Canale Telegram.

Non è chiaro per il momento per quanto a lungo Runes e più in generale Ordinals continueranno a esercitare pressioni di questo tipo sulle commissioni Bitcoin.

La situazione, per quanto tornata a quella che possiamo chiamare la normalità rispetto ai più di 100$ per transazione nel giorno dell’halving, rimane comunque come correttamente ricordato da Khan su livelli mediamente più alti di quelli dell’anno scorso.

Hashrate ancora costante

Almeno a guardare il tempo di produzione dei blocchi, la riduzione dell’hashrate che in molti avevano anticipato non si è ancora materializzata. E dietro questa permanenza online di macchine ora meno efficienti e in linea di massima non redditizie dopo il dimezzamento delle ricompense, c’è proprio la grande attenzione che Ordinals e Runes continuano a raccogliere.

Anche chi è ostile a Ordinals e Runes, potrà ritenersi soddisfatto perché il bicchiere mezzo pieno c’è: è il bicchiere mezzo pieno dell’aver reso comunque la rete di Bitcoin più sicura.


Scarica l’intervento di Lorenzo Tavazzi – Senior Partner and Head of Global Intelligence and Scenarios, The European House Ambrosetti

L'articolo Lorenzo Tavazzi – X Energy Forum proviene da The Adam Smith Society ETS.


Tutto per un profumo. Possibile? Il caso di Piero Fassino, parlamentare del Partito Democratico, denunciato per tentato furto in un duty free dell’aeroporto di Fiumicino, fa ancora discutere. La sua ricostruzione (“volevo pagarlo, mi sono distratto”) non convince diverse persone, soprattutto se è vero – come riportava ieri Repubblica – che un video smentirebbe la dimenticanza. Non solo. Secondo Open, che cita fonti interne allo scalo aeroportuale, il deputato sarebbe recidivo in queste azioni, motivo per cui sarebbe stato oggetto di particolare attenzione da parte dei vigilantes e degli agenti della Polaria.

L’episodio incriminato risale a lunedì 15 aprile, quando Fassino è stato sorpreso con in tasca un profumo Chance di Chanel, del valore di circa un centinaio di euro. “Le indiscrezioni che vorrebbero l’ex sindaco di Torino non nuovo a episodi come quello di una decina di giorni fa vengono dai lavoratori in servizio allo scalo Leonardo da Vinci”, scrive Open. Dettagli che gettano un’ombra sul comportamento del parlamentare e che potrebbero spiegare la decisione dei proprietari del negozio di procedere alla denuncia piuttosto che accettare l’offerta di pagamento da parte di Fassino.

Il video del duty free

La vicenda ha suscitato non poco clamore nei media, dove l’ex sindaco di Torino ha raccontato di vivere questo momento con profondo disagio e malessere. In una dichiarazione alla radio, Fassino ha negato ogni intenzione di rubare, attribuendo l’accaduto a una distrazione causata da una telefonata. Una versione dei fatti che non ha convinto la polizia aeroportuale e che sarebbe stata ulteriormente messa in dubbio dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, come ha riportato Repubblica. Queste ultime mostrerebbero Fassino avvicinarsi allo stand dei profumi da donna e, dopo aver preso una confezione di Chanel Chance, si sarebbe guardato attorno prima di nasconderla nella tasca del suo giaccone. Nessuna traccia di chiamata in atto, contrariamente a quanto sostenuto dal deputato.

In realtà, Fassino oggi sostiene di non aver mai detto di essere “al telefono”. Ma di avere “il telefono in mano” oltre al trolley. “È stato un equivoco, un malinteso, non volevo rubare una boccetta di profumo. Pensavo si fosse chiarito tutto”.

C’è però un’altra questione da chiarire. Sebbene Fassino abbia affermato di essere stato fermato all’interno del duty free mentre si avvicinava alle casse, i video mostrerebbero che stava in realtà dirigendosi verso l’uscita. Questi elementi hanno alimentato i dubbi sulla versione fornita dall’esponente del Pd, il quale, nonostante le prove a suo sfavore, ha continuato a ribadire la sua innocenza, insistendo sul fatto che si è trattato di un malinteso. Il caso è ora all’esame della Procura di Roma e Fassino potrebbe rischiare il processo per tentato furto.

Fassino: “Sto male…”

“Non ho detto di essere al telefono, ho detto che avevo il telefono in mano”, si difende il deputato a Repubblica. “Vorrei averle viste io quelle immagini, anzi, spero di vederle presto. Che me le facciano vedere, così chiariamo”. Fassino non si lamenta per la pubblicazione della notizia, che “è giusto darla”. Però chiede che un “malinteso” non si trasformi in un “accanimento”: “Spero che però finisca qui, quello che si doveva scrivere si è scritto. È uscito quello che doveva uscire. Ora basta, l’accanimento è un’altra cosa. La cosa mi fa star male. Sto vivendo giorni di enorme sofferenza…”. L’ex sindaco di Torino sostiene di provare “disagio e malessere”: “C’è di mezzo la mia storia. In vita mia non ho mai rubato nulla. Tanti anni di attività politica, di gestione della cosa pubblica, e un malinteso rischia di oscurare tutto”.

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Dopo l’arresto dei due fondatori di Samourai Wallet, l’FBI degli Stati Uniti avverte i cittadini americani di non utilizzare servizi sprovvisti di licenza da Money Services Businesses.

Il 25 aprile il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha rilasciato un avviso in cui ricorda di evitare l’utilizzo di servizi che trasmettono denaro non conformi ai requisiti legali come gli standard Know Your Customer (KYC) e le procedure Anti-Money Laundering (AML). Il comunicato sottolinea che le agenzie statunitensi stanno conducendo operazioni di controllo su servizi associati all’utilizzo di asset digitali non conformi alle leggi federali.

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Tale avvertimento arriva in seguito all’arresto dei fondatori del wallet e servizio di coinjoin Samourai Wallet, accusati di aver favorito il riciclaggio di oltre $100 milioni provenienti da attività illecite. Il Ceo Keonne Rodriguez e il Cto William Hill sono inoltre accusati di aver operato senza le necessarie licenze da Money Services Businesses. I due rischiano una condanna massima di 25 anni di prigione.

Per operare come Money Services Businesses (MSB) è necessaria una licenza specifica, rilasciata da un ente governativo. Le attività MSB sono soggette a specifici obblighi regolamentari, tra cui norme antiriciclaggio (AML), controlli Know Your Customer e reporting delle transazioni sospette.

Nel comunicato l’agenzia ricorda che i servizi di trasferimento di denaro attraverso criptovalute che volontariamente violano la legge o agevolano consapevolmente transazioni illegali saranno oggetto di indagini da parte delle autorità.


Del secondo “discorso della Sorbona” di Emmanuel Macron, dopo quello che nel 2017 ha introdotto il concetto di “sovranità europea”, possiamo segnalare alcuni punti. Ad esempio, che per il presidente francese l’Unione europea “potrebbe morire”, e per scongiurare il rischio dell’infausto evento occorre compiere delle scelte, oggi. Non è passato neanche un lustro ma sembra trascorsa un’era geologica da quando Macron dichiarava la “morte cerebrale” della NATO, invitando gli europei a reagire e prendere le redini del proprio destino militare e geopolitico.

Europa accerchiata

Oggi, l’Europa è “accerchiata” da potenze regionali vieppiù disinibite nella propria assertività: Russia e Iran su tutte. Mentre Stati Uniti e Cina si dedicano a smantellare a colpi di sussidi il sistema del commercio internazionale, l’Europa è rimasta la sola a rispettarlo. Serve quindi autonomia strategica e industriale, e assertività commerciale. Nulla di inedito, lo abbiamo già sentito e commentato più volte. Macron invoca i campioni europei, soprattutto nella Difesa, per insediare al vertice aziende francesi. Resta “europeista” ma di rito rigorosamente francese e lo conferma quando va in Cina con un approccio mercantilista.

Occorre cambiare rotta, dunque. Con una “preferenza europea” negli acquisti per la Difesa, ed essere “più assertivi” nella politica commerciale. Tra poco analizzeremo le criticità di questo principio piuttosto indeterminato.

Ma, come ripetiamo alla nausea, ogni paese ha interessi nazionali che fatalmente confliggono con quelli di altri paesi durante il processo cooperativo europeo. Che c’è allora di realmente nuovo, nel discorso e nella posizione di Macron? Il fatto che l’Eliseo abbia tranquillamente fatto circolare la propria preferenza per una Commissione europea a guida Mario Draghi.

Forse lo ha fatto semplicemente per estrarre concessioni dal giorno dopo le elezioni europee, in attesa di capire quale maggioranza numerica e politica servirà per la conferma della Spitzenkandidatin del Partito Popolare europeo, Ursula von der Leyen. Oppure lo ha fatto perché è consapevole che la Francia è finanziariamente sempre più debole, e serve attivare alcune leve per mantenere la propria assertività.

Shock di investimento e Bce

Di quali leve si parla? Una è sicuramente il mandato della Banca centrale europea. Della cui missione Macron ha chiesto una rifondazione: non più a mandato unico contro l’inflazione ma con attenzione alla crescita e ad obiettivi strategici come la decarbonizzazione. Ora, non è chiarissimo cosa dovrebbe fare la Bce: forse comprare il debito comune europeo emesso per finalità di investimento? Ma, se guardiamo cosa avviene di là dall’Oceano Atlantico, la Federal Reserve non fa nulla del genere: i Treasury che coprono l’ampio deficit e il crescente debito federale sono (per ora) ancora acquistati da residenti e non. Creare un safe asset europeo, cioè un eurobond? Buona idea e buona fortuna, con tedeschi e soci.

Serve soprattutto uno “shock” di investimento europeo, secondo Macron, per fare della Ue entro il 2030 il leader mondiale in cinque aree: intelligenza artificiale, quantum computing, spazio, biotecnologie e “nuove energie” (idrogeno, reattori modulari e fusione). Per conseguire questi primati, fissati praticamente per domani, che nasceranno dallo “shock di investimento”, occorre apprestare i relativi finanziamenti, e lo si deve fare “raddoppiando il bilancio della Ue”.

Fosse così facile. Il rischio, oltre ai no di non pochi paesi, è quello di aumentare la pressione fiscale complessiva, anziché sostituire imposte nazionali con quelle comunitarie. Macron ne è consapevole, e nel discorso della Sorbona cerca una facile e fallace scappatoia con la proposta di imposizione prevalente ai “non residenti europei”. Quindi carbon border tax per chi esporta in Europa merci inquinanti, e “tassa sulle multinazionali” e sulle “transazioni finanziarie”. Lo sentite, l’eco italiano dell’impotenza?

Di fronte a questo scenario strategico, l’identikit di Mario Draghi si materializza quasi naturalmente. Sostenitore di uno “shock di investimento europeo” per non perdere la competizione con gli altri blocchi geopolitici, a partire dalla Difesa. Da finanziare con debito comune, il “debito buono” che infiniti danni addusse agli italici.

Detto brutalmente, la Francia vuol mettersi alla guida d’Europa ma non ha i soldi, solo l’ambizione. Assediata da un debito che rischia di esondare tra non moltissimo, con una pressione fiscale tra le più alte d’Europa a finanziare una presenza statale altrettanto estesa. Di fronte a una crisi epocale ed esistenziale, tedeschi e francesi hanno poi scoperto che si potrebbe crescere molto di più “abbattendo la burocrazia“. Lasciatemi dire che, per un italiano, queste velleità fanno tenerezza. Noi le abbiamo già vissute, ci siamo già passati. Temo che questi siano gli inconfondibili marcatori del declino e dell’autoinganno.

Draghi ex machina

Altro parallelismo tra questa Ue in crisi esistenziale di matrice franco-tedesca e l’Italia? Sempre la figura di Draghi come tecno-politico e deus ex machina, da far entrare in scena nel momento in cui la politica è paralizzata da veti incrociati e l’economia è in picchiata o prossima ad esserlo. Ricordiamo che Draghi è l’uomo che ha salvato l’Eurozona, nel 2012, di fronte a una politica europea bloccata da veti nazionali. Che poi si sia trattato di salvataggio o solo di un poderoso calcio alla lattina, faute de mieux, la storia dirà. Anche se temo che la storia abbia già iniziato a pronunciarsi.

Ma questa Ue è e resta vincolata dagli interessi nazionali, che plasmano ventisette funzioni di utilità. Per una Francia sfiancata nelle proprie finanze pubbliche, che chiede una Bce pro-crescita e debito comune, affiancandosi agli italiani, c’è una Germania (e amici) convinta di potercela fare da sola. Per una Francia che chiede aggressività difensiva commerciale verso gli altri paesi (cioè dazi), e che può permetterselo perché dopo tutto è un paese in elevato e costante deficit commerciale, c’è una Germania che tenta di proteggere il suo avanzo, che potrebbe essere prossimo a estinguersi, data la situazione piuttosto grama in Cina per i prodotti tedeschi, auto e non solo. La vedete, la linea di faglia degli interessi nazionali?

Che seguito avrà la Sorbona 2 di Macron, solenne comme d’habitude? Lo vedremo dopo le elezioni europee ma non tratterrei il respiro. L’inerzia è troppo forte, gli interessi nazionali pure. Dopo tutto, il secondo discorso della Sorbona è rivolto all’Europa ma soprattutto all’elettorato francese. Per evitare che il medesimo, alle Europee, prenda a randellate Macron in cabina elettorale. Quello del presidente francese resta un vaste programme, prima di tutto sul piano domestico.


Home / Ethereum: SEC prepara L’ATTACCO finale? Larry Fink, Consensys e mondo crypto la pensano diversamente

SEC CONTRO ETHEREUM

Per Ethereum è uno dei momenti legalmente più difficili. Ma SEC ha più problemi che armi contro ETH.

Gianluca Grossi 27/04/24 8:09 News

È stata una settimana molto convulsa sul fronte Ethereum, e non soltanto in termini di prezzo. A pesare in modo particolare sullo scenario futuro di $ETH sono infatti più questioni legali che squisitamente di mercato. Sì, il caso centrale è quello di Consensys, società che è centrale nell’ecosistema di ETH, che ha deciso di far causa a SEC.

Il contrattacco da parte di uno dei player più rilevanti all’interno del mercato è certamente un buon segno: si lotta, anche contro lo strapotere che SEC ha cercato di rivendicare a sé nel corso degli ultimi mesi e degli ultimi anni. Ma è il sottinteso a meritare maggiore approfondimento da parte degli appassionati di crypto – e nello specifico degli appassionati di Ethereum.

Soltanto qualche settimana fa infatti hanno preso corpo voci preoccupanti, poi ridimensionate, e che però ora tornano prepotentemente a fare capolino: SEC avrebbe intenzione di attaccare SEC per la questione security vs commodity. Questione legalmente complessa e che cercheremo di spiegare in 5 punti.

SEC è davvero pronta a dichiarare Ethereum una security?

Chi segue Criptovaluta.it da tempo dovrebbe ormai conoscere il funzionamento del sistema legale statunitense almeno per quanto riguarda la distinzione tra commodity e security. Nel caso in cui una crypto dovesse rispecchiare le caratteristiche della seconda categoria, finirebbe nel campo di applicazione delle regole di SEC, cosa che in passato è stata sempre foriera di importanti problemi.

Ma cosa sta succedendo davvero? Ethereum è davvero in pericolo?


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  • Ethereum è stata (quasi) sempre considerata una commodity

Non è una considerazione nostra, ma di CFTC (che è l’agenzia gemella di SEC che si occupa però di commodity). E anche precedenti membri di SEC avevano dichiarato pubblicamente questo suo status. Sarebbe certamente insolito vedere le autorità fare un passo indietro su questioni così importanti.

C’è un punto però specifico che SEC sembrerebbe voler utilizzare per potenzialmente invertire questo punto di vista che si è ormai consolidato.

  • Lo staking rende davvero Ethereum una security?

L’idea che starebbe frullando nella testa di Gary Gensler sembrerebbe essere proprio questa. Dato che Ethereum è passata da un sistema in Proof of Work a uno in Proof of Stake, potrebbe cambiare status da commodity a security. La legge USA permetterebbe un cambio di status di questo tipo: i casi vanno giudicati volta per volta, in particolare in presenza di novità così considerevoli.

Tuttavia, per quanto la presenza dello staking possa cambiare le qualità di un asset, sembrerebbe essere un passo in avanti e nel buio per SEC, che si troverebbe a dover dimostrare in tribunale che il territorio che ha scandagliato è in realtà di sua competenza.

  • SEC stessa avrebbe problemi per un passaggio del genere

SEC ha approvato in passato degli ETF sui futures di Ethereum, riconoscendo dunque implicitamente che si tratta di una commodity e non di una security. Tali approvazioni sono arrivate dopo il passaggio di Ethereum a Proof of Stake. E dunque l’agenzia di Gary Gensler dovrebbe dare conto di queste sue decisioni passate.

La dichiarazione di Ethereum come security finirebbe per contestare le stesse decisioni di SEC di pochi mesi fa. In che modo potrebbe riuscire l’agenzia a giustificarlo in una corte di giustizia?

  • SEC avrebbe condotto delle indagini

L’altra questione di cui tenere conto è che SEC ha già condotto delle indagini a riguardo: secondo quanto era stato riportato da Fortune, per un articolo però poi contestato dai più, decine di società nell’orbita Ethereum erano state contattate proprio per andare in questa direzione.

Non è chiaro quali siano stati i risultati di queste indagini di SEC, né se poi l’agenzia gli abbia dato seguito. Tuttavia quello che traspare dalla causa che Consensys ha intentato a SEC, è che il dubbio che l’agenzia agisca legalmente in tal senso esista.

  • La “strana” opinione di Larry Fink

L’opinione di Larry Fink – per quanto detta tra i denti – è di quelle invero assai curiose. Il capo di BlackRock ha infatti lasciato intendere che non ci saranno problemi di sorta anche se Ethereum dovesse essere dichiarato essere una security. Si parlava in relazione agli ETF, è vero. E dunque non si tratta di una ricognizione completa. Tuttavia il parere di un uomo così potente, a capo di una società così potente, andrà certamente tenuto in debita considerazione.


di LEONARDO FACCO Il fatto che parassiti della politica come quelli di +Europa non perdano occasione per sostenere l’idea di rafforzare, e centralizzare, i poteri di Bruxelles, mi sprona a parlare sempre più male dell’URSE, ovvero dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Europee. Ciononostante, gli europeisti d’accatto, straccioni ideologici illiberali e quinte colonne del centralismo più becero,…

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Time preference refers to the preference of satisfaction in the present as compared to a future time. A person who heavily prefers current consumption to future consumption has a high time preference as he places a heavy premium upon satisfaction as soon as possible. By contrast, a person who does not place a heavy premium upon instant satisfaction has a low time preference. People with low time preferences are more likely to save and invest their money for greater future rewards. This tendency to delay consumption for the sake of increased production leads to the accumulation of wealth that propels the process of civilization.

In Democracy: The God That Failed, Hans-Hermann Hoppe states:

However, no matter what a person’s original time-preference rate or what the original distribution of such rates within a given population, once it is low enough to allow for any savings and capital or durable consumer-goods formation at all, a tendency toward a fall in the rate of time preference is set in motion, accompanied by a process of civilization.

Hoppe says that when savings or capital formation is possible, it is likely for individuals to lower their time preference. This is due to the observation that delaying gratification can lead to significantly greater production possibilities. The more savings grow and a larger supply of capital goods forms, the greater the tendency for time preference to be lower as the rewards for delaying consumption become greater. As a result, savings allow for greater economic growth than previously possible.

Once the process toward civilization is started and subsistence is no longer the only goal, additional more delayed goals can be held by individuals. Therefore, it becomes more appealing for individuals to save rather than consume. For example, an investment such as a home requires a significant amount of savings due to its resource intensiveness. The construction or acquisition of a home necessitates low-time-preference behavior as an individual requires abundant means to achieve the goal of owning a home. In a high-time-preference society, fewer higher-order goods would exist due to the unwillingness of individuals to save what they earn. This also lowers investment, causing a disparity in wealth between a low-time-preference society and a high-time-preference society.

This leads to the valid inference that a society with more low-time-preference individuals is likely to be wealthier than a society with a greater amount of high-time-preference individuals. Thus, cultures that encourage low-time-preference behavior such as saving are more likely to thrive than cultures that do not. An example of this is Liechtenstein, which has benefited substantially from a history of low time preference. Liechtenstein benefits from a government that is less prone to high-time-preference political action as many other nation-states are. Citizens of Liechtenstein have considerable freedom and a willingness to save their money and to employ them for future gain.

Entrepreneurs provide a good example of how low time preference leads to wealth. Not all entrepreneurs are successful, but entrepreneurship is a large commitment and often requires prospective entrepreneurs to have low time preference. Those wishing to start a firm must save resources or money to finance the operations of a business. They are the prime example of how delayed gratification leads to greater wealth than is otherwise possible. It should be no secret that the habits of those who generate the most wealth in society are the habits that lead toward a more prosperous civilization. This is reflected in the fact that countries which allow for easier entrepreneurship are also the most likely to undergo economic growth.

On the other hand, time preference may also be used to explain decivilization. Hoppe contends this occurs when circumstances arise that cause individuals to no longer view savings or investments as safe or reasonable. An example is the inflation common in fiat money economies. As states inflate the money supply of a currency, they actively erode the purchasing power and savings of low-time-preference individuals, thus leading to a tendency for individuals to revert to a higher time preference. As savings drop, capital goods become scarcer, and economic growth halts. A society will regress if it does not maintain its infrastructure or pool of savings. Modern economic stagnation can be explained by inflation in this regard, as it is a direct consequence of rising time preferences.

Humans have adapted to their conditions throughout history. The most industrious have learned that lowering their time preference allows for more wealth accumulation. When supported by a system of free markets and private property, these individuals are allowed to thrive. Unfortunately, the current system of nation-states places too many roadblocks upon them.

Note: The views expressed on Mises.org are not necessarily those of the Mises Institute.


Il commento di Ferdinando Ametrano alle crypto-news della settimana: ogni venerdì alle 18 in live-streaming su YouTube, LinkedIn, Facebook e Twitter; subito dopo, anche podcast (Spotify, Apple, Amazon, ecc.).


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DA THE WELLNESS COMPANY

Nell’ultimo sviluppo dell’influenza aviaria, ieri è stato annunciato che“la Food and Drug Administration statunitense ha dichiarato di aver rilevato particelle virali dell’influenza aviaria H5N1 nel latte acquistato nei negozi di alimentari”.

Mentre la FDA ha dichiarato di ritenere il latte ancora sicuro da bere, altri hanno lanciato l’allarme.

Secondo le notizie riportate,

“Il dottor Eric Topol, fondatore dello Scripps Research Translational Institute, ha dichiarato che il ritrovamento di particelle virali nel latte sugli scaffali dei negozi di alimentari significa che l’epidemia è probabilmente più diffusa di quanto si sappia.

“La diffusione alle mucche è molto più ampia di quanto siamo stati portati a credere”, ha detto Topol in una e-mail martedì”.

“L’assicurazione della FDA che la fornitura di latte è sicura è buona, ma non si basa ancora su una valutazione approfondita, come loro stessi riconoscono, e non genera fiducia e sicurezza perché arriva sulla scia della cattiva gestione dell’USDA”, ha aggiunto.

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Il direttore medico di The Wellness Company ha seguito da vicino l’epidemia di influenza aviaria (H5N1) negli Stati Uniti nelle ultime settimane, aggiungendo di recente il Tamiflu al kit di contagio dell’azienda. Sebbene sia tutt’altro che certo che questo recente filone di influenza aviaria sfocerà in una pandemia, il dottor McCullough ha dichiarato che:

“Per abbondanza di cautela, stiamo aggiungendo il Tamiflu al kit di contagio. Il Tamiflu è un farmaco sicuro approvato per il trattamento dell’influenza di tipo A e dei virus come l’influenza aviaria. Continueremo a monitorare attentamente la situazione e a formulare ulteriori raccomandazioni se necessario”.

Tamiflu Oseltamivir (generico Tamiflu™) è un farmaco antivirale che interrompe la replicazione del virus dell’influenza A e B, compresa la variante H5N1 dell’influenza aviaria, all’interno dell’organismo per ridurre la gravità dei sintomi influenzali.

Non è il momento di farsi prendere dal panico, né di essere compiacenti: è il momento di essere impreparati.

Procuratevi i farmaci da prescrizione di cui avete bisogno per tenere la vostra famiglia al sicuro dall’influenza aviaria, dal COVID o da qualsiasi altra cosa i globalisti ci propineranno!

Non fate mai a meno di questi farmaci fondamentali, acquistate OGGI il kit di contagio di The Wellness Company!

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Il 2024 è l’anno in cui prepararsi

Sappiamo cosa hanno fatto i globalisti nel 2020 e sappiamo che faranno tutto il possibile per mantenere il potere, il che rende il 2024 un anno potenzialmente molto pericoloso per gli americani.

A differenza del 2020, non dovete farvi cogliere impreparati ed èqui che entra in giocoThe Wellness Company.

The Wellness Company e i suoi nuovi kit di prescrizione per il contagio sono lo standard di riferimento quando si tratta di mantenervi sicuri e in salute.

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L’ultima salvaguardia per la vostra salute.

Siate pronti per la prossima crisi. Il Kit Contagio contiene un assortimento di farmaci salvavita, tra cui l’ivermectina e l’idrossiclorochina. Il Kit Contagio comprende anche una guida per l’uso sicuro di questi farmaci salvavita.

Questo kit è soggetto a prescrizione medica: non si trova in nessun negozio o farmacia. È sufficiente compilare un breve questionario dopo l’acquisto e un medicodi fiducia della Wellness Company confermerà la vostra idoneità e vi rilascerà il kit Contagion su prescrizione.

Il kit di contagio della Compagnia del Benessere contiene:

  • Azitromicina (generico Z-Pak) 250 mg – 12 compresse
  • Budesonide 0,5 mg/2 mL – 10 fiale (più nebulizzatore incluso)
  • Idrossiclorochina 200 mg -20 compresse
  • Ivermectina 12 mg – 25 compresse
  • Oseltamivir 75 mg (Tamiflu™ generico) – 10 compresse
  • 1 Guida al kit di contagio redatta dal Chief Medical Board per un uso sicuro.

DA THE WELLNESS COMPANY

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Home / Bitcoin e Monero “sempre più usati dai pedofili”- Il duro attacco della senatrice USA al mondo crypto

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Un altro attacco duro e diretto della senatrice Warren a Bitcoin, Monero e crypto. Ora c'entrano i pedofili

Gianluca Grossi 26/04/24 17:57 News

Che non fosse una grande amica del comparto crypto e Bitcoin, non dovrebbe essere ormai un mistero per nessuno. Torniamo a parlare di Elizabeth Warren, senatrice degli Stati Uniti d’America, che insieme al collega Bill Cassidy ha inviato una lettera accorata al procuratore generale Merrick Garland, al segretario della Sicurezza Nazionale e al Dipartimento della giustizia. Ancora una volta per parlare di crypto e Bitcoin, ancora una volta per attaccare frontalmente il comparto.

Questa volta il tema sarebbe quello dell’utilizzo delle criptovalute per il pagamento di materiale pedopornografico, utilizzo che secondo quanto scrivono i due senatori degli Stati Uniti sarebbe in forte crescita.

A sostegno di tale tesi, ci sarebbe un report di Chainanalysis, che è stato pubblicato lo scorso 11 gennaio. E che siamo andati a ritrovare e a leggere per vedere se ci sia effettivamente scritto quanto la senatrice della crociata anti-crypto sostiene nella sua lettera.

Criptovalute e Bitcoin nel peggiore dei gironi infernali?

La lettera della senatrice Elizabeth Warren è di quelle al vetriolo contro l’industria crypto. E di mezzo ci sono reati che non sono semplici reati, ma i comportamenti che la generalità delle persone ritiene tra i più ripugnanti.

Ci sono scoperte profondamente preoccupanti che rivelano l’ordine di grandezza dell’utilizzo delle criptovalute come sistema di pagamento preferito da chi compie atti di abusi sui bambini. […] L’utilizzo delle criptovalute nei traffici illeciti di materiale pedo-pornografico sembrerebbe essere in aumento.

Elizabeth Warren, Senatrice degli Stati Uniti d’America

A sostegno di questa tesi c’è un approfondimento di Chainalysis, che puoi leggere qui e che in realtà cita come base del ragionamento una ricerca della Internet Watch Foundation, associazione con sede in Inghilterra, a Cambridge, che si occupa proprio di protezione delle vittime di questi orrendi reati.

Un report certamente interessante, e per quanto condotto su una base piuttosto ridotta, preoccupante, che però è lontano da quanto afferma la senatrice. Una parte rilevante dell’analisi condivisa dalla senatrice e da Chainalysis riguarda inoltre Monero, insieme a altri sistemi di offuscamento.

Di dati che però sembrerebbero smentire l’ondata in crescita segnalata dalla senatrice ce ne sono diversi, su tutti la riduzione importante di valore medio di ciascuna transazione.

  • Più Bitcoin che Monero

Tra le altre cose il riferimento a criptovalute più orientate alla privacy come Monero è relativamente fiacco. Più avanti nel report si cita come sarebbe ancora Bitcoin il più utilizzato, con Monero che sarebbe maggiormente utilizzato per riciclare i proventi.

andamento-pagamenti-1024x685 Pagamenti sempre meno rilevanti per dimensioni

Una leva per proporre norme più dure in termini di anti-riciclaggio

I nostri lettori più attenti troveranno però forse curioso il timing della lettera. Soltanto un paio di giorni fa è partito l’assalto del Dipartimento di Giustizia a Samourai, wallet colpevole di integrare diversi sistemi di tutela della privacy degli utenti e per recuperarla sulle loro transazioni.

Un momento topico per la discussione su Bitcoin e criptovalute, con un’azione inaspettata e che ha sollevato proteste e polemiche anche tra chi non è esattamente appassionato di criptovalute.

Peccato che il report dica qualcosa di più articolato

Prima di chiudere, andrà anche sottolineato come proprio in apertura del report in realtà si dica qualcosa di diverso e di più articolato:

Nel complesso, i nostri dati suggeriscono che mentre le dimensioni del mercato della pedopornografia su base crypto sono diminuite, la sofisticazione dei venditori e la loro resilienza verso la chiusura è cresciuta.

Dal report di IWF

In breve: si traffica meno (per fortuna), ma chi traffica utilizzando certi sistemi sembrerebbe capace di resistere online più a lungo di chi non lo fa. Qualcosa da discutere? Certamente sì. Ma siamo a anni luce di distanza da quanto affermato dalla senatrice nella sua lettera.

Ed è anche curioso, almeno per chi è lontano da certe logiche, che qualcosa di così turpe (e almeno in parte manipolato) sia stato poi utilizzato, nella seconda parte della lettera, per pubblicizzare le proposte di legge della stessa Elizabeth Warren.


Osserviamo la situazione delle equities attraverso una lente tecnica: cosa sono VIX e i ritorni scalati per la volatilità di SPX? Le riflessioni che ne escono ci portano ad analizzare perché Bitcoin è importante come store of value e cosa succederà al suo valore durante l'iperbitconizzazione. Chiudiamo con l'angolo dello zelota! Qual'è la vostra convinzione più forte in un campo dove avete assolutamente zero conoscenza? 00:00 Intro Karpathos 02:30 High-beta fanta-portafoglio 10:50 Timing dei tagli 15:44 VIX 28:28 Volatility-scaled Returns SNP500 36:33 Household sono l’exit liquidity 42:00 Iperbitcoinizzazione 48:43 Angolo dello Zelota


Scarica l’intervento di Edoardo Croci – Coordinatore Osservatorio Green Economy, GREEN – Università Bocconi

L'articolo Edoardo Croci – X Energy Forum proviene da The Adam Smith Society ETS.


Home / Arriva un nuovo fondo crypto da 1 MILIARDO: torna la FOMO degli investitori su start up e nuovi token. L’analisi

FONDO 1 MILIARDO

Arriva un nuovo fondo da 1 miliardo. La raccolta, che finirà sul mondo crypto, è di Pantera.

Gianluca Grossi 26/04/24 11:45 News

Un fondo da 1 miliardo. È questo il nuovo progetto di Pantera Capital, gruppo che è stato in termini di investimento tra i protagonisti dell’ultimo ciclo di bull run per tutto il comparto crypto e che di recente è tornato a investire in maniera massiccia e anche a raccogliere capitale per somme che non possiamo che ritenere piuttosto importanti.

L’ultimo annuncio è infatti arrivato poche ore fa e racconta della volontà di raccogliere per un nuovo fondo crypto ben 1 miliardo, secondo quanto è stato riportato da The Block. Si chiamerà Fund V e punterà principalmente ad investire in start up del settore, nonché in token di nuova generazione. Una forma di investimento che aveva avuto successo in passato e che ora, con il sentiment che sembrerebbe essere tornato su livelli più che accettabili per i VC, si sta di nuovo riaffacciando sui mercati.

In molti si erano lamentati, correttamente, dell’assenza di quello che per il mondo crypto possiamo definire senza alcun tipo di dubbio come il grande capitale. Ora sta tornando – e la cosa potrebbe avere delle implicazioni importanti in termini di andamento del settore.

Pantera si prepara con Fund V, fondo da 1 miliardo per il settore crypto

La raccolta è di quelle importanti, per quanto dovrà essere poi confermata da capitale reale che farà o meno la differenza per il settore. Parliamo di Pantera, uno dei gruppi di investimento più attivi in questo spazio, che secondo indiscrezioni starebbe raccogliendo fino a 1 miliardo per un nuovo fondo.

Si tratterà di un fondo che va ad aggiungersi già a diversi strumenti di questo tipo che sono stati già abbondantemente finanziati, per un gruppo che vale ad oggi comunque più di 5 miliardi di capitali in gestione. Un gruppo che è anche tra i più attivi nel settore crypto – storicamente – pur non sempre facendo la scelta giusta.

Dove investirà il fondo?

Per sapere i nomi dei destinatari di questi investimenti si dovrà necessariamente aspettare. Prima si dovrà procedere con la raccolta di capitale e poi man mano invece con l’allocazione dello stesso.

Secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, il fondo cercherà di investire in start up del settore crypto in fase di primo lancio e anche in nuovi token, con modalità che però sono anni luce distanti da quelle riservate ai piccoli investitori retail.

In attesa di ulteriori novità sulla consistenza di questo fondo e sulla sua possibile importanza per il comparto, non possiamo però che interpretare quanto avvenuto come un importante segnale se vogliamo di ripresa per l’intero comparto, almeno in termini di attenzione per quello che chiameremmo il grande capitale che aveva alimentato, non sempre in modo sano, le corse del precedente ciclo.

Se per Bitcoin ormai la storia è assai differente, con tutto quello che comporta essere ormai a Wall Street, per quanto per via indiretta, per il mondo crypto emergente si potrebbe effettivamente trattare di un ulteriore spunto rialzista all’interno di una stagione che, al netto delle correzioni, non è stata avida di soddisfazioni.


In una giornata primaverile illuminata dal sole, Milano ha vissuto momenti di tensione durante la celebrazione del 25 aprile, data che segna la liberazione dell’Italia dai nazifascisti. La tranquillità che avrebbe dovuto caratterizzare l’evento è stata interrotta da episodi di violenza che hanno avuto luogo nella storica Piazza Duomo, trasformando la commemorazione in uno scenario di apprensione.

Al centro della contesa, un gruppo di giovani di origine egiziana, anche detti “maranza”, già noti per il loro comportamento provocatorio e talvolta aggressivo, ha causato scompiglio tra i partecipanti. Questi ragazzi hanno scatenato il caos con un’azione improvvisa e scioccante.

La manifestazione, che fino a quel momento si era svolta in un clima di relativa pace, è stata segnata da atti di violenza nonostante il dispiegamento di un adeguato dispositivo di sicurezza predisposto per prevenire eventuali scontri tra i vari gruppi presenti, inclusi sostenitori delle cause palestinese e ucraina, nonché della Brigata ebraica. Gli spezzoni del corteo erano debitamente separati, ma all’arrivo in piazza Duomo è avvenuto l’imprevedibile.

Al passaggio della Brigata Ebraica e della “Sinistra per Israele” davanti al Mc Donald’s della pizza, è scattato l’odio degli immigrati di seconda generazione. Testimonianze raccolte sul posto descrivono il susseguirsi di insulti e minacce da parte di una decina giovani, che hanno presto dato vita a una rissa utilizzando sedie, pugni e calci. La tensione è ulteriormente salita quando uno degli aggressori ha estratto un coltello, ferendo un manifestante e seminando il panico tra i presenti. Hanno tirato una sedia a me, che ho 60 anni“, ha raccontato una donna. Il peggio è stato evitato solo dall’intervento dei volontari dei City Angels, anche loro presi a mali parole e picchiati.

Il giovane con il coltello si è dato alla fuga all’arrivo delle forze dell’ordine, ma è stato raggiunto e fermato. Poi portato in questura. Alla fine saranno 9 i denunciati per istigazione all’odio razziale, tutti egiziani e giovanissimi.

Le forze dell’ordine, che erano state schierate in forze e con attrezzature adeguate per assicurare la sicurezza dell’evento, sono intervenute con fermezza per stabilizzare la situazione. Grazie alla professionalità e alla prontezza degli agenti, è stato possibile contenere la violenza, nonostante le evidenti condizioni di pericolo. Diversi giovani coinvolti negli scontri sono stati fermati e condotti in questura, con accuse che vanno dall’istigazione all’odio razziale all’aggressione fisica.

L’origine di questa esplosione di violenza è attribuibile a tensioni più profonde, legate alla lunga questione del conflitto israelo-palestinese. I giovani coinvolti, appartenenti alla seconda generazione di immigrati egiziani, hanno trovato nella causa palestinese un punto di riferimento culturale e religioso che, purtroppo, ha trovato espressione in gesti di violenza inaccettabili.

Questo episodio di intolleranza avvenuto in Piazza Duomo durante il 25 aprile getta un’ombra su una giornata che dovrebbe essere dedicata al ricordo e alla riflessione. La pronta risposta delle forze dell’ordine ha impedito conseguenze più drammatiche, ma evidenzia quanto sia ancora difficile il percorso verso una coesistenza serena e rispettosa delle diversità. Alla faccia della festa della Liberazione “di tutti”.

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Introduzione alla Fiscalità delle Criptovalute

In Italia, la fiscalità delle criptovalute è un argomento che sta guadagnando sempre più attenzione man mano che il settore cresce. Per chi possiede o commercia criptovalute, è fondamentale comprendere come queste vengano trattate ai fini fiscali.

Dichiarazione e Tassazione

Le criptovalute, per l’Agenzia delle Entrate italiana, sono considerate come altre forme di asset, come azioni o partecipazioni, e quindi soggette a tassazione.

I possessori di criptovalute devono dichiararle se il loro valore complessivo supera i 51.645,69 euro per più di sette giorni lavorativi consecutivi nell’anno fiscale.

La tassazione avviene solo al momento della vendita o dello scambio e viene calcolata come un guadagno di capitale.

Come Calcolare il Guadagno

Il guadagno è la differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di vendita delle criptovalute. Questo importo, se positivo, viene aggiunto al reddito complessivo del contribuente e tassato secondo le aliquote IRPEF in vigore.

Ulteriori Obblighi e Consigli

È anche importante tenere traccia di tutte le transazioni e conservare la documentazione per ogni operazione, in modo da poter dimostrare la provenienza e il costo delle criptovalute in caso di controllo fiscale.

Inoltre, con le normative in continuo aggiornamento, si consiglia di consultare un esperto in materia fiscale che possa fornire assistenza specifica e aggiornata.

Aggiornamento Normativo e Prudenza Finanziaria

Man mano che l’ambiente normativo si evolve, è essenziale per gli investitori cripto rimanere aggiornati sulle modifiche legislative che possono influenzare la gestione e la dichiarazione delle loro attività digitali.

L’adozione di un approccio prudente e informato è fondamentale per navigare con successo nel complesso panorama fiscale e assicurare la conformità con le leggi vigenti.

Conclusioni

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La regolamentazione fiscale delle criptovalute in Italia è ancora un campo in evoluzione. Man mano che il mercato delle criptovalute cresce e si sviluppa, anche le leggi e le interpretazioni fiscali continueranno a evolversi.

Per chi investe in questo settore, è essenziale restare informato e agire in modo conforme alle normative per evitare sorprese fiscali.

Vuoi approfondire questo argomento e capire come funziona il quadro legale in Italia sulle criptovalute? Scopri questa opportunità (i posti sono limitati!): https://koinsquare.com/cacciatori-di-airdrop-crypto-koindrop/